CHIMICA sperimentale

Al Deutches Museum


Se amate la scienza e soprattutto la tecnologia come le amo io, allora DOVRESTE andare, almeno una volta nella vita, a girovagare per i corridoi del Deutches Museum di Monaco.Io l'ho fatto ormai da un bel po' di anni, ed è ormai tempo di tornarci, parola mia!Ho avuto finora la buona fortuna di visitare un gran numero di musei, d'arte e non di arte, famosi o famosissimi, in Italia e all'estero, sempre raccogliendone grande soddisfazione dal momento che i grandi musei raccolgono la quintessenza della produzione umana in tutti i campi.Ma il Deutches Museum, per quanto mi riguarda, li batte tutti.Ciò che si legge in Wiki sui contenuti di questo museo (ed è pure molto corposo) è per forza riassuntivo e riduttivo: in realtà c'è infinitamente, dico infinitamente, di più!A suo tempo avevo trascorso due giornate girando come un'ape impazzita all'interno delle sue sale, e sono sicuro che non mi basterebbero DUE MESI per vedere bene tutto nei particolari come piace a me.Per fare solo un esempio da nulla, ricordo che mi ero fermato una mezz'oretta solo davanti ai tubi e tubetti della macchina originale di Linde (1895) per la produzione dell'aria liquida... e quella macchina rispetto al museo E' COME  UNA SOLA CELLULA RISPETTO AD UN CORPO INTERO!E che dire del generatore di Marx (no, non il Marx del Capitale, tutta un'altra persona...) all'ingresso del museo, col suo milione e duecentomila volt?Roba da starci lì imbambolati a vedere come fa quell'aggeggio gigantesco a fare i fulmini, che sono il pezzo forte per accogliere i visitatori ancora ignari.E la nostra chimica? Aggiungo solo: adeguata alla situazione... e chi ha orecchie per intendere, intenda.Tanto per mettere una vecchia foto, ecco la ricostruzione del laboratorio di Lavoisier; ma se non basta c'è anche quello di Justus Liebig.E così via andando. 
                     "Laboratorium zur Zeit Lavoisier"Se appena potete, fate una capatina al DM... garantisco che ne vale la pena.Monaco è una città magnifica, mille cose da vedere, d'arte e di scienza.E dopo l'indigestione di arte e di scienza, c'è la possibilità, anzi quasi il dovere, di farne un'altra molto più prosaica: uno stinco ciclopico cucinato come si deve, naturalmente da annegare in una birra degna di questo nome.Prosit!