Parole in cammino

 


Non ho voglia di spulciare a ritroso il Blog per cercare le parole esatte, ma l'ho scritto più di una volta di non essere qui in cerca di una cura, bensì di un luogo dove poter esprimere la mia rabbia e sì, anche la mia disperazione. Capisco la generosità altrui, spece se l'altrui condivide lo stesso problema, nel cercare di consigliarmi, di fare il tifo, di spingermi fuori dal tunnel. Lo capisco ma non è quello che cerco. Ho avuto il mio primissimo attacco di panico il 21 Giugno 1982. Il secondo ci ha messo qualche anno ad arrivare, era il 1987. Il terzo qualche mese dopo e da quel terzo non sono mai più passati. Sono diminiuiti di intensità a volte per poi tornare più forti. Sono diminuiti in frequenza per poi ricominciare a ritmo anche di 10 al giorno. Sono diventati più sopportabili perchè alla fine si impara a gestirli e si impara che non si muore come si pensava all'inizio e che dandogli il tempo di sfogarsi dopo magari un'oretta passa.... Non so, le persone che mi incoraggiano a combattere, da quanto tempo siano in dap. Io ci sto da quasi 24 anni. Sono anni che nessuno mi restituirà. La mia giovinezza, la mia voglia di vivere, i miei progetti, i miei figli. Nessuno me li restituirà. Quindi piuttosto che stare ad aspettare un'ipotetica guarigione, io mi organizzo per vivere senza illusioni il tipo di vita che evidentemente per me è l'unica vivibile. Così da non dover respirare rimpianti ad ogni afflato di vita.Anima bella, tu hai tutto il diritto di sperare e di credere e io sono la prima a fare la ola ad ogni tua vittoria sul mostro. Scusami se sono stata dura, ma io devo difendermi dall'illusione come un condannato dalla forca. Un abbraccio.(Foto: Schiele - Sitting)