Capita talvolta di giungere al risultato di un problema non per la via più diretta ma seguendo ragionamenti indiretti e magari macchinosi, che alla fine forniscono però il risultato cercato. A volte questo metodo è l'unico disponibile, a volte lo si segue "per sfizio", come è capitato a me per questa estemporanea "analisi" che vado a dire. Come si vedrà, il metodo è talmente indiretto che sembra proprio tirato per i capelli. Tutto è nato da... una cassetta di deliziosissima uva Regina di Puglia presa al mercato alla fine della scorsa estate. Grani grossi e durissimi, un po' moscata, dolce come il miele, insomma un babbbà!L'insieme dei grappoloni (giganteschi) era circondato da un nastro di plastica trasparente; cosa succede tirando via il nastro?Mi viene l'insano proposito di definire il tipo di plastica con un metodo che ricorda da vicino il giro dell'oca! Sì, assaggiando l'uva mi è venuto proprio questo proposito... vedete un po' con chi avete a che fare. Ho ragionato così: se con quel nastro di plastica costruisco un CONDENSATORE e ne riesco a misurare abbastanza precisamente la capacità, conoscendo la superficie delle armature e lo spessore della plastica stessa posso risalire alla costante dielettrica... e da questa al materiale! Detto fatto. Con un calibro centesimale ho misurato lo spessore del foglio: 18 centesimi di mm. Con la pellicola di alluminio presa in cucina ho ritagliato due striscie da 48x11 cm (528 cmq) Ho sovrapposto bene in maniera alternata i due ritagli di alluminio a due striscie leggermente più grandi di plastica ex uva ed ho avvolto il tutto strettamente, mettendo i due reofori di uscita, uno per armatura.
Una "analisi" per vie molto traverse...
Capita talvolta di giungere al risultato di un problema non per la via più diretta ma seguendo ragionamenti indiretti e magari macchinosi, che alla fine forniscono però il risultato cercato. A volte questo metodo è l'unico disponibile, a volte lo si segue "per sfizio", come è capitato a me per questa estemporanea "analisi" che vado a dire. Come si vedrà, il metodo è talmente indiretto che sembra proprio tirato per i capelli. Tutto è nato da... una cassetta di deliziosissima uva Regina di Puglia presa al mercato alla fine della scorsa estate. Grani grossi e durissimi, un po' moscata, dolce come il miele, insomma un babbbà!L'insieme dei grappoloni (giganteschi) era circondato da un nastro di plastica trasparente; cosa succede tirando via il nastro?Mi viene l'insano proposito di definire il tipo di plastica con un metodo che ricorda da vicino il giro dell'oca! Sì, assaggiando l'uva mi è venuto proprio questo proposito... vedete un po' con chi avete a che fare. Ho ragionato così: se con quel nastro di plastica costruisco un CONDENSATORE e ne riesco a misurare abbastanza precisamente la capacità, conoscendo la superficie delle armature e lo spessore della plastica stessa posso risalire alla costante dielettrica... e da questa al materiale! Detto fatto. Con un calibro centesimale ho misurato lo spessore del foglio: 18 centesimi di mm. Con la pellicola di alluminio presa in cucina ho ritagliato due striscie da 48x11 cm (528 cmq) Ho sovrapposto bene in maniera alternata i due ritagli di alluminio a due striscie leggermente più grandi di plastica ex uva ed ho avvolto il tutto strettamente, mettendo i due reofori di uscita, uno per armatura.