Paolo Monterisi era nato a Trani il 20 febbraio 1954. Entrato fra i Vincenziani nel novembre 1978, compì gli studi a Napoli-Posillipo, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Il 24 aprile 1983 emise i voti religiosi ed il 30 giugno 1984 fu ordinato sacerdote. Destinato come responsabile alla Scuola Apostolica di Lecce, lavorò anche nel settore della pastorale vocazionale vincenziana e diocesana, insegnò religione nelle scuole medie, si prodigò ovunque c’era del bene da fare. Ora la sua salma riposa nel cimitero di Trani mentre il suo ricordo è in benedizione nella memoria di tutti. La nostra Comunità e quanti lo avevano conosciuto da vicino hanno vissuto con intensità tutta particolare e difficilmente esprimibile il distacco da lui. Ognuno ha espresso col proprio rimpianto e dolore, sentimenti di stima e di commossa ammirazione per la sua persona, soprattutto per l’entusiasmo col quale egli ha vissuto i suoi brevi ma intensi anni di vita sacerdotale. Significative le sue accorate, ripetute invocazioni durante una notte insonne, trascorsa quasi tutta in preghiera: “Signore, c’è tanto bisogno di sacerdoti! Fammi vivere ancora perché possa continuare a lavorare nella tua vigna!...”
Post N° 4
Paolo Monterisi era nato a Trani il 20 febbraio 1954. Entrato fra i Vincenziani nel novembre 1978, compì gli studi a Napoli-Posillipo, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Il 24 aprile 1983 emise i voti religiosi ed il 30 giugno 1984 fu ordinato sacerdote. Destinato come responsabile alla Scuola Apostolica di Lecce, lavorò anche nel settore della pastorale vocazionale vincenziana e diocesana, insegnò religione nelle scuole medie, si prodigò ovunque c’era del bene da fare. Ora la sua salma riposa nel cimitero di Trani mentre il suo ricordo è in benedizione nella memoria di tutti. La nostra Comunità e quanti lo avevano conosciuto da vicino hanno vissuto con intensità tutta particolare e difficilmente esprimibile il distacco da lui. Ognuno ha espresso col proprio rimpianto e dolore, sentimenti di stima e di commossa ammirazione per la sua persona, soprattutto per l’entusiasmo col quale egli ha vissuto i suoi brevi ma intensi anni di vita sacerdotale. Significative le sue accorate, ripetute invocazioni durante una notte insonne, trascorsa quasi tutta in preghiera: “Signore, c’è tanto bisogno di sacerdoti! Fammi vivere ancora perché possa continuare a lavorare nella tua vigna!...”