Padre Paolo

Post N° 17


Di Paolo Monterisi altri potranno parlare molto ampiamente per gli anni della giovinezza e del breve periodo di vita sacerdotale. I ricordi di questo tempo saranno certamente più incisivi, perché la personalità di Paolo ormai era matura.Però è anche vero che il buon giorno si vede dal mattino.Fui nominato vice parroco della Parrocchia S. Francesco in ottobre 1965 e rimasi in questo incarico per due anni pastorali fino a settembre 1967. Il parroco can. Michele Leone, alquanto anziano, mi lasciò fare ogni iniziativa a favore dei ragazzi, dei giovani e per il catechismo dei fanciulli.Venendo dall'Azione Cattolica, avuta la vocazione al sacerdozio in un campeggio di Azione Cattolica, vivevo la mia vita sacerdotale con tutta l'esperienza acquisita in Azione Cattolica.Fu questo il motivo per il quale in un ambiente frequentato da ragazzi di famiglie di ceto medio pensai ad un campeggio con le tende da attrezzare dall'a alla z.Era l'unico modo per portare in aria buona di montagna una trentina di ragazzi per fare formazione estiva.Nella mia attività tra i ragazzi incontrai subito Paolo, perché conoscevo i genitori, i fratelli, soprattutto Vittorio, molto attivo in Azione Cattolica al Centro Diocesano.Paolo, tra i ragazzi che impegnai come ministranti dell'Altare, spiccava per la sua prontezza nel servizio.Non diceva mai di no. E nei vari servizi, particolarmente quello liturgico, sapeva anche trascinare gli altri. Tale disposizione è preludio di ulteriori generosità e offerte.Lui scrive: “La mia vocazione... è nata a 22 anni. A dire il vero è sempre rimasta latente, ma non è mai svanita”. Confermo queste parole con la netta impressione di allora che Paolo era un ragazzo chiamato, ma non feci in tempo a orientarlo al Seminario Diocesano perché fui trasferito in altra Parrocchia.Al parroco don Michele Leone subentrò il Can. Sabino Fabiano, grande maestro nell'orientamento vocazionale sia al Seminario sia alla vita religiosa femminile. Perciò lo lasciai in buone mani.La prontezza di Paolo in ogni servizio che gli proponevo era accompagnata da una forte dose di generosità. Ma prontezza e generosità sono due virtù che possono dimorare in una persona che non dà importanza a sé, ma sa guardare gli altri con cuore puro e povero.Si, Paolo viene da una famiglia di gente umile, semplice, ricca di sentimenti umani, tra i quali l’ambizione è completamente bandita.Quando ho letto le poche testimonianze di cui sono venuto in possesso ho ripetuto in continuazione: ecco il Paolo ancora ragazzo che io ho conosciuto nei due anni vissuti in parrocchia San Francesco.Alla prontezza nel fare la Volontà di Dio, alla generosità (lui scrive in giugno 1978) nel “giocare la mia vita, certo di conquistarti, di farti mio” si deve aggiungere un'altra nota caratteristica: l’allegria.Tutte le foto del tempo (anche se scadenti a motivo dei poveri mezzi che avevo) mettono in luce la sua allegria.E l'allegria nasce da un cuore semplice e per nulla complicato.Chi guardava Paolo negli anni della preadolescenza poteva cadere in errore di valutazione vedendolo così incline a battute pronte e superficiali. Invece era una qualità che lo faceva subito socializzare e permetteva agli altri di stare volentieri con lui. Mai scherzi e battute che procuravano dispiacere.Un ragazzo con queste note preadolescenziali non poteva che raggiungere la meta che conosciamo: sacerdote, missionario, vincenziano, totalmente conquistato da Gesù povero, che Paolo aveva deciso di servire particolarmente nei poveri.L'11 novembre 1978 scrive: “Tutto è compiuto, è giunta l'ora di attuare la mia decisione. Domani parto e soltanto per amor Tuo”.Il 15 ottobre 1978, dopo un anno di permanenza in San Francesco come parroco, lascio per iniziare la mia avventura di “missionario” nella nuova attuale Parrocchia.Ho detto questo perché dall'inizio della vita religiosa di Paolo fino all'ordinazione e da questa fino alla morte non ho avuto nemmeno tempo e modo di accostarlo, perché ero totalmente preso dalla nuova missione parrocchiale. Poi la notizia della fine mi colpì come lampo a ciel sereno.Volentieri ho tirato fuori i ricordi del breve tempo passato con lui perché sono certo che questi gettano luce su tante cose che altri potranno dire di lui: sono elementi di un medesimo tesoro.E poi esprimo un'altra convinzione: Paolo, in spirito, è stato sempre presente nella mia attuale vita parrocchiale, come avverto la presenza di tante anime incontrate da quando sono sacerdote. Nelle foto lo vedete sempre vicino a me. È solo un caso? Credo di no.Per questo dico: “Grazie, Paolo, per averti incontrato".(don Mimmo Maria Capone,Parroco dello Spirito Santo - Trani)http://www.spiritosantotrani.com/read_news.php?idNe=358