I due Messia

Il cammino lungo la via...


In una delle sue conferenze, dal titolo “Io chi sono?” Gurdjieff il divino maestro parla: “Dell’incamminarsi verso la via”. Ecco il brano finale in cui sono presenti elementi ricongiungibili per molti versi alla confraternita dei rosacroce. Leggetela attentamente e fatela vostra, essa parla di te, di me, di voi…“Uomo ti attende un viaggio lungo e difficile; ti stai dirigendo verso un paese strano e sconosciuto. La strada è infinitamente lunga. Non sai se ti potrai riposare, né dove ciò sarà possibile. Devi prevedere il peggio. Devi prendere con te tutto ciò che è necessario per il viaggio.Cerca di non dimenticarti nulla, perché poi sarà troppo tardi per rimediare l’errore, non avrai tempo di ritornare a cercare ciò che hai dimenticato. Valuta le tue forze. Sono sufficienti per tutto il viaggio? Quando sarai in grado di partire?Non contare sulla possibilità di tornare. Questa esperienza potrebbe costarti carissima. La guida si è impegnata soltanto a condurti alla meta, non è obbligata a riaccompagnarti indietro. Sarai abbandonato a te stesso, e guai a te se t’infiacchisci o perdi la strada, potresti non tornare più. E anche se la trovi, resta il problema: tornerai sano e salvo?Ogni sorta di disavventure attendono il viaggiatore solitario che non conosce bene la via, né le regole di condotta che essa comporta. Tieni a mente che la tua vista ha la proprietà di presentarti gli oggetti lontani come se fossero vicini. Ingannato dalla prossimità della meta verso cui tendi, abbagliato dalla sua bellezza e non avendo misurato le tue forze, non noterai gli ostacoli sulla via; non vedrai numerosi fossati che tagliano il sentiero. In mezzo a prati verdi cosparsi di splendidi fiori, l’erba nasconde un profondo precipizio. E’ molto facile inciampare e cadervi dentro, se gli occhi non sono attenti a ogni passo che stai per fare.Non dimenticare di concentrare tutta la tua attenzione su ciò che ti sta immediatamente intorno. Non occuparti di mete lontane, se non vuoi cadere nel precipizio.Però non dimenticare il tuo scopo. Ricordatene continuamente e mantieni vivo il desiderio di raggiungerlo, per non perdere la direzione giusta. E una volta partito, stai attento; ciò che hai oltrepassato, resta indietro e non si ripresenterà più: ciò che non osservi sul momento, non lo osserverai mai più.Non essere troppo curioso, e non perdere tempo con ciò che attira la tua attenzione, non ne vale la pena. Il tempo è prezioso, e non deve essere sprecato per cose che non sono direttamente in relazione con la tua meta. Ricordati dove sei e perché sei lì.Non aver troppa cura di te, e rammenta che nessuno sforzo viene fatto invano”.Come si evince dallo scritto, il cammino proposto non è per tutti, ma anche quei pochi cui è consentito non giungeranno tutti inevitabilmente alla meta. Chi vuole iniziare il cammino deve “morire a se stesso”, per poter divenire uno strumento adeguato alla missione particolare che dovrà compiere nel mondo, lungo la via. Infine morire a se stessi vuol dire spegnere i sensi esteriori e abbandonarsi all’autorità della propria natura essenziale, la vera Realtà.