Una ventina di anni fa i televisori a schermo piatto erano da poco apparsi, poco diffusi e molto costosi, una specie di sogno futuristico più o meno come si vede nel film Farenheit 451 del 1966.Fino alla fine degli anni novanta praticamente tutti i televisori erano costruiti col classico tubo catodico, pesantissimo ed ingombrante.Il tubo catodico di un vecchio televisore era in sostanza una grossa valvola termoionica, con un emettitore termico di elettroni (il catodo), delle griglie controllo e un anodo al quale era collegata una altissima tensione positiva (circa 30mila volt per i televisori a colori dell'ultima generazione).Gli elettroni emessi dal catodo venivano accelerati verso l'anodo, situato dietro lo schermo in forma di sottilissima reticella, e per inerzia ci andavano a sbattere contro illuminando i "fosfori" spalmati sulla parte interna del vetro.Le griglie del tubo regolavano opportunamente il flusso di elettroni, a seconda dell'immagine da formare.Per far sì che il pennello di elettroni scorresse su tutta la superficie dello schermo esso veniva (con opportuni metodi che non sto a dire) deviato da una parte e dall'altra e dall'alto in basso con dei segnali detti di sincronismo, identici a quelli della stazione trasmittente.Per non farla troppo complicata, immaginiamoci un pennello intinto nel colore che scorra da sinistra a destra e da destra a sinistra 15625 volte al secondo, e dall'alto in basso e poi d'accapo 50 volte al secondo.Si capisce che in un attimo tutto lo schermo sarà colorato, poi cancellato, poi ricolorato... e così via fin che la TV rimane accesa.Perchè tutto questo prologo sui vecchi televisori?Perchè l'oscillatore interno all'apparecchio che generava i 15625 Hertz (detto oscillatore di riga) aveva una frequenza che cadeva nello spettro delle frequenze acustiche e che io da giovane udivo benissimo pur essendo al limite superiore di quelle udibili.Accendendo il televisore si sentiva un finissimo sibilo, che nelle persone più sensibili poteva anche dar fastidio e che sicuramente qualcuno ricorderà.Magari esiste ancora qualche tradizionalista (?) che guarda la TV con un vecchio apparecchio a tubo e che magari (sempre più improbabile!) è abbastanza giovane da sentire i 15 KHz acustici... ci credo poco, ma potrebbe anche essere.Un tempo (ho sempre avuto la mania degli esperimenti) mi divertivo a "misurare" la frequenza di riga dei televisori col metodo che chiamerò "a capoccia".Eccolo:- si sa che la frequenza è data dal rapporto tra la velocità di propagazione dell'onda e la sua lunghezza.- come misurare la lunghezza d'onda di quel sibilo?- mi ero accorto che muovendo la testa lateralmente, poco poco, il sibilo subiva delle modificazioni di intensità, fino ad annullarsi in certi punti.- si sa che tra un minimo e l'altro la distanza deve essere pari a una lunghezza d'onda, come si vede dalla figura qui sotto.
Un frequenzimetro "a capoccia"
Una ventina di anni fa i televisori a schermo piatto erano da poco apparsi, poco diffusi e molto costosi, una specie di sogno futuristico più o meno come si vede nel film Farenheit 451 del 1966.Fino alla fine degli anni novanta praticamente tutti i televisori erano costruiti col classico tubo catodico, pesantissimo ed ingombrante.Il tubo catodico di un vecchio televisore era in sostanza una grossa valvola termoionica, con un emettitore termico di elettroni (il catodo), delle griglie controllo e un anodo al quale era collegata una altissima tensione positiva (circa 30mila volt per i televisori a colori dell'ultima generazione).Gli elettroni emessi dal catodo venivano accelerati verso l'anodo, situato dietro lo schermo in forma di sottilissima reticella, e per inerzia ci andavano a sbattere contro illuminando i "fosfori" spalmati sulla parte interna del vetro.Le griglie del tubo regolavano opportunamente il flusso di elettroni, a seconda dell'immagine da formare.Per far sì che il pennello di elettroni scorresse su tutta la superficie dello schermo esso veniva (con opportuni metodi che non sto a dire) deviato da una parte e dall'altra e dall'alto in basso con dei segnali detti di sincronismo, identici a quelli della stazione trasmittente.Per non farla troppo complicata, immaginiamoci un pennello intinto nel colore che scorra da sinistra a destra e da destra a sinistra 15625 volte al secondo, e dall'alto in basso e poi d'accapo 50 volte al secondo.Si capisce che in un attimo tutto lo schermo sarà colorato, poi cancellato, poi ricolorato... e così via fin che la TV rimane accesa.Perchè tutto questo prologo sui vecchi televisori?Perchè l'oscillatore interno all'apparecchio che generava i 15625 Hertz (detto oscillatore di riga) aveva una frequenza che cadeva nello spettro delle frequenze acustiche e che io da giovane udivo benissimo pur essendo al limite superiore di quelle udibili.Accendendo il televisore si sentiva un finissimo sibilo, che nelle persone più sensibili poteva anche dar fastidio e che sicuramente qualcuno ricorderà.Magari esiste ancora qualche tradizionalista (?) che guarda la TV con un vecchio apparecchio a tubo e che magari (sempre più improbabile!) è abbastanza giovane da sentire i 15 KHz acustici... ci credo poco, ma potrebbe anche essere.Un tempo (ho sempre avuto la mania degli esperimenti) mi divertivo a "misurare" la frequenza di riga dei televisori col metodo che chiamerò "a capoccia".Eccolo:- si sa che la frequenza è data dal rapporto tra la velocità di propagazione dell'onda e la sua lunghezza.- come misurare la lunghezza d'onda di quel sibilo?- mi ero accorto che muovendo la testa lateralmente, poco poco, il sibilo subiva delle modificazioni di intensità, fino ad annullarsi in certi punti.- si sa che tra un minimo e l'altro la distanza deve essere pari a una lunghezza d'onda, come si vede dalla figura qui sotto.