Tempo del ritorno...

nessuna valigia


Perdersi …demoralizzarsi…abbandonarsi chissà se nasce dalla stanchezza che giorni assommano ad altri. Se è l’inquietudine che vuole ribellarsi al monotono giro delle lancette. Se è il non sapersi spiegare a chi crede che tanto domani poi passa. Come se quel domani avesse nuove risposte o sorgesse in altri luoghi con altra vita. Chissà se è il ruolo che sembra scelto per accompagnare il tempo di altri, che vedo riempirsi di rughe, di affanni, di sguardi tirati dallo sforzo dell’età, dagli sguardi che d’un tratto mi diventano assenti.Se è il mio di tempo che vuole destarmi proprio per farmi riflettere su quel giro monotono delle lancette. O rimproverarmi per non offrirgli la giusta attenzione d’un età che cresce. Chissà cosa mi lascia confuso tanto da svuotarmi dal desiderio che nascosto sapevo prima o poi, farmi sedere accanto. Sarà il senso che i doveri aggiungono alla nostra esistenza così tanti da sottrarre la gioia che puoi vedere negli occhi d’un bimbo. Sarà che il mio scrivere potrebbe fermarsi assieme allo sguardo che ha curato le mie pagine, lasciando che le mie emozioni raccontate,arrivassero a sedersi per un premio raggiunto fra gli altri, poeti e scrittori. Sarà la mia voglia di rispetto o che serve accanto a noi un filo lieve che ricama la traccia dell’esserci.Sarà che non so chiedere nulla a quella parola cosi immensa scritta nel cielo, non so chiederle di non portar via più la gente che ha riempito di semi il mio giardino.  Non so farlo poiché ho compreso che è questo il destino della vita.