Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

 

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Spiriti chimici...

Post n°216 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da paoloalbert

Qualche volta si sa che mi piace paragonare le sostanze che faccio interagire nel mio gioco chimico a degli attori che recitano una commedia.
Infatti i reagenti io li vedo come dei personaggi: ognuno con la sua parte, il suo costume, la sua personalità... dove per parte intendo l'azione chimica, per costume il colore e l'odore, per personalità la reattività, ecc.

Aspettando la calda stagione, mi sono divertito a sfogliare antichi tomi in e-book (ne cito solo un paio: Lemery e Lavoisier) e ad estrarne gli "spiriti" e i "liquori".
Oggi i miei attempati attori li prendo tutti dalla vecchia commedia dell'arte, e non li faccio nemmeno recitare ma li metto solo in fila per farsi ricordare, magari con un brevissimo commento.
I personaggi sono sei-sette-ottocenteschi, ovvero facenti parte di quel periodo dei lumi che inizia a lasciarsi alle spalle l'alchimia-magia per volgersi alla serietà della chimica moderna.

Una parola per definire ciò di cui parliamo: per "spirito" si intendeva qualunque prodotto volatile ottenuto dalla distillazione delle sostanze. Per semplicità non entro in merito a ulteriori sottoclassificazioni.

Li faccio sfilare sul palco alla rinfusa, così come escono dal camerino.

Avanti dunque SPIRITI, forza che siete in tanti!

- Lo "spirito" più classico è l'etanolo, non ci piove. Ricordo che (almeno nella mia zona) questo nome è sopravvissuto intatto addirittura fino ai nostri anni '60! 

- Lo "spirito di legno" non può essere che il metanolo, scoperto da Boyle dalla distillazione del legno

- E lo "spirito di Venere"? Era uno dei nomi dell'acido acetico (che c'entri l'acidità di qualche antica femmina?)

- Lo "spirito piroacetico" è ancora l'acido acetico, sempre ottenuto dalla distillazione secca (piro) del legno, a volte suggestivamente chiamato anche "spirito di fuliggine"...

- Lo "spirito di sal marino" come si può ben sospettare era l'acido cloridrico, con le opportune varianti: "spirito di sal fumante" (acido cloridrico concentrato) e "spirito di sal dolce" acido cloridrico diluito con etanolo

- Lo "spirito silvestre" indicava il gas anidride carbonica; c'erano anche qui dei sinonimi: "spirito elastico" (gas, è!) e "spirito letale". Beh, pensavo peggio, ma effettivamente la povera anidride carbonica non permette la respirazione

- E lo "spirito fumante di Libavius"? Ah, questo sì che mi piace e lo eleggo a mio preferito del giorno. E' il tetracloruro di stagno, idrolizzantesi all'aria in bianchi e densi fumi

- Volete lo "spirito di sale d'orina"? Forse non sarà stato proprio puro, ma... era il    carbonato di ammonio. Ci sono altri sinonimi: "spirito volatile di corno di cervo", e addirittura "spirito volatile di vipera"! Li lascio tutti senza rammarico

- Per stare in tema, lo "spirito d'alcali volatile" è facile a intuirsi: ammoniaca gassosa

- Lo "spirito di sal ammoniaco" era la soluzione di ammoniaca, detta anche "spirito volatile d’Inghilterra"

- Andiamo sul difficile: lo "spirito anodino minerale dell’Hoffmann"? Nessuno l'avrebbe mai potuto indovinare: si trattava di una soluzione di CH3-CH2-O-CH2-CH3 e alcol: etere insomma!

- Bello questo: "spirito di Calcanto"! Si presta ad una deduzione. Una volta l'acido solforico si otteneva dalla distillazione secca del solfato di ferro... ora la calcantite è un solfato (di rame)... che lo spirito di Calcanto sia acido solforico? Giusto!

- E lo "spirito di nitro"? Troppo facile: acido nitrico, ottenuto dal nitro del Chilì (nitrato di sodio). Naturalmente c'era lo "spirito di nitro dolce" (una miscela di acido nitrico e alcol e lo "spirito di nitro fumante" che ormai è banale indovinare, trattandosi di acido nitrico molto concentrato (fumante e giallo per ossidi d'azoto)

- il più classico di tutti: lo "spirito di vitriuolo" non può che essere l'acido solforico, ottenuto dalla distillazione secca del vitriuolo di ferro (solfato di ferro che, ricordiamo, contiene 7 molecole di acqua di cristallizzazione!)

- E lo "spirito di zolfo per campana"? Cosa c'entrino le campane non ne ho idea... comunque si trattava di acido solforoso

- Rimane lo "spirito di Menderero", visto che c'è anche lui. Cos'era? Semplicemente un sale che un tal sconosciutissimo medico Menderero prescriveva ai suoi pazienti: acetato d’ammonio... bah, se non altro tanto male non faceva!

Finiamo in gloria con il botanico-medico-scienziato Boerhaave: costui chiamava "Spirito Rettore" il principio che dava l'odore a tutte le sostanze. Direi che ci può stare anche questo spirito in mezzo ai miei attori; anzi lo metto proprio per ultimo per dargli l'evidenza che si merita, dato che è ancora più "spirituale" degli altri.

La prossima volta parlerò dei "liquori". Ma niente roba da bere!

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Commenti al Post:
mmcapponi
mmcapponi il 27/01/13 alle 11:08 via WEB
Cosa c'entri la campana te lo spiego subito: il riferimento è al modo in cui l'alchimista vicentino Angelo Sala otteneva l'olio di vetriolo... alla campana, ovvero bruciando zolfo sotto campane di vetro, entro le quali oltre all'aria per la combustione era immesso anche del vapore. Dalla combinazione di anidride solforosa e vapor d'acqua si formava acido solforoso, che col passar del tempo si ossidava ad acido solforico. Il metodo divenne patrimonio comune di molti speziali ed è dalla combustione dello zolfo con un pizzico di salnitro (in rapporto 8:1) che gli inglesi Joshua Ward e John Roebuck (spero di ricordare bene la grafia) per trasportare il processo su grande scala, usando contenitori di piombo anziché di vetro, come facevano alchimisti e speziali. Il resto dell'evoluzione tecnologica conduce al processo delle camere di piombo, oggi soppiantato dal metodo per contatto, figlio del genio di Knietsch e del patrimonio della BASF. Ciao! MC
 
 
paoloalbert
paoloalbert il 27/01/13 alle 18:07 via WEB
Ecco svelato un piccolo mistero allora! Grazie Marco per l'utile integrazione. Però s'impone qualche ulteriore ragionamento, senza nulla togliere al Sala. Data per nota e scontata tutta la faccenda delle camere di piombo (nelle quali gioca un ruolo essenziale la "nitrosa"), non mi spiego tuttavia come il nostro Sala riuscisse a ossidare il vacuo solforoso a solforico senza di essa. Tu dici col passar del tempo... e può anche essere, ma a che infima concentrazione era poi quell'H2SO4? Se lo chiamo "olio di vetriolo" pretendo che il termine sia appropriato e quindi di degna concentrazione. Anche l'aggiunta del poco KNO3 non fa altro, secondo me, che favorire la combustione dello zolfo, che sputerà fuori SO2 a volontà, ma in quanto ad SO3... una traccia! Vorrei ben poter replicare in piccolo l'esperienza del Sala, ma il mio pessimismo verso l'ottenimento del cosiddetto "olio" è in questo caso totale! Ma mi accontenterei abbondantemente anche di un "olietto" leggero leggero... Bye! PA
 
Cafedelmar71
Cafedelmar71 il 29/01/13 alle 11:51 via WEB
Leggendo il tuo post mi vengono in mente alcune rime di Alberto Cavaliere nel suo 'La chimica in versi', quando scrive d'acido solforico: "Chiamato spirito di vetriolo nei morti secoli, ben noto solo fu poi per opera di Lavoisier, che analizzavalo tale qual è. ... Gli usi a cui s'appica sono infiniti. Lo s'ottien libero dalle piriti..." (sorrido)
 
 
paoloalbert
paoloalbert il 29/01/13 alle 12:18 via WEB
Ciao Anna, ben sentita ancora una volta! E chi non conosce il buon Cavaliere? Anch'egli degno "spirito" d'altri tempi vero? (sorrido anch'io)
 
Cafedelmar71
Cafedelmar71 il 30/01/13 alle 08:12 via WEB
Oh, sì, uno "spirito davvero reattivo" questo Cavaliere! Scrisse i suoi versi come reazione ad un esame di chimica andato male. La chimica, in fondo... è davvero un insieme di reazioni... anche sentimentali ed è sempre bello leggerla nei tuoi scritti. Sempre Grazie PA!
 
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