Roma-Parigi

PARIGI, MULTIETNICA O CLASSISTA?


SCRIVE E.Una domenica particolare qui a Parigi. Un giro per la cittá, svegli di prima mattina e pronti per partire alla scoperta di questa cittá cosí magica e ricca di sorprese.
Oggi la meta era la Basilica di Saint Denis, ovvero uno dei primi esempi di stile gotico a Parigi. Davvero splendida. Ma Saint Denis non é soltanto un monumento a cielo aperto, bensí un comune ai margini della cittá, ben lontano dai ragazzi beurre et jambon del centro. É un luogo dove le culture mediorientali e nordafricane si incontrano per dare vita ad un florido commercio d'altri tempi, dove si puó comprare di tutto a prezzi modici, dove il pesce, la carne, le verdure e le spezie vengono esposte e vendute come se ci trovassimo in una grande Medina. Urla, gesti, folla, tutto ció che ricorda una piccola Napoli, e tutti quei mercatini tipici dell'Italia piú popolare.
Ma al di lá del bellissimo folclore, e dell'aria di festa che si respira tra queste strade colme di gente, c'é qualcosa che non proprio mi torna. Ovvero, Parigi é ben divisa. Ai turisti la Ville Lumière appare come un monumento a cielo aperto, dove convivono varie culture, dove chiese e palazzi accolgono milioni di turisti, dove le grandi marche urlano moda, e dove tutto sembra perfetto come il migliore dei gioielli. In realtá la Parigi dei margini é totalmente diversa, affollata di famiglie di immigrati che stentano ad arrivare alla fine del mese, e che non hanno mai sentito la parvenza di una vera e propria integrazione.  Tutti possono andare a Parigi, ma a chi é riservato il diritto di viverla realmente?Le due facce  di una medaglia che rende la capitale francese un mondo dalle forti gerarchie e dalla netta distinzione tra chi vive e chi sopravvive. E quello che mi fa pensare, é che i piú sfortunati indossano quasi sempre una scomoda pelle color nocciola...