Due libri, un tragico agosto. Immobile sotto le fronde d'uva di Villa Bietola bevo estasiata un ottimo Murakami, prima, e un ottima Giménez-Bartlett, dopo. In entrambi i casi sorseggio pagine e parole come a sorseggiare un vino rosso di qualità: languore e beatitudine nel sangue e la testa piacevolmente intorpidita dalla bellezza. Sono due romanzi diversi fra loro, moltissimo, ma entrambi giusti per me e per questo agosto tragico e caldo: Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki ed Exit di Alicia Giménez-Bartlett. Il primo mi affascina perchè realtà, sogno e metafisica sono entità fluide, morbide, perfettamente amalgamate fra loro. La vita, nelle sue componenti (fisica, onirica e spirituale) è una, unica, senza fratture, barriere, separazioni. Tutto si mischia, anche gli esseri umani, su piani diversi; cuore e mente, intenzioni e azioni. Mi dico: quanto è difficile questa visione, quanto è difficile scrivere così. Non siamo abituati, no di certo, ma io voglio abituarmi. Mi piace troppo. Adoro Murakami. Ora più di prima. Ecco, dopo Kafka sulla spiaggia, sono pronta a modificare qualcosa di me, del mio modo di scrivere. Non posso non farlo. E poi, che dire di alcuni personaggi? Una bontà d'animo, generosità, comprensione umana senza pari. Fra tutti, il bibliotecario Oshima. Mi sento di dire che non appartiene a questo mondo, e forse è così. Ecco, non voglio suggerirvi altro anche perchè, sappiatelo, "Kafka sulla spiaggia" non si può spiegare: è soltanto da leggere. La libertà d'interpretazione è necessariamente concessa, ammessa, auspicabile e plausibile. "Exit" di Alicia Gimenéz-Bartlett è tutta un'altra cosa. Exit è una villa, un luogo fisico, seppure fantasioso. La trama è liscia, scorre in un'unica direzione, su un unico piano. Ad Exit si va (e si paga) per suicidarsi in modo originale, personalizzato, confortevole e poco traumatico. Il languore si mescola all'amaro e al sorriso. Splendido il personaggio del dottor Eugenius, direttore artistico con ... colpo di scena. Leggetelo, leggete anche questo. Poi mi dite.A presto! Che l'estate sia ancora lunga e densa di letture. Paola Farah Giorgi
Da Murakami alla Bartlett, in un languido agosto
Due libri, un tragico agosto. Immobile sotto le fronde d'uva di Villa Bietola bevo estasiata un ottimo Murakami, prima, e un ottima Giménez-Bartlett, dopo. In entrambi i casi sorseggio pagine e parole come a sorseggiare un vino rosso di qualità: languore e beatitudine nel sangue e la testa piacevolmente intorpidita dalla bellezza. Sono due romanzi diversi fra loro, moltissimo, ma entrambi giusti per me e per questo agosto tragico e caldo: Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki ed Exit di Alicia Giménez-Bartlett. Il primo mi affascina perchè realtà, sogno e metafisica sono entità fluide, morbide, perfettamente amalgamate fra loro. La vita, nelle sue componenti (fisica, onirica e spirituale) è una, unica, senza fratture, barriere, separazioni. Tutto si mischia, anche gli esseri umani, su piani diversi; cuore e mente, intenzioni e azioni. Mi dico: quanto è difficile questa visione, quanto è difficile scrivere così. Non siamo abituati, no di certo, ma io voglio abituarmi. Mi piace troppo. Adoro Murakami. Ora più di prima. Ecco, dopo Kafka sulla spiaggia, sono pronta a modificare qualcosa di me, del mio modo di scrivere. Non posso non farlo. E poi, che dire di alcuni personaggi? Una bontà d'animo, generosità, comprensione umana senza pari. Fra tutti, il bibliotecario Oshima. Mi sento di dire che non appartiene a questo mondo, e forse è così. Ecco, non voglio suggerirvi altro anche perchè, sappiatelo, "Kafka sulla spiaggia" non si può spiegare: è soltanto da leggere. La libertà d'interpretazione è necessariamente concessa, ammessa, auspicabile e plausibile. "Exit" di Alicia Gimenéz-Bartlett è tutta un'altra cosa. Exit è una villa, un luogo fisico, seppure fantasioso. La trama è liscia, scorre in un'unica direzione, su un unico piano. Ad Exit si va (e si paga) per suicidarsi in modo originale, personalizzato, confortevole e poco traumatico. Il languore si mescola all'amaro e al sorriso. Splendido il personaggio del dottor Eugenius, direttore artistico con ... colpo di scena. Leggetelo, leggete anche questo. Poi mi dite.A presto! Che l'estate sia ancora lunga e densa di letture. Paola Farah Giorgi