Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

 

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Rosso cardinale

Post n°333 pubblicato il 06 Novembre 2015 da paoloalbert

A proposito di litio, scommetto che tanti giovani studenti con qualche pallino per la chimica hanno visto il colore alla fiamma di questo metallo solo nelle immagini di Google.
Tempo fa, quando le materie scientifiche nelle scuole erano ANCHE E SOPRATTUTTO sperimentali, la prima cosa che l'insegnante faceva vedere agli allievi scendendo nel laboratorio durante l'ora di chimica era il colore alla fiamma dei vari elementi.

Via via venivano torturati sul bunsen i vari sali coloranti la fiamma, ovvero quelli di potassio, di rame, di bario, di stronzio, di calcio, di litio e qualche altro, finendo in gloria col giallo del sodio.
Nel paleozoico, cioè quando io ero giovane studente (sia come tempo ma soprattutto come mentalità), si cominciava il lab di chimica così:

a)- si prendeva una bacchetta di vetro e fondendone parzialmente una estremità sul bunsen le si inseriva per qualche millimetro un filetto di platino.

b)- siccome il filetto era stato toccato dalle manacce dello studente (o dell'Assistente) lasciandone tracce di sodio sulla superficie, lo si immergeva in acido cloridrico concentrato e lo si passava alla fiamma più e più volte, finchè la fiamma medesima non avesse perso quella insistentissima colorazione gialla.
Il sodio è quello che colora la fiamma molto più degli altri e ne bastano tracce veramente minime per coprire i colori, molto più discreti, dei suoi colleghi della tavola periodica.
[Ecco anche il motivo per cui questo elemento lo si teneva per ultimo nell'osservazione: per non faticare a ripulire il filo di platino facendogli fare quegli infiniti e noiosi bagnetti nell'HCl concentrato per eliminare la sua fastidiosa invadenza].
Dopo aver pulito per bene il filo, ovvero finchè messo ad arrostire nella fiamma non avesse più evidenziato alcun colore, lo si bagnava con HCl e con la punta si prendeva un cristallino (non di più!) di quel sale che si voleva esaminare, oppure lo si immergeva in una sua soluzione.

c)- si metteva il filo nella fiamma ossidante e quasi incolore del bunsen e se ne osservava il colore, memorizzandolo per l'eternità.

d)- dopo ogni osservazione si puliva di nuovo accuratamente il filo con i soliti bagnetti acidi (perchè si usasse il platino mi sembra superfluo dire: perchè è un metallo nobilissimo, inalterabile e resiste quasi a tutto. Perchè si usasse proprio l'acido cloridrico per queste prove è per il fatto che i cloruri dei metalli sono più "volatili" degli altri sali, senza avere zavorre anioniche attaccate al metallo).

e)- quando si arrivava al litio... -che bello!- tutti esclamavano! -E' il rosso cardinale del litio- diceva il paleozoico insegnante.
E si tornava ad intingere per rivedere. Allora queste cose le si vedevano lì o da nessun'altra parte.

 

Fiamma

              La zona ossidante della fiamma è quasi incolore 

 

Fiamma litio

                                 Il rosso cardinale del litio


Ecco la fiamma del mio decrepito bunsen attivata per l'occasione con una soluzione diluitissima di idrossido dil litio LiOH: il "rosso cardinale" richiama infatti la tonalità della mantellina degli alti prelati (a proposito dei quali si può aggiungere che anch'essi una volta erano molto più di moda di oggi...).

Ma perchè certi metalli colorano la fiamma? Si tratta di elettroni che saltando da un'orbitale all'altro eccitati dal calore emettono fotoni su una certa lunghezza d'onda... ma vedo che sto deviando e mi fermo immediatamente: se cominciamo a parlare di orbitali ed elettroni non siamo più in Chimica sperimentale.
Mi viene il dubbio (anzi, un dubbione, un dubbiaccio) che nelle scuole, a parte ovviamente quelle di chimica, non esistano quasi più "le ore di laboratorio", o che siano state ridotte ad una toccata e fuga, tanto per dire.
Naturalmente ci sono i soliti mille splendidi motivi:

-I fondi non ci sono, le sostanze sono pericolose, non c'è tempo per queste cose, il metano è pericoloso, non abbiamo gli assistenti, le scorte di reagenti sono finite, il Ministero non ci manda più i soldi, meglio fare materie umanistiche... eccetera, eccetera, eccetera all'infinito-
Bah... magari mi sbaglio, ma meglio non commentare.

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