Tempo del ritorno...

L'onomastico


il tempo d'un onomastico, l'occasione capace di rompere la tradizionale quotidianità dei giorni ricchi di impegno e tanti altri momenti. In sincerità non mi sconvolge il senso di questa ricorrenza ma l'attenzione del ricordare una data, spesso personale, riesce a ridarmi il piacere del vivere con gli altri. Cosi, uso gli auguri per riflettere sul momento in cui i miei genitori hanno deciso di darmi il nome, sapendo che sarebbe stato per sempre.Oggi la scelta è realmente una ricerca, fra i tanti che sanno talvolta essere moda. Al mio tempo  era semplicemente l'obbligo di continuare la tradizione d'un nonno, come se quel nome fosse capace di non far dimenticare la persona che a volte non vi era più.  E il pensiero per un attimo arriva sul viso del mio nonno paterno, mai conosciuto se non per una foto collocata su una lapide. Il mio secondo nome serviva a  ricordare l'altro nonno, quello materno che mi ha accompagnato nei giorni fanciulli col suo esempio.Il nome era come aggiudicare su te la tradizione di famiglia. Era in qualche modo il doverti rendere responsabile d'un passato che andava portato avanti col tuo presente.E allora socchiudo gli occhi e per un certo tempo mi sforzo a recuperare ogni ricordo.