C'è stato un periodo a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta dello scorso secolo in cui impazzavano certi ingenuissimi film di fantascienza con razzi a forma di supposta e dischi volanti fatti esattamente come due piatti da minestra sovrapposti.Per gli altrettanto ingenuissimi spettatori la Luna (Selene) era abitata dai "Seleniti", tanto che più tardi (nel '62) pure Modugno, sulla spinta dei primi voli spaziali, ci fece una canzoncina, quella che ripeteva: -Selene ene a', come è bello stare qua. Selene ene a', il tuo peso sulla Luna è la metà della metà-... eccetera.(Tutti, specialmente i più giovani che leggono questo blog, la conosceranno di sicuro).Ecco, questi presunti abitanti rappresentano il primo tipo di seleniti di cui voglio parlare. Se fossero verdi, avessero le antenne e il naso a trombetta, non lo so.Il secondo tipo di seleniti, con molta minor fantasia e in concreto, li ho incontrati anche stamattina (!). ---°°°OOO°°°---Parlando un po' più seriamente, i seleniti sono i sali dell'acido selenioso, H2SeO3, e poichè anche questo elemento (il selenio) mi è simpatico ho preparato un pochino di quell'acido sacrificando un residuo di selenio che avevo estratto con una discreta fatica da un bel pigmento colorato. Forse qualcuno se ne ricorderà.Il selenio si può ossidare ad acido selenioso per mezzo dell'acido nitrico, secondo la reazione:Se + 4 HNO3 → H2SeO3 + 4 NO2 + H2OSecondo il Brauer per ottenere un prodotto puro occorrerebbe disidratare l'acido selenioso ottenuto con la prima reazione H2SeO3 → SeO2 + H2O riscaldando l'acido e raccogliendo l'anidride seleniosa SeO2 con ripetute sublimazioni e quindi reidratare opportunamente. Naturalmente io mi sono fermato alla prima fase, non interessandomi la purezza analitica del prodotto ma solo la constatazione della possibilità di ottenere successivamente qualche selenito una volta salificato l'acido grezzo con KOH.Ho posto in una capsulina un paio di grammi di selenio ed aggiunto goccia a goccia acido nitrico al 65%; la reazione è esotermica ed immediata e si ha abbondante sviluppo di ipoazotide, lavorare quindi in ambiente ben aerato.
I due seleniti
C'è stato un periodo a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta dello scorso secolo in cui impazzavano certi ingenuissimi film di fantascienza con razzi a forma di supposta e dischi volanti fatti esattamente come due piatti da minestra sovrapposti.Per gli altrettanto ingenuissimi spettatori la Luna (Selene) era abitata dai "Seleniti", tanto che più tardi (nel '62) pure Modugno, sulla spinta dei primi voli spaziali, ci fece una canzoncina, quella che ripeteva: -Selene ene a', come è bello stare qua. Selene ene a', il tuo peso sulla Luna è la metà della metà-... eccetera.(Tutti, specialmente i più giovani che leggono questo blog, la conosceranno di sicuro).Ecco, questi presunti abitanti rappresentano il primo tipo di seleniti di cui voglio parlare. Se fossero verdi, avessero le antenne e il naso a trombetta, non lo so.Il secondo tipo di seleniti, con molta minor fantasia e in concreto, li ho incontrati anche stamattina (!). ---°°°OOO°°°---Parlando un po' più seriamente, i seleniti sono i sali dell'acido selenioso, H2SeO3, e poichè anche questo elemento (il selenio) mi è simpatico ho preparato un pochino di quell'acido sacrificando un residuo di selenio che avevo estratto con una discreta fatica da un bel pigmento colorato. Forse qualcuno se ne ricorderà.Il selenio si può ossidare ad acido selenioso per mezzo dell'acido nitrico, secondo la reazione:Se + 4 HNO3 → H2SeO3 + 4 NO2 + H2OSecondo il Brauer per ottenere un prodotto puro occorrerebbe disidratare l'acido selenioso ottenuto con la prima reazione H2SeO3 → SeO2 + H2O riscaldando l'acido e raccogliendo l'anidride seleniosa SeO2 con ripetute sublimazioni e quindi reidratare opportunamente. Naturalmente io mi sono fermato alla prima fase, non interessandomi la purezza analitica del prodotto ma solo la constatazione della possibilità di ottenere successivamente qualche selenito una volta salificato l'acido grezzo con KOH.Ho posto in una capsulina un paio di grammi di selenio ed aggiunto goccia a goccia acido nitrico al 65%; la reazione è esotermica ed immediata e si ha abbondante sviluppo di ipoazotide, lavorare quindi in ambiente ben aerato.