Il fiume delle idee

EROI DEL NOSTRO TEMPO


A me sembra ieri. Era il 1992. Il 23 Maggio ed eravamo tutti inorriditi davanti alla televisione.Dopo diciotto anni dalla strage di via Capaci ancora si parla di loro, dei due giudici che hanno dato la vita per la loro terra, per renderla libera e pulita dalla mafia: mezza Italia, quella pulita dei bambini e degli adolescenti, cioè degli uomini del domani, ma ancor di più di quanto di più pulito appartiene oggi al genere umano, è arrivata in Sicilia.Se è importante ricordare e non solo nelle ricorrenze ma sempre, ancor più importante, oggi più che mai, vivere trasformando la nostra terra in terra di legalità. A me piace ricordarli così: sorridenti, un po' sornioni; mi vengono in mente le parole di Borsellino sulla paura che rende uomini; la paura diceva ce l'abbiamo tutti, ma non deve impedirci di vivere. Mi piace pensare a loro come esempio che non è il colore politico a fare la differenza: il bene è un valore che, se si riconosce, fa volare lontano.La loro vita ha avuto un senso, un significato, è stata chiara e luminosa. Almeno questo nessun uomo può togliere: il valore di una persona oltre la morte. Il loro sorriso umano ed il loro pensiero continua a vivere,  parafrasando il foscolo, in quanti li hanno amati ed apprezzati. Il loro sorriso io ce l'ho impresso in mente, quando penso a loro e quel discorso di commiato di Paolo Borsellino primo del suo "deserto dei tartari"... saper di dover morire e continuare a vivere lottando imperterrito per amore per una terra che poco dà, ma forte, in quelli che lo sentono, il grido di dignità che fa restare diritti, che non ci fa sottomettere mai al potere mafioso e politico, ma fa vivere da uomini e fa sentire veri uomini.Quando parlo di loro, ultimamente, mi viene sempre una domanda: che cosa direbbero oggi nel vedere come il nostro tessuto sociale-economico compromesso con trame ed orditi spessi di illegalità? In questo periodo a sentire dei diari di Ciancimino sorriderebbero approvando un ennesimo figlio che sia riuscito a dissociarsi da quel Vito di cui si diceva: "Meglio un giorno da Borsellino che 1000 da Ciancimino", ma disapproverebbero sicuramente a sapere che c'è qualcuno, che dovrebbe rappresentare l'Italia, solo qualche mese fa inveiva contro film e libri che trattavano di mafia, invece di capire il tentativo di tanti che hanno pagato con la vita sotto scorta il loro "no" netto alla mafia. Inorridirebbero, infine, all'idea di quel che si sta rischiando col vietare le intercettazioni... a salvarci forse gli Stati Uniti ed uno stanco presidente della Repubblica e non stanco per l'età! La mia domanda, e non al cittadino che combratte, ma a certi "signori" politici, è invece: come si fa a partecipare a queste ed ad altre manifestazioni sapendo che si sta demolendo una società civile per difendere l'illegalità? Ma quale coraggio, o meglio sfrontatezza occorre provare per mischiarsi ai cori di chi è "pulito dentro"?Marthin Luther King aveva un sogno...il mio è ultimamente sempre lo stesso, anzi forse è più una speranza: che, seppure in minoranza, riusciamo a trasmettere una cultura diversa a quelli che un domani governeranno e si impegneranno in prima linea, che non rincorrino il dio danaro, ma fondino la loro vita su valori di cooperazione, di accettazione dell'altro e del vero rispetto, prima di se stessi e poi degli altri.