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E' passato più di un mese dal 3 aprile, giorno in cui scrivevo, ripetendo le parole di don Giussani, che occorre riannodare il momento effimero alla totalità delle cose. Ebbene, è stato un mese intensissimo, con l ' accompagnamento di mio padre nei suoi ultimi giorni di vita, la condivisione con lui di momenti davvero eterni...e poi la sua morte avvenuta il giorno del venerdì santo, con tutto quello che ha significato.
Un' esperienza come quella della morte di una persona cara ti cambia la percezione delle cose: è questa la mia opinione. Voi che ne dite?
Mi sembra che la fede sia un dono straordinario che ci permette di viver queste circostanze con una lucidità e una serenità autentiche. Avverto con certezza che siamo chiamati a risorgere e sento mio padre che me lo conferma dall'aldilà.
Mi sto chiedendo se,come counselor, il mio compito non sia proprio questo : accompagnare i morenti in questo trapasso; ofrire loro una presenza discreta ma colma di speranza. Se Dio vorrà, ci proverò.
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