Espressione Libera

Alcune poesie


» La luce della sera La sera,Quegli uccelli che si parlano, indefiniti, Che si mordono, luce. La mano che s’è mossa sul fianco deserto. Siamo immobili da molto tempo. Parliamo sottovoce. E il tempo resta attorno a noi come pozze di colore. [da Seguendo un fuoco - Crocetti Editore, 2003]  » Una pietra Un fuoco avanza davanti a noi. A tratti scorgo la tua nuca, il tuo viso, Poi, soltanto la fiaccola, Soltanto il fuoco massiccio, il mascheretto dei morti. Cenere che ti stacchi dalla fiamma Nella luce della sera, Oh presenza, Sotto la tua volta furtiva accoglici Per una festa oscura. [da Seguendo un fuoco - Crocetti Editore, 2003] Noli me tangere Esita il fiocco nel cielo blu Nuovamente, l’ultimo fiocco della grande neve. Ed è come entrerebbe nel giardino quella che Aveva ben dovuto sognare ciò che potrebbe essere, Quello sguardo, quel dio semplice, senza ricordo Della tomba, senza altro pensiero se non la felicità, Senza altro avvenire Se non la sua dissipazione nel blu del mondo. “No, non toccarmi”, le direbbe, Ma anche dire no sarebbe luce. [da Seguendo un fuoco - Crocetti Editore, 2003]  Il cuore, l'acqua non intorbidita Sei allegra o triste? – Come saperlo, Salvo che nulla pesa Al cuore senza ritorno. Nessun passo d’uccello Su questa vetrata Del cuore attraversato Da giardini ed ombra. Un pensiero di te Che ha bevuto la mia vita Ma tra queste foglie Nessun ricordo. Sono l’ora semplice E l’acqua non intorbidita. Ho saputo amarti, Non sapendo morire? [da Seguendo un fuoco - Crocetti Editore, 2003] Che afferrare se non chi sfuggeChe afferrare se non chi sfugge, Che vedere se non chi s’oscura, Che desiderare se non chi muore, Se non chi parla e si lacera?Parola a me vicina Che cercare se non il tuo silenzio, Quale bagliore se non profondo La tua coscienza sepolta, Parola diga materiale Sull’origine della notte? [da Seguendo un fuoco - Crocetti Editore, 2003] La notte d'estateSei stata scolpita su una prua, il tempo ti ha corrosa come avrebbe fatto la schiuma, ha chiuso i tuoi occhi in una notte di tempesta, ha macchiato di sale il tuo seno quasi nudo. O santa dalle mani bruciate, ravvivate dall'offerta di qualche fiore ancora, santuario dello sparso e del fugace in fondo a campi seminati a ruggine. Quanto sonno nella tua nuca china, quanta ombra, nelle foglie secche sul selciato! Si direbbe la nostra stanza d'un altr'anno, lo stesso letto ma le persiane chiuse.