Parole Libere

BOIA E BOIATE NON SI FERMANO MAI


Rimandata l’esecuzione capitale per altri due irakeni condannati a morte insieme al già giustiziato Saddam Hussein. Sembra che a causa delle pressioni internazionali le esecuzioni siano state rimandate al prossimo weekend… sulla morte dell’ex rais ho scritto poco o niente. Avevo già ampiamente dichiarato la mia contrarietà alla pena capitale per il decaduto dittatore irakeno e per la pena di morte in generale ma non mi scandalizzo per quello che sa succedendo in Iraq. Mi spiego meglio, in questi giorni le prime pagine dei giornali ci fanno vedere cappi, gridano allo scandalo per le sentenze di morte irakene, quasi il mondo intero si scandalizza e chiede la messa al bando della pena capitale. L’Italia non fa eccezione, Pannella non mangia in segno di protesta, il governo propone una moratoria internazionale. L’Iraq sembra l’unico Paese al mondo in cui sia applicata la pena di morte. Ma è così? Assolutamente no. E così si viene a scoprire che nel vicino Iran hanno già impiccato 3 persone nel 2007 e nel 2006 i cappi si sono stretti 154 volte. E che dire della Cina, delle due Coree, della Russia, degli USA, di Cuba, dell’Arabia Saudita tanto per citare i più famosi stati che prevedono la pena di morte? Quanti prime pagine hanno dedicato i quotidiani ai condannati a morte di questi Paesi? Poche, molto poche, qualcuna sicuramente agli USA che prevedono la pena di morte in alcuni Stati, di altri non ne ricordo. Non ricordo richieste di moratoria per un impiccato in Iran, non ricordo scioperi della fame per un fucilato cinese o indignazione per un morto saudita (per citare i tre Paesi più “boia” del 2005).Mal comune mezzo gaudio? Neanche a parlarne, ben vengano le richieste di moratoria e le indignazioni per la condanne a morte, ma in generale non solo per il caso irakeno. Quindi non ci si indigni solo con l’Iraq perché ci sono di mezzo gli USA. Si mettano da parte simpatie politiche ed economiche e si faccia un discorso più in generale condannando tutti i Paesi che non solo applicano la pena di morte ma che soprattutto non rispettano i diritti umani del proprio popolo.La reazione del governo irakeno alle critiche piovutegli addosso dal nostro governo è stata secca: “Tacete voi che avete ucciso Mussolini dopo un processo di un'ora” . Obiezione in parte giusta perché effettivamente Mussolini sia stato ucciso senza alcun processo (dato di fatto), ma certamente un errore fatto 60 anni fa non può impedire ad un Paese democratico come l’Italia di condannare una pratica atroce come la pena capitale. Già. Quello che ho appena scritto sarebbe vero se in Italia ci fosse la coscienza comune (almeno nelle istituzioni) che l’omicidio del Duce fu un errore gravissimo. E riconosco che in molti lo hanno riconosciuto e lo hanno dichiarato pubblicamente a rischio della propria popolarità, basti pensare a cosa successe a D’Alema nel 2005. Ieri leggevo poi che anche molti italiani “comuni” riconoscono che anche ad un dittatore dovrebbe essere garantito almeno un processo con accusa e difesa ed in ogni caso a nessuno andrebbe tolta la vita. Un plauso a chi lo riconosce ed ammette gli errori della propria parte politica.Ma la pensano tutti così? E’ evidente di no. Basti leggere le critiche che proprio l’esponente DS ricevette nel 2005 non solo da propri compagni di partito ma anche da comuni personaggi di sinistra (il contenuto di alcune lettere indirizzate ad Unità e Liberazione lasciano sgomenti). Ancor più grave è quando politici di spicco “piangono” l’ingiusta esecuzione di Saddam (comunque processato in un’aula di tribunale) ma contemporaneamente sostengono la legittima la fucilazione di Mussolini. Che credibilità possono esprimere personaggi simili? Poca. Emerge una certa faziosità, una certa ipocrisia, un’incapacità di accettare e condannare i “propri” errori.Ieri su Repubblica è apparso un articolo di Giorgio Bocca, fascista intransigente prima poi diventato antifascista di professione finita la guerra. Le boiate di bocca sostengono che “Mussolini è stato condannato dalla maggioranza del popolo italiano negli anni delle guerre inutili e sanguinose e soprattutto nei venti mesi della occupazione nazista e della collaborazione di Salò con Hitler. E se proprio si vuole una giustificazione legalistica Mussolini è stato giustiziato su ordine del Clnai, il comitato di liberazione nazionale che governava nell'Italia occupata.” Praticamente secondo Bocca la maggioranza degli italiani sarebbero stati degli “assassini” avendo condannato alla morte Mussolini, che il Clnai rappresentava il “governo italiano” ed anche la “magistratura italiana” a questo punto. Da quali informazioni Bocca possa arrivare a queste conclusioni lo ignoro… mi piacerebbe sapere se tutti gli italiani erano assetati del sangue del Duce e soprattutto su quali documenti stava scritto che Clnai rappresentava legalmente governo e magistratura dell’allora Regno d’Italia.Ma l’articolo non si ferma qui, Bocca racconta poi come la fucilazione di Mussolini fu una decisione presa dall’alto (in contrasto con chi sostiene che fu invece una decisione del tutto indipendente del comando partigiano che catturò il Duce e la Petacci): dice lo scrittore "Telefonarono da Musso, un paese del lago di Como - mi raccontò Solari - e ci dissero che avevano catturato Mussolini. Luigi Longo uscì nel corridoio per trovare qualcuno da mandare sul posto. Tornò e mi disse: ho trovato solo Audisio". Non era proprio così: aveva trovato anche Lampredi uomo di partito e mandò anche lui con l'ordine di fucilarlo sul posto. "A me - disse Solari - ha detto: gli ho ordinato di portarlo a Milano". Lampredi e Audisio lo fucilarono, noi lo sapemmo a cose fatte e approvammo pienamente.”Ben contenti quindi di aver ammazzato Mussoli e la Petacci per ordini politici superiori quindi.Ma sono le conclusioni di Bocca quelle che più mi inquietano:“Ma la fucilazione di Mussolini e dei gerarchi a Dongo è politicamente assimilabile alla impiccagione di Saddam Hussein solo nelle linee generali. La fine di una tirannia non poteva allora essere che una giustizia sommaria del vincitore. Sotto questo aspetto quella di Mussolini è stato un fatto inevitabile, la scomparsa di un uomo perché la storia continui, un epilogo violento e drammatico perché da una tirannia possa nascere un paese libero.”Inevitabile e giusta dunque la condanna a morte e l’esecuzione sommaria di Mussolini. E di Saddam che pensa l’illuminato scrittore di casa nostra?“Ciò che persuade di meno della esecuzione del tiranno Saddam è che il tiranno era già caduto e vinto: nessuno, neppure i seguaci e consiglieri di Bush, può seriamente pensare che la democrazia sia esportabile con le armi e che i sudditi di Saddam, o almeno una importante minoranza, siano davvero convinti delle colpe del loro leader tanto è vero che a cadavere ancora caldo i sunniti lo piangono e si ripromettono di vendicarlo. Sicché la esecuzione barbara di Saddam più che l'inizio di una liberazione ha l'aria della convulsione di un terrore perdurante, di una ferocia che si ripete. E in questo senso si può considerarla un errore.”Cioè, giustiziare Saddam ormai decaduto in fuga solitaria è stata una barbaria, un errore imperdonabile, mentre giustiziare Mussolini nelle medesime condizioni dell’ex rais (decaduto, in fuga, braccato dai partigiani e dagli angloamericani) un atto dovuto. Chi mi spiega le differenze?Ma ecco la conclusione dell’articolo apparso ieri su Repubblica:“L'errore della esecuzione di Saddam con quella terribile esposizione di cappi, botole, boia mascherati, insulti sono stati un errore profondissimo, di quelli che fanno disperare degli uomini e del loro destino.”Trucidare invece Mussolini e la Petacci, vittima INNOCENTE, esporli al pubblico denigro ed infine appenderli a testa in giù invece non è stato terribile? Non è stato un errore profondissimo? Evidentemente per Giorgio Bocca no. Se sei fascista non hai diritti umani.Mi chiedo se siano peggio le impiccagioni dei boia irakeni o le boiate dei giornalisti italiani…