racconti del drago

Mirina


Dopo quella notte ci furono altri incontri nel fondo dei giardini profumati di mirto e ambra. La mia tunica nera si lacerava con le spine delle rose e sentivo il canto delle allodole avvolta nelle braccia dorate dello straniero. Solo Mirina aveva capito e non parlava,ombra nelle ombre della notte,seguiva i miei passi pugnale in mano ma nei suoi occhi non palpitava nessuna domanda ,silenziosa come una tigre,fredda come la luna.Sapeva e non parlava,le sue parole mi avrebbero ucciso,sarei stata buttata già dalle alte mura e dilaniata dei cani del deserto,la sua vita nelle mie mani ,la mia nelle sue.Sapevo che non mi amava ma  che non mi avrebbe tradito mai.Nella mia lucida follìa la avrei trascinata aldillà dei mari e del deserto,e lei senza una parola mi avrebbe seguito.Ero avvolta in un fiume di oscurità e sangue,le mie visioni dilaniavano il mio cuore.Quello che voleva lo straniero era oscuro e mortale e giaceva ai piedi della Dea.Brillava come un sole,un sole nero di tradimento e amore.Il mio corpo bruciava,nascevo e morivo ogni notte e ogni notte il pericolo mi seguiva,guardavo il mare in lontananza e la nave nera con le lanterne di prora sempre accese ,forse aspettando un segnale.Quella nave era la libertà o solamente un inganno,solamente un addio?La sabbia del deserto si tingeva di rosso quando tornavo nelle alte stanze dai bracieri che bruciavano pregiati incensi e petali di rose.