Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

 

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Ambientalismo vittoriano

Post n°72 pubblicato il 08 Gennaio 2011 da paoloalbert

Se dico "vittoriano", non vien subito da pensare a quel romantico periodo a cavallo tra la prima metà e la fine dell'ottocento?
Non par di vedere tutto quell'arco che va dai lanosi cappelli a cilindro fino alle solari pagliette belle epoque?
Il discorso di oggi si ambienta in questo periodo che ho così grossolanamente definito.

C'è da dire che le pareti delle case borghesi (specialmente inglesi) erano allora spessissimo ricoperte dalla tappezzeria, la cosiddetta "carta da parato": bene, facciamo finta ora che alla padrona di casa di una ipotetica dimora signorile del tempo piacesse una tappezzeria vivace, magari ad artistici fiorami, foglie e fregi come era di moda...

Poteva capitare, ed è effettivamente capitato in tante occasioni, che i signori abitanti di quella certa casa cominciassero ad avere strani sintomi, magari all'inizio semplici starnuti, poi tosse, lacrimazione, mal di gola, nausea, coliche, spasmi muscolari, diarrea, depressione, estrema debolezza...
Si capisce che tutti questi sintomi non erano concomitanti, ma apparivano in forma subdola, lenta ma sempre più invasiva, per arrivare a volte addirittura fino alle estreme conseguenze.
A volte succedeva a tutti i componenti della famiglia, altre volte magari solo a coloro che dormivano in una certa camera...

Cosa stava succedendo? Lo si è scoperto molto tempo dopo.

La fabbrica della carta da parati aveva usato per i propri pigmenti il bellissimo verde di Parigi (detto anche verde di Schweinfurt) oppure il verde di Scheele, due composti arsenicali allora molto in uso.
La presenza nella carta da parato di colle vegetali a base di amido, unita all'umidità dei muri ed a particolari condizioni favorevoli, avevano permesso lo sviluppo su quelle pareti di due microorganismi, il Penicillum brevicaule e il Penicillum divaricatum, che agendo per fermentazione sui composti arsenicali dei pigmenti avevano emesso minime ma pericolosissime tracce di arsina e alchilarsine; bastava che l'arsenico fosse presente in minime quantità (pochi ppm di As2O3 per mq) nella superficie della parete per rendere la stanza una insospettabile, lentissima ma micidiale camera a gas!
In Italia il problema fu studiato in particolare da Bartolomeo Gosio, e queste emanazioni furono da noi chiamate addirittura "gas di Gosio"!
Naturalmente quando la causa dei disturbi fu chiarita, l'impiego di queste sostanze fu proibito, anche se per qualcuno un po' troppo tardi...

Qualche formuletta si impone per capire meglio quella vittoriana tappezzeria:

- As, sua maestà l'Arsenico, un grigio semimetallo; è sempre lui il colpevole per definizione, è come il maggiordomo dei gialli delle barzellette!

- 3Cu(AsO2)2.Cu(CH3-COO)2, acetoarsenito di rame, detto verde di Parigi o di Schweinfurt, polvere di un bellissimo verde smeraldo, molto velenosa

- CuHAsO3, arsenito acido di rame, detto verde di Scheele, idem come sopra, con tonalità leggermente diversa

- As2O3, anidride arseniosa, è una polvere bianca e costituisce il terribile "arsenico" degli avvelenamenti delittuosi

- AsH3, arsina, un gas di odore agliaceo, velenosissimo

- (CH3-CH2)2=AsH, dietilarsina, liquido volatile, estremamente tossico e aggressivo

- (CH3)2=As-CH3, trimetilarsina, liquido volatile, idem come sopra

- (CH3)2-As-O-As-(CH3)2, ossido di cacodile, liquido di odore ripugnante, velenosissimo, di grande importanza storico-chimica, ma che ora non sto a dire.

Dopo queste amene considerazioni di tossicologia pre-ecologica, quando la sensibilità ambientale era zero con tutte le sue ovvie conseguenze, ce ne sarebbero da fare altre, ma girate di 180 gradi, verso un altro estremismo.

Mi riferisco a quella moda oggi dilagante di esibire la propria ignoranza scientifica vedendo quasi tutto ciò che ci circonda come tossico e cancerogeno.
Basta bruciare un cartone o possedere un vecchio termometro a mercurio che qualcuno ormai comincia a guardarti com'era guardato Gian Giacomo Mora nella Colonna infame... permettetemi di estremizzare un po' anch'io!

Ma che fastidiosi questi estremismi!
Non dico di preferire le mie verdi carte da parato, ma tra queste e un moderno eco-talebano... non saprei cosa scegliere.

 

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Commenti al Post:
mmcapponi
mmcapponi il 08/01/11 alle 14:15 via WEB
Caro PA, il tuo bellissimo post mi ha fatto tornare in mente un bellissimo paragrafo del Molinari sul quale si riportava la preparazione degli arseno-benzeni (anzi: arsenobenzoli erano chiamati) facendo reagire i sali di diazonio con l'arsenito di sodio. In questo modo si formava il legame Arile-Arsenico... interessante, no? Soprattutto per il fatto che dai moderni libri di chimica organica questa reazione è praticamente sparita... chissà che a scriverli non sia stato qualche ecotalebano, da spedire subito in Bangladesh (sai che in quel paese l'acqua è molto ricca di As) a meditare!
 
 
paoloalbert
paoloalbert il 08/01/11 alle 15:19 via WEB
Grazie del commento! Oltre che nel Bangladesh, sembra ora che il problema si sia trasferito tal quale anche a casa nostra nel Lazio! Fatte le debite proporzioni... Per quanto riguarda gli arsenobenzoli mi hai dato un ottimo spunto: vado di corsa a documentarmi come si deve e poi ne riparliamo...
 
   
mmcapponi
mmcapponi il 08/01/11 alle 18:39 via WEB
Beh... la reazione che ti ho indicato io porta alla formazione dell'acido fenilarsonico (o benzenarsonico), interessante come ti dicevo perché crea il legame Ar-As.Poi di là si può procedere oltre: un arsenobenzolo ha formula generale Ar-As=As-Ar. Come avrai trovato, a questa classe apparteneva il Salvarsan606, farmaco usato per la cura della Sifilide (Erlich, 1909).
 
     
paoloalbert
paoloalbert il 08/01/11 alle 20:39 via WEB
Sì, è proprio riguardo questi composti che dedicherò qualche risorsa ricercando qualcosa di fattibile. Sul lavoro di Erlich avevo già letto ma mi par di ricordare che c'erano delle difficoltà. Anche in caso positivo (sicuramente qualcosa trovo, non è la prima volta che ci penso) rimane poi il dilemma della pubblicabilità.
 
     
mmcapponi
mmcapponi il 08/01/11 alle 22:43 via WEB
Sulla pubblicabilità di lavori sperimentali di questo tipo: credo che l'articolo 33 della Costituzione della Repubblica non valga per l'elemento 33. La scienza non è libera per lui, non in Italia (e nemmeno in Padania!), almeno. Puoi solo nominarlo (e fare bei articoli di storia) ma non è bene che compaia materialmente per ovvie questioni... "igieniche"!
 
     
paoloalbert
paoloalbert il 09/01/11 alle 13:38 via WEB
Bella e concreta questa correlazione tra l'Articolo e l'Elemento corrispondente! Complimenti alla fantasia di Marco, peccato invece per la libertà di tutti...
 
Gifh
Gifh il 17/01/11 alle 20:16 via WEB
Ciao e complimenti per il blog! Incredibile che già ai tempi di Gosio si parlasse tranquillamente di interazioni tra microorganismi e arsenico, quando anche la NASA e i referee di oggi a volte si fanno prendere un po' troppo facilmente la mano! ;) Mi sa che ti sei procurato un'altro seguace. Cordialmente Il chimico impertinente
 
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