Se c'è una persona che ti sta antipatica... puoi star certo che anche tu lo sarai per lei! Poco ma sicuro!Questo è uno dei risvolti del Principio di reciprocità, che vale in tantissimi campi, dalla fisica alla sociologia, come si è visto.La sociologia la abbandono immediatamente, preferisco applicare il principio ad una scienza sperimentale che ho più sottomano.Naturalmente questo principio non vale sempre: se dò corrente ad una lampadina essa emetterà luce, ma se le fornisco luce essa non emetterà corrente! E così via...Ho voluto verificare questo semplice discorso:- se applico una potenza (volt x ampere) ad una cella di Peltier, questa da un lato si raffredda e dall'altro si riscalda (è costruita apposta per questo!).- se viceversa raffreddo un lato della medesima e l'altro lo riscaldo, dalla cella uscirà potenza?Il principio di reciprocità dice decisamente di sì... andiamo a verificare, anche se sappiamo già la risposta.A questo link avevo già trattato della cella di Peltier, avevo fornito potenza ed essa mi raffreddava il becher d'acqua.In quell'esperimento la corrente di alimentazione era 4 A su 13 V, quindi la bellezza di una cinquantina di Watt per avere un pessimo rendimento del 5%; questo perchè l'esperimento era solo dimostrativo e non strutturato in modo da curare al massimo le dispersioni termiche, quelle volute e quelle non volute.Curando questi particolari il rendimento si triplica, ma in ogni caso rimane basso ed è per questo motivo che le Peltier vengono usate solo in quei rari casi dove la potenza assorbita (e quindi il costo) non è un problema.Ma facendo lavorare una cella al contrario quale sarà il rendimento? Anche qui sicuramente pessimo, ma quanto pessimo?Ho preso la solita cella, già assemblata da una parte con il radiatore in alluminio e dall'altra con il radiatore in rame per poter asportare (o in questo caso fornire) calore alle due superfici.Ho fatto in modo che il delta T° tra i due lati fosse circa un centinaio di gradi e ho misurato l'uscita in tensione e corrente.In questa brutta fotografia, ecco l'accrocco che accende un LED:
Peltier e il Pricipio di reciprocità
Se c'è una persona che ti sta antipatica... puoi star certo che anche tu lo sarai per lei! Poco ma sicuro!Questo è uno dei risvolti del Principio di reciprocità, che vale in tantissimi campi, dalla fisica alla sociologia, come si è visto.La sociologia la abbandono immediatamente, preferisco applicare il principio ad una scienza sperimentale che ho più sottomano.Naturalmente questo principio non vale sempre: se dò corrente ad una lampadina essa emetterà luce, ma se le fornisco luce essa non emetterà corrente! E così via...Ho voluto verificare questo semplice discorso:- se applico una potenza (volt x ampere) ad una cella di Peltier, questa da un lato si raffredda e dall'altro si riscalda (è costruita apposta per questo!).- se viceversa raffreddo un lato della medesima e l'altro lo riscaldo, dalla cella uscirà potenza?Il principio di reciprocità dice decisamente di sì... andiamo a verificare, anche se sappiamo già la risposta.A questo link avevo già trattato della cella di Peltier, avevo fornito potenza ed essa mi raffreddava il becher d'acqua.In quell'esperimento la corrente di alimentazione era 4 A su 13 V, quindi la bellezza di una cinquantina di Watt per avere un pessimo rendimento del 5%; questo perchè l'esperimento era solo dimostrativo e non strutturato in modo da curare al massimo le dispersioni termiche, quelle volute e quelle non volute.Curando questi particolari il rendimento si triplica, ma in ogni caso rimane basso ed è per questo motivo che le Peltier vengono usate solo in quei rari casi dove la potenza assorbita (e quindi il costo) non è un problema.Ma facendo lavorare una cella al contrario quale sarà il rendimento? Anche qui sicuramente pessimo, ma quanto pessimo?Ho preso la solita cella, già assemblata da una parte con il radiatore in alluminio e dall'altra con il radiatore in rame per poter asportare (o in questo caso fornire) calore alle due superfici.Ho fatto in modo che il delta T° tra i due lati fosse circa un centinaio di gradi e ho misurato l'uscita in tensione e corrente.In questa brutta fotografia, ecco l'accrocco che accende un LED: