Tutti quelli che hanno a che fare con la chimica sanno che nell'etere possono formarsi delle sostanze che godono di un aggettivo magico: "esplosivo!".Perchè questo aggettivo sia magico è presto detto: attira l'attenzione come il miele attira le api (o qualcos'altro che non nomino attira le mosche).Attenzione, qui non voglio parlare di roba che scoppia ma esattamente viceversa.Per azione dell'aria e della luce si possono effettivamente formare nell'etere dei perossidi (sono molecole che contengono una catenella di due ossigeni -O-O- ) che allo stato secco o fortemente concentrati hanno caratteristiche esplosive e sono molto sensibili al calore e allo sfregamento.Ecco che allora, se il perossido si fosse formato nel tappo della bottiglia che magari non era aperta da molto tempo, la microscopica deflagrazione che potrebbe accadere aprendola andrebbe ad incendiare tutto il liquido.E l'etere, dal punto di vista dell'infiammabilità, è veramente un primo della classe.Quindi il vero pericolo è questo, non certo lo scoppio di una quantità infinitesima di sostanza.Oppure, caso completamente diverso, potrebbe succedere che qualche sprovveduto chimico da strapazzo distilli fino quasi a secchezza dell'etere ed allora i perossidi, se presenti, andrebbero a concentrarsi nel palloncino fino ad esplodere.Non parliamo di forti esplosioni (nemmeno come quella di una micetta), ma quando sono presenti solventi infiammabili in recipienti di vetro con persone nelle vicinanze, NIENTE deve avere la possibilità di esplodere, altrimenti qualcuno rischia di prendersi una scheggia in un occhio (o creare un incendio).Ciò che si forma col passare del tempo nella bottiglia di etere ben si vede dalla figura sottostante, che per comodità prendo in prestito da Wiki: etere -> idroperossido -> perossido (prodotto di polimerizzazione).
Etere e perossidi
Tutti quelli che hanno a che fare con la chimica sanno che nell'etere possono formarsi delle sostanze che godono di un aggettivo magico: "esplosivo!".Perchè questo aggettivo sia magico è presto detto: attira l'attenzione come il miele attira le api (o qualcos'altro che non nomino attira le mosche).Attenzione, qui non voglio parlare di roba che scoppia ma esattamente viceversa.Per azione dell'aria e della luce si possono effettivamente formare nell'etere dei perossidi (sono molecole che contengono una catenella di due ossigeni -O-O- ) che allo stato secco o fortemente concentrati hanno caratteristiche esplosive e sono molto sensibili al calore e allo sfregamento.Ecco che allora, se il perossido si fosse formato nel tappo della bottiglia che magari non era aperta da molto tempo, la microscopica deflagrazione che potrebbe accadere aprendola andrebbe ad incendiare tutto il liquido.E l'etere, dal punto di vista dell'infiammabilità, è veramente un primo della classe.Quindi il vero pericolo è questo, non certo lo scoppio di una quantità infinitesima di sostanza.Oppure, caso completamente diverso, potrebbe succedere che qualche sprovveduto chimico da strapazzo distilli fino quasi a secchezza dell'etere ed allora i perossidi, se presenti, andrebbero a concentrarsi nel palloncino fino ad esplodere.Non parliamo di forti esplosioni (nemmeno come quella di una micetta), ma quando sono presenti solventi infiammabili in recipienti di vetro con persone nelle vicinanze, NIENTE deve avere la possibilità di esplodere, altrimenti qualcuno rischia di prendersi una scheggia in un occhio (o creare un incendio).Ciò che si forma col passare del tempo nella bottiglia di etere ben si vede dalla figura sottostante, che per comodità prendo in prestito da Wiki: etere -> idroperossido -> perossido (prodotto di polimerizzazione).