Il déjà vu

la gatta sul tetto che scotta


cari amici, non siamo ancora rientrate del tutto e dunque non siamo al completo..l'amica Ava...è ancora in viaggio e non comunica il suo rientro per il momento...forse sta benissimo dove sta ???Perchè non pensiate che vi abbiamo dimenticati....posterò per un certo tempo io Cleo, e vi proporrò i nostri bellissimi film del passato,già visti ma da rispolverare...per ricordare..augurandovi buon divertimento !!!!
 Big Daddy Pollitt, un ricco proprietario terriero del Mississippi afflitto da un male incurabile, si appresta a festeggiare il suo sessantacinquesimo ed ultimo compleanno insieme alla propria famiglia. L’unico che si rifiuta di compiacere le bizze dell’autoritario patriarca è il suo secondogenito Brick, un ex-campione di football reduce da un grave infortunio e in crisi con l’affascinante moglie Maggie.
Tratto dal celeberrimo testo teatrale scritto da Tennessee Williams, “La gatta sul tetto che scotta” è in assoluto uno dei più famosi ed apprezzati adattamenti cinematografici basati sulla produzione del leggendario drammaturgo americano. Diretto da Richard Brooks nel 1958 e sceneggiato dallo stesso regista insieme a James Poe, “La gatta sul tetto che scotta” ha riportato un enorme successo da parte della critica e del pubblico (nonostante il giudizio decisamente negativo di Tennessee Williams, per nulla soddisfatto di questa trasposizione della propria pièce), e con il tempo è stato consacrato come un autentico classico della cinematografia americana degli Anni ’50 e come una delle più riuscite riduzioni di un’opera teatrale per il grande schermo. 
  La narrazione, nel pieno rispetto delle regole dell’unità di spazio e di tempo, si svolge interamente durante la festa di compleanno di Big Daddy Pollitt (Burl Ives), un ricchissimo proprietario terriero al quale resta ormai poco tempo da vivere. Ma i festeggiamenti in onore del burbero patriarca, mascherati da una spessa patina di ipocrisia, nel corso della serata sfoceranno in un ferocissimo dramma al vetriolo, che vedrà i vari componenti della famiglia coinvolti in uno scontro serrato e senza esclusione di colpi, spinti dall’avidità e da un cieco risentimento. Quello che doveva essere un giorno di serenità ed armonia vissuto fra le pareti domestiche si trasforma così in una gara di menzogne, insulti e recriminazioni reciproche, che culminerà nell’aspro confronto conclusivo fra Big Daddy e il suo secondogenito Brick (Paul Newman), un giocatore di football vittima di un infortunio alla caviglia, che annega nell’alcool le proprie frustrazioni personali ed i lancinanti sensi di colpa per il suicidio del suo amico Skipper. 
 Grazie ad un’impeccabile direzione degli attori, la regia di Richard Brooks sfrutta appieno le potenzialità di un cast magistrale, dominato dal magnetismo fra i due straordinari protagonisti, entrambi candidati all’Oscar: un Paul Newman in stato di grazia, in grado di rendere alla perfezione la rabbia repressa e l’istinto di autodistruzione del giovane Brick, ed un’indimenticabile Elizabeth Taylor, sensuale come non mai nel ruolo di “Maggie la gatta”, costantemente respinta dal marito a dispetto dei suoi innumerevoli tentativi di seduzione. A causa delle restrizioni del Codice Hays, Brooks fu costretto a mettere in sordina la latente omosessualità del personaggio di Brick, che era invece il tema centrale del testo di Williams. Due remake televisivi: uno nel 1976, con Laurence Olivier e Natalie Wood, e un altro nel 1985, con Tommy Lee Jones e Jessica Lange.