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Giovanni di Gamala e Yeshua ben Panthera

 

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« Yeshua ben Pandera (Seco...Yeshu l'Egiziano »

Le pratiche magiche, l’apostasia e la corruzione di Israele a motivo della condanna

Post n°748 pubblicato il 09 Ottobre 2013 da paralotti
 

Le pratiche magiche, l’apostasia e la corruzione di Israele a motivo della condanna

 

“… Egli sta per essere lapidato perché ha praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l’apostasia”.

 

Alla già citata motivazione, dal Talmud posta a base della condanna inflitta a Yeshua, fanno eco altri passi presenti nella letteratura rabbinica e nei vangeli recanti argomentazioni convergenti sulle medesime accuse:

 

“… I Giudei gli risposero: “Non ti lapidiamo per un buona opera, ma per bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio””

 

Nella “Tholedot Yeshu” si fa chiaro riferimento all’esercizio, da parte di Yeshua, di magie e sortilegi posti in essere per apparire in veste divina. A tali “prodigi” accenna anche il Quarto Vangelo:

 

“… I capi dei sacerdoti e i farisei, quindi, riunirono il Sinedrio e dicevano: “Che facciamo? Perché quest’uomo fa molti segni miracolosi. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui””.

 

Ravvisando peraltro negli stessi il pericolo di quel coinvolgimento popolare visto dal Talmud come corruzione della Nazione:

 

“… Mar disse: Gesù sedusse, corruppe e distrusse Israele”.

Perfino la pazzia accennata nel Talmud:

 

“… Era un pazzo, e noi prestiamo attenzione a quello che fanno i pazzi. Il figlio di Stada, il figlio di Pandira, ecc” Schabbath, (fol. 104b)

 

Trova un eco nel Vangelo di Marco:

 

“… I suoi parenti, udito ciò vennero a prenderlo perché dicevano: “E’ fuori di sè””.

 

Come già evidenziato anche Celso si riferì all’Egitto a proposito dell’apprendimento da parte di Gesù di “certe facoltà”, mentre il Vangelo di Matteo che come gli altri nomina a sporposito persone reali e si riferisce ad eventi camuffati che vengono spostati in tempi diversi da quelli nei quali avvennero e riduce ad un brevissimo periodo la permanenza della “Sacra famiglia” in terra egizia (dall’ultimo periodo di Regno di Erode il Grande fino agli inizi di quello di Archelao), ma tace ( come gli altri Evangelisti) su tuttu i successivi anni di vita di Gesù sino all’inizio della sia missione pubblica.

L’accennata “strategia narrativa” offusca e mistifica la verità senza mai sopprimerla del tutto. Ecco perché, tanto per rimanere al vangelo di Matteo, parlando della natività si narra della visita dei Magi, oscurando così un singolare riferimento al Talmud alla conservazione da parte di Yeshua, delle formule magiche apprese dagli egizi nonostante la volontà contraria dei Magi:

 

“… I Magi, prima di lasciare l’Egitto, prestarono particolare attenzione a che la loro magia non fosse messa per iscritto per evitare che altri la imparassero. Ma egli aveva escogitato un nuovo modo di scriverla nella pelle, o di fare dei tagli nella pelle inserendovela. Quando le ferite si rimarginavano, non era possibile vederne il significato”.

 

Giancarlo Tranfo: La Croce di Spine (Pag. 207-208-209)

E qui sorge spontanea la domanda: “Cosa fece Yeshua ben Pandera dai 13 ai 30 anni di vita e perché nessuno degli Evangelisti ne parla, tacendo?”

Esistono dei rotoli custoditi da monaci buddisti in un monastero ad Hemis in Tibet scoperti da un certo  Nicolas Notovitch, un avventuriero russo molto audace che amava viaggiare nei Paesi dell’estremo Oriente; in quei rotoli il Maestro Yeshu era conosciuto con il nome di Issa, che è esattamente lo stesso nome con cui “Yeshu” è conosciuto oggi nella lingua irlandese moderna. La lingua irlandese proviene dall'area Indo-Europea. Il racconto dei rotoli di Notovitch ci dice che Yeshu aveva appena celebrato il suo Bar-Mitzvab che era il periodo in cui le famiglie giudee amavano decidere la futura sposa per i loro figli, e secondo i rotoli, Yeshu che aveva compiuto i 13 anni e per l'epoca già in età per sposarsi, non desiderava che accadesse in quel momento. Così lasciò furtivamente la casa dei suoi genitori e si unì a una carovana di mercanti che stava partendo per i favolosi paesi dell'est, da cui provenivano le favolose storie di Maestri che sapevano compiere fenomeni straordinari e vivevano per lunghissimi inimmaginabili anni. Nel suo viaggio di andata si diresse a nord attraverso l'attuale città di Damasco, in Siria, poi nell'odierno Iraq, attraverso Bagdad, (l'allora Opis) e da lì a Egbatana (oggi Hamadan) e Rhagae (ora Teheran) fino all'antica città di Bactra (oggi Balkh) che era stata la capitale di un antico impero. Da Bactra egli andò a sud a Kabul, in Afghanistan e da lì attraverso il Passo di Khyber a sud verso Taxila, la Città di Pietra, capitale del Punjab, dove Tommaso l'Apostolo 20 anni più tardi avrebbe soggiornato presso il Re Gundaphores, nell'anno 47, il periodo in cui anche Apollonio di Tiana era a quella Corte. Yeshua entrò nella zona di Rawlpindi e puntò verso l'India. Attraversò il Paese dei Cinque Fiumi, il Punjap, finchè giunse nel Paese del Sind, nel sud-est dell'odierno Pakistan, alla foce del fiume Indo, dove si stabilì tra la gente conosciuta con il nome di Ariani. Fu accolto molto calorosamente e dopo aver passato un periodo lì, divenne assai famoso tra gli abitanti del luogo, e nonostante essi chiedessero che rimanesse con loro, non avendo egli trovato quello che desiderava scoprire, proseguì, attraversò l'intero paese dell'India, fino alla città di Juggernat, ora chiamata Puri, nella provincia di Orissa, dove fu ricevuto dai Bramini, i sacerdoti bianchi. Lì, i rotoli ci dicono che imparò a leggere e a comprendere i Veda, i sacri testi indù, che erano stati compilati tra il 500 e il 1100 a.C.

Trascorsi 17 lunghi anni della sua vita in quei luoghi sconosciuti  e avendo appreso le “arti magiche” dai maestri del posto,  ritornò in Palestina dove nessuno più lo riconobbe…

Micèàl Ledwith: Gli anni Occulati.

 

 

 
 
 
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