Il fiume delle idee

L'UOMO CHE VERRA'


Già si era fatto apprezzare qualche anno fa questo regista che assimila in pieno la lezione del cinema del neorealismo nella sua fedeltà alla storia, alla microstoria dai dialetti ai costumi, Diritti (anche il cognome sembra intonato;) ) con il suo bel "il vento che fa il suo giro" laddove filma il fenomeno dell'intolleranza ma con una minuzia dei particolari tali che uscii incantata...Ritorna nelle sale, e stavolta spero giri di più davvero questa pellicola, perché importante anche nel tema: racconta infatti la strage di Marzabotto, vista dagli occhi  di una bambina, parte integrante di una cultura contadina essenziale e pudica nelle esternazioni d'affetto, nei riti rurali, nella vita semplice. Il passaggio alla strage è descritto con drammatica lentezza, non si può immaginare una diversa regia che diviene esasperante e angosciante a mano a mano che va avanti. Grandi i primi piani e quasi l'assurdità della storia nella quale si salva la bimba ed il fratellino nato su un intero villaggio, la crudeltà rappresentata con l'occhio della telecamera neutrale, ma non per questo ci si riesce a tenere lontani emotivamente dalla storia, sottolineata da una musica che sa di nenia triste e malinconica.. La cinematografia ha bisogno di film così, soprattutto di registi così precisi nel farci entrare nel clima e far capire a chi, ancora oggi si ostina nel portare avanti una sorta di pareggio dei conti in nome di una pacificazione che vuole soltanto cancellare quello che è stata la Resistenza. Sicuramente il dolore per le perdite è lo stesso, da Totò a Pascal tutti sappiamo che la morte è triste ed uguale per tutti, ma ovvorre sempre scavare nei significati e porsi delle domande. Le mie sono sempre le stesse: come si può aver collaborato ad aver fatto uccidere 700 persone alla volta in nome di un ideale così sbagliato? Fortuna che film così ancora ci sono e vengono anche premiati :)! Spero che a vederlo e ad apprezzarlo siano in molti.