Creato da cav.pampalon il 31/05/2008
alias "Labranche" pubblica su Seneca Edizioni Torino

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Post n°7 pubblicato il 06 Gennaio 2010 da cav.pampalon
 

In questo secondo libro, per quanto vi siano dei passaggi alquanto forti sotto il punto di vista emotivo ed esistenziale, ho voluto spiegare che non siete voi e neppure io ad aver inventato le disuguaglianze che distinguono l'oppresso dall'oppressore, ma nel mio esperire ho solamente spiegato quanto vissuto con inquietante protagonismo entrambi i ruoli, al punto da poterne persino descrivere i risvolti inconsci. Questa consapevolezza non riesce comunque a spiegare l'umana tendenza al conflitto o alla perpetuazione del dolore e della sofferenza in una nichilistica disidentificazione razziale.
Perchè homo homini lupus?
Perchè belva belva peggiore di tutte le belve?
L'animale più simile all'uomo, ovvero la scimmia, pur non possedendo le nostre capacità e virtù, è sicuramente meno "bestia" di noi, infatti non ucciderebbe mai un proprio simile per puro odio.
Possiede una coscienza "propria
.

A volte la nostra coscienza ci obbliga a ricordare. Può non essere piacevole, soprattutto quando il passato è stato toccato da episodi crudi che non sempre hanno goduto dell'appoggio della nostra volontà. Ovviamente si cade in una autocritica che può essere severa o effimera, ma che non può cambiare ciò che è stato. Ci si può solo chiedere se era quella la "vita" che volevamo, oppure a quanti dei nostri più intimi "perchè" essa è riuscita a rispondere.
La ragione per cui ho scritto questo libro non è comunque la ricerca di una giuria popolare che possa condannare o assolvere mè e le mie esperienze poichè, qualunque sia il "verdetto", rimarrebbe sempre la "mia" vita. Desidero semplicemente condividere la kunderiana "insostenibile leggerezza dell'essere" che rende l'uomo estremamente poco coerente sia nei confronti di se stesso che nei confronti dei suoi simili.

 
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