Il fiume delle idee

Parafrasando Eraclito, nulla resta identico a se stesso nella vita, tutto muta dall'avvicendarsi delle persone, degli stati d'umore, dei pensieri...scelgo allora il qui e l'ora ma consapevole dei miei vissuti

 

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L'UOMO CHE VERRA'

Post n°29 pubblicato il 17 Maggio 2010 da pantarei.2008
Foto di pantarei.2008

Già si era fatto apprezzare qualche anno fa questo regista che assimila in pieno la lezione del cinema del neorealismo nella sua fedeltà alla storia, alla microstoria dai dialetti ai costumi, Diritti (anche il cognome sembra intonato;) ) con il suo bel "il vento che fa il suo giro" laddove filma il fenomeno dell'intolleranza ma con una minuzia dei particolari tali che uscii incantata...

Ritorna nelle sale, e stavolta spero giri di più davvero questa pellicola, perché importante anche nel tema: racconta infatti la strage di Marzabotto, vista dagli occhi  di una bambina, parte integrante di una cultura contadina essenziale e pudica nelle esternazioni d'affetto, nei riti rurali, nella vita semplice. Il passaggio alla strage è descritto con drammatica lentezza, non si può immaginare una diversa regia che diviene esasperante e angosciante a mano a mano che va avanti. Grandi i primi piani e quasi l'assurdità della storia nella quale si salva la bimba ed il fratellino nato su un intero villaggio, la crudeltà rappresentata con l'occhio della telecamera neutrale, ma non per questo ci si riesce a tenere lontani emotivamente dalla storia, sottolineata da una musica che sa di nenia triste e malinconica.. 
La cinematografia ha bisogno di film così, soprattutto di registi così precisi nel farci entrare nel clima e far capire a chi, ancora oggi si ostina nel portare avanti una sorta di pareggio dei conti in nome di una pacificazione che vuole soltanto cancellare quello che è stata la Resistenza. Sicuramente il dolore per le perdite è lo stesso, da Totò a Pascal tutti sappiamo che la morte è triste ed uguale per tutti, ma ovvorre sempre scavare nei significati e porsi delle domande. Le mie sono sempre le stesse: come si può aver collaborato ad aver fatto uccidere 700 persone alla volta in nome di un ideale così sbagliato? Fortuna che film così ancora ci sono e vengono anche premiati :)! Spero che a vederlo e ad apprezzarlo siano in molti.
                                                         
 
 
 

Ad un anno di distanza...quasi!

Post n°28 pubblicato il 17 Maggio 2010 da pantarei.2008

 Sfogliando il blog sere fa ho ricordato il piacere che mi dava l' esplorare una parte di me e nel'esprimermi...quindi ho deciso di  tornare con rinnovato ottimismo e leggerezza.

Prima di ogni altro post semplicemente una canzone ed un video bellissimo!  E che dà idea di libertà, tra l'altro...

Si sposa benissimo, per me, con la voglia di andare avanti, di "dare" e perché no? anche di avere   


 
 
 

Che dire? Che vergogna! Che si può fare di tutto ciò se non indignarsi?

Post n°27 pubblicato il 21 Maggio 2009 da pantarei.2008

Pubblico volentieri una mail arrivatami oggi:

"IL rimborso spese per il parrucchiere delle onorevoli senatrici è stato l'ultimo a finire nel calderone delle astute sconvenienze da cancellare. Certo, pesa "solo" per 81 mila euro l'anno. Certo, non indecente come i filmini porno del marito del ministro dell'Interno britannico messi a carico del bilancio. Certo, non come gli specchi inseriti in nota spese dal deputato inglese Richard Younger Ross, ma anche a Roma, che figura. Tanto che anche a Palazzo Madama, giusto pochi giorni fa, se ne sono accorti e allora il presidente Renato Schifani ha invitato a cancellare quella voce in bilancio. D'ora in poi, sottinteso, vadano a farsi belle a loro spese.

Non è ben chiaro invece se i senatori e gli "ex" che passeranno a miglior vita in questo 2009 potranno godere ancora del rimborso spese funerarie che nel 2008 ha pesato un po' troppo sui conti del Palazzo, 134.290 euro. La voce è inserita "per memoria", e in fondo non sarà un problema loro ma di chi dovrà far quadrare i conti.

Conti stracciati, conti allegri, conti che non quadrano ma chi se ne frega, nel nostro Paese. Altro che Inghilterra indignata per pochi spiccioli di note spese. Qui lo scandalo è codificato, è a norma di legge, è tanto palese da non destare, appunto, scandalo.
Benefit, rimborsi a go-go, voli, treni, navi, Telepass e corsi di lingua e buvette e ristorante a 8 euro. Non è più tempo da viaggi in Tanzania della commissione Lavoro di Montecitorio per "studiare il sistema pensionistico del paese dell'Africa orientale", ricordo appannato di qualche anno fa. Adesso ci si accontenta di piccole cose, ma è il pensiero quello che conta. L'ultimo lo hanno avuto i tre questori della Camera guidati da Francesco Colucci (Pdl) ed è planato ieri mattina sulla casella postale dei 630 deputati sotto forma di lettera-invito a "usufruire di un corso di 15 ore di lezioni individuali di informatica da 1,5 ore cadauno" che si svolgeranno a Montecitorio. Costo risibile da 235 euro a testa, il resto lo mette la Camera, ovvio.

Quisquilie, appunto. Sarebbe bello invece sapere anche qui da noi come il deputato utilizza i 4.003 euro mensili che il Parlamento gli mette in saccoccia ogni mese come "rimborso spese di soggiorno". Certo, magari anche l'elettore italiano vorrebbe sapere almeno dove risiede il suo onorevole di riferimento, quando trascorre quei tre giorni nella Capitale. Per esempio se lo utilizza tutto, il suo budget da diaria extra stipendio. O che ne fa di quell'altro da 4.190 euro al mese che gli viene erogato proprio a titolo di "rimborso spese". Qualcuno non vorrà mica sospettare che una parte di quei soldi o addirittura tutti finiscano nel conto in banca dell'onorevole? Sospettosi o malpensanti. Qui la nota spese è bandita, il piè di lista è sconosciuto. Le Camere pagano anzitempo, pagano sulla fiducia, pagano a forfait. Non c'è nulla da scoprire. Altro che dimissioni dello Speaker del parlamento inglese.

Che ridere, il milione di sterline per colpa del quale Westminster sta precipitando nello scandalo, col suo carico di rimborsi gonfiati dai deputati. Che ridere, perché Montecitorio e Palazzo Madama, in questo 2009, distribuiranno ai nostri 630 deputati e 322 senatori rimborsi spese destinati sulla carta a viaggi, diaria e segreterie per qualcosa come 96 milioni di euro, parenti molto vicini di 100 milioni. E il tutto, va da sé, senza chiedere lo straccio di una prova documentale che attesti se davvero saranno utilizzati per gli scopi "istituzionali". Sono 72 milioni di euro alla Camera e 24 milioni al Senato. E va da sé, che quegli 8.190 euro mensili ai deputati e 8.678 mila euro ai senatori sono solo, appunto, rimborsi. Nulla a che fare con le indennità da 5.500 euro, lo stipendio in senso stretto.

"Uno scandalo come quello britannico da noi è impensabile - racconta un grande conoscitore del Palazzo come Gabriele Albonetti, deputato questore già da due legislature - Al di là dell'eticità del comportamento di deputati e senatori, la questione è tecnica. Da noi, non esiste la nota spesa, la Camera e il Senato affidano una somma, diciamo così, sulla fiducia. Sarà poi l'onorevole a gestirla a suo piacimento". Nulla da spiegare e nulla da giustificare. Né gli alberghi, né i ristoranti, né le segreterie, né - chiamiamoli così - gli "extra" molto extra. Come non sono da rendicontare gli oltre 4 mila euro al mese (4.678 al Senato) erogati a ciascun onorevole per i cosiddetti portaborse. Col risultato ormai arcinoto che buona parte degli assistenti sono sottopagati o pagati in nero. Ieri il Consiglio dei presidenza del Senato, prossimamente quello della Camera, ammetteranno l'ingresso dal primo luglio solo per i portaborse dotati di badge, rilasciato dietro esibizione di regolare contratto. Ma molti dei ragazzi, in questi giorni, ti raccontano come alcuni dei loro onorevoli siano pronti a far sottoscrivere loro un contratto da addetto alle pulizie del gruppo parlamentare, che ne possa comunque consentire l'ingresso quotidiano a Palazzo e continuare come sempre. Come sempre in nero.

Un po' di pulizia, va detto, la si sta pure facendo. Al Senato hanno cancellato i 730 mila euro sborsati, tra l'altro, per garantire un ufficio ai senatori rimasti privi di scrivania. O i 690 mila euro che sono parte della voce "rimborsi spese telefoniche". Ha fatto pure scalpore scoprire in questi giorni che i 1.058 "ex" senatori per fortuna ancora in vita costano però 1 milione 726 mila euro per viaggi in treni, aereo o per passaggi autostradali, al netto, ovvio, del vitalizio. Platea di beneficiari ridotta ora a 291 in uno slancio di austerity. Rigorismo che ancora non ha scalfito l'Asis, l'assistenza sanitaria garantita ai senatori e ai deputati e ai loro familiari. Basta pagare 25 euro al mese per ciascun figlio o consorte, ma anche - magia del Parlamento - per il convivente, e ogni cura è assicurata. Gratis. Perché la coppia di fatto che le Camere non hanno mai voluto riconoscere, lì dentro esistono, eccome, da tempo. Per l'esattezza dal 1985, quando è stata approvata la legge 687. Qualche sprovveduto Don Chisciotte, di tanto in tanto, prova pure a divertirsi e ad agitare le acque. In questa legislatura la dipietrista Silvana Mura, con un ddl che prevede tra l'altro la riforma del sistema dei rimborsi, da erogare solo dopo l'esibizione delle spese effettive. "Ma, per usare un eufemismo - racconta - non ha suscitato grandi entusiasmi tra i colleghi".

Fuori dai confini, qualche italiano finora ha potuto fare il furbo nell'Europarlamento. Tratta Bruxelles-Roma (o Milano) rimborsata forfaittariamente per la business class in base al chilometraggio. Quando invece era notorio che molti dei nostri 78 (come tanti altri) viaggiavano in low-cost. E lì, via con la cresta. Da luglio però, col nuovo Parlamento, si cambia registro: rimborso solo dei biglietti effettivamente acquistati. Il rimborso spese per lo staff viaggia sui 17 mila euro mensili. Non sarà per sfiducia, ma il tesoretto lì non lo fanno transitare dalla busta paga dell'onorevole. È a disposizione e le somme le paga direttamente il Parlamento agli assistenti che dimostrano con contatti e contributi di prestare servizio per il deputato. Rigore e trasparenza che i portaborse italiani sono costretti per ora solo a sognare.

 
 
 

Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz Zafon

Post n°26 pubblicato il 12 Maggio 2009 da pantarei.2008

Inquietante, diversamene dal primo "l'Ombra del vento" (vedi nei post recensione) di cui mantiene l'ambientazione, Barcellona e qualche luogo come "il cimitero dei libri dimenticati" metafora di una biblioteca che salvaguarda capolavori e del rapporto d'amore quasi che si stabilisce tra libro e lettore. La storia è giocata tra realtà e fantasia, con elementi diabolici, il narratore è lo stesso protagonista, David, uno scrittore dalla storia di vita un po' travagliata, ma dotato di grande talento. L'aggancio da parte di un editore particolare lo porrà a scegliere tra il bene ed il male, laddove il male indossa vesti attraenti, salvando all'inizio il protagonista da malattia mortali, da nemici che muoiono accidentalmente incendiati... ma poi la vita dello scrittore si trasforma in un delirio con la ricerca degli ex abitanti della casa che ha affittato ed una strada quasi senza uscita con l'epilogo finale a lieto fine di seconda possibilità (quelle che di solito nella vita non si hanno perchè la partita è una). Terminate le quasi settecento pagine si assapora quasi un retrogusto amaro per le possibilità che l'autore ha perso: nella costruzione della storia e nello sforzo che si nota nel portarla avanti, nella fine poco scontata sì, ma anche poco credibile, nella descrizione di questo nuovo Falstaff, delle ombre della casa, nelle atmosfere grottesche che poi si risolvono in un bicchier d'acqua.

Cosa salvare? le belle immagini del genio della scrittura: lo scrittore ha bisogno di regolarità e non di eccessi, come dire che la scrittura h a bisogno di riflessione, qualche immagine sui cuori infranti che "si rompono davvero una volta sola perchè il resto sono graffi".

Un caso questo di Zafon che fa proprio dire...avuto un successo è difficile possa  ripetersi.

 
 
 

Milk di Gus Van Sant

Post n°25 pubblicato il 01 Maggio 2009 da pantarei.2008

Ricordo film di quelli che quando esci dalla sala cinematografica inneggi a valori ed ideali nei quali ti ritrovi, penso ad esempio a film di registi come Loach "terra e libertà" o "la canzone di Carla" che è bello rivedere perchè si respirano di nuovo gli ideali di libertà e speranza, di condivisione e ci si sente ancora "partigian" ...a lottare contro il sistema... Ci sono invece altri film come questo che ripercorrono vite di Uomini con la U maiuscola, come questo, che riescono ad avere una piccola grande dote: la fedeltà a ciò che sono e che non la barattano per piacere agli altri fingendosi diversi. Basta poco a far venire questo coraggio, io l'ho letto nella passione, nel cambiamento dovuto ad un incontro che porterà il protagonista, i cui panni sono indossati da un meraviglioso Sean  Penn, a rompere gli schemi con una vita silenziosa e, dunque, omertosa, trascorsa a nascondere la propria omosessualità. Ho apprezzato una volta di più l'eclettico Sean, che ancora ricordo nel ruolo del "dead man walkng" bullo, macho e arrogante nella sua masolinità sfrontata, cimentarsi ora e non solo nelle movenze, ma  addirittura nel sorriso dolce fin quasi ad assomigliare al personaggio reale (almeno dalla foto e dai repertori d'epoca mandati alla fine del film). Mi son sentita in sintonia con l'idea chiave che sottende al film: per combattere il sistema si deve farlo dall'interno, infatti Milk è la storia di un omosessuale che per portare allo scoperto il proprio modo di essere si candiderà più volte nel paese, e ciò fa effetto, lo stesso che ha come simbolo la famosa statua della LIbertà, ossia gli Stati Uniti. Mi spiace averlo sottaciuto per tanto tempo (è di qualche mese fa la visione) ed ieri sera me ne sono ritrovata a parlare insieme alla pigrizia temporanea della penna, metaforicamente parlando. Fa strano pensare che risale anche ad un periodo recente ed io ne cosiglierei la visione a tutti (purtroppo orami solo in dvd) per notare come appaiono grotteschi certi personaggi che dal falso perbenismo e con il pretesto di difendere le famiglie, si trincerano dietro questo finto baluardo per nascondere la paura, o meglio il terrore del diverso, che si trasforma in razzismo bello e buono. Aprezzabili i dialoghi, soprattutto le schermaglie elettorali nel film che mostrano come l'ironia e la cultura hanno la meglio dialetticamente parlando sull'avversario e come la forza della verità sia sempre quella che alla lunga la vince. Costruito bene, il film porta avanti l'idea che, oggi più che mai occorre, bisogna essere se stessi costi quel che costi e  famiglia, amici, parenti, insomma la società intera non ha il diritto di cambiare la natura di ciascuno, ma che se solo c'è amore c'è rispetto. Sembra scontato ciò ai nostri giorni.. ed invece io penso a chi ancora oggi è costretto a nascondersi nei suoi gusti sessuali, a volte a fingere di avere una vita di apparenza piuttosto che andare incontro al disprezzo degli altri. Penso a un amico in particolare, di cui son fiera di essere amica, che per me di più dei comuni maschietti ha uno spessore emotivo unico e non perchè sia gay, alla difficoltà di vivere quasi un mondo a parte e più difficile di quello etero. Penso alle campagne contro i pax, alle tante storie di rifiuti da parte di familiari di questi ragazzi ancora oggi, alle battute ed alle barzellette e concludo ricordanddo un concetto non mio ma sentito ultimamente e che sposo volentieri: l'Amore è sempre Amore ovunque lo si direzioni.

Questo video per due buoi motivi: sono gli Uomini semplici che cambiano le persone e poi ci sono dei personaggi, come Massimo Troisi, che io adoro e cittò come Napoli che resta sempre nel cuore. Grazie a chi l'ha realizzato per queste emozioni che regala.

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: pantarei.2008
Data di creazione: 29/08/2008
 

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