Lessi qualche anno fa un bellissimo saggio sull'antica "coltivazione" del salnitro (nitrato di potassio, KNO3), il componente essenziale per la fabbricazione della vecchia polvere nera da sparo.Si evidenziavano in quel saggio la difficoltà, la macchinosità ed il lungo tempo necessario per procurarsi un po' di quel magico sale; magico perchè dal XIII al XIX secolo era l'unico prodotto chimico che poteva soddisfare al meglio uno dei bisogni primari dei popoli: farsi reciprocamente la guerra.E' noto infatti che anche intorno al Mediterraneo è molto meglio morir di fame che rinunciare ad avere in tasca una buona sana cartuccia di Kalashnikov.E l'ingegnosità messa in atto dagli uomini pur di non venir meno a questo idiota bisogno esistenziale ha del meraviglioso.Dicevo dunque che è complicatissimo "fare" il salnitro come lo si faceva una volta: oltre ad un particolare locale umido, ci vogliono sostanze azotate in decomposizione che forniscano ammoniaca ossidabile, sali di potassio, un substrato adatto, tantissimo tempo e giusta procedura, eccetera, eccetera... EPPURE tutti sono convinti che il salnitro venga quasi da solo: un vecchio muro, una incrostazione salina... ed eccolo! Le persone con le quali mi è capitato di soffermarmi in qualche occasione su questo argomento erano convinte (e probabilmente lo sono ancora) che quelle efflorescenze saline che si formano talvolta sui muri umidi delle cantine non potessero essere altro che SALNITRO.Sembra quasi che per tradizione ancestrale si sia tramandato solo il primo requisito per la formazione del KNO3: un locale umido, e tanto basta!Questa condizione è necessaria, ma non è certo sufficiente (come vedremo magari un'altra volta).In questo mese di luglio è piovuto nella mia zona per più di venti giorni (non ininterrottamente, altrimenti sarei sull'Ararat...) e allora quale migliore occasione per verificare cosa diavolo sia quella barba bianca in forma di rettile fossilizzato che sta attaccata al muro di una cantina alla quale ho accesso?
Sal di muro
Lessi qualche anno fa un bellissimo saggio sull'antica "coltivazione" del salnitro (nitrato di potassio, KNO3), il componente essenziale per la fabbricazione della vecchia polvere nera da sparo.Si evidenziavano in quel saggio la difficoltà, la macchinosità ed il lungo tempo necessario per procurarsi un po' di quel magico sale; magico perchè dal XIII al XIX secolo era l'unico prodotto chimico che poteva soddisfare al meglio uno dei bisogni primari dei popoli: farsi reciprocamente la guerra.E' noto infatti che anche intorno al Mediterraneo è molto meglio morir di fame che rinunciare ad avere in tasca una buona sana cartuccia di Kalashnikov.E l'ingegnosità messa in atto dagli uomini pur di non venir meno a questo idiota bisogno esistenziale ha del meraviglioso.Dicevo dunque che è complicatissimo "fare" il salnitro come lo si faceva una volta: oltre ad un particolare locale umido, ci vogliono sostanze azotate in decomposizione che forniscano ammoniaca ossidabile, sali di potassio, un substrato adatto, tantissimo tempo e giusta procedura, eccetera, eccetera... EPPURE tutti sono convinti che il salnitro venga quasi da solo: un vecchio muro, una incrostazione salina... ed eccolo! Le persone con le quali mi è capitato di soffermarmi in qualche occasione su questo argomento erano convinte (e probabilmente lo sono ancora) che quelle efflorescenze saline che si formano talvolta sui muri umidi delle cantine non potessero essere altro che SALNITRO.Sembra quasi che per tradizione ancestrale si sia tramandato solo il primo requisito per la formazione del KNO3: un locale umido, e tanto basta!Questa condizione è necessaria, ma non è certo sufficiente (come vedremo magari un'altra volta).In questo mese di luglio è piovuto nella mia zona per più di venti giorni (non ininterrottamente, altrimenti sarei sull'Ararat...) e allora quale migliore occasione per verificare cosa diavolo sia quella barba bianca in forma di rettile fossilizzato che sta attaccata al muro di una cantina alla quale ho accesso?