Espressione Libera

Catullo da Cortina


Le frontiere mi opprimono... Voglio vagabondare quanto mi piace... parlare, anche con poche parole, a tutti. Evtusenko, 1958 Le tue caviglie grasse, di ballerina mancata, emergono a sinistra, destra, sinistra. Senza fiato, sosto e spio le metà sotto la sottana, quei pallidi dieci centimetri sopra i calzini. E una vista che fa per me. Non mi va poi tanto tutto questo gotico e vecchio barocco. Il berretto di pelliccia prude, sto morendo di freddo. Ho bisogno di bere qualcosa, stare seduto e fumare. Pronuncio la mia sola parola della tua lingua: grazie! Baciamoci. Ridi e piroetti sull’alluce per indicare Hus che ancora predica, carri armati russi, li occhi senza pupille di Kafka pieni di neve. Sbircio indietro il mio segugio. L’ho incontrato di colpo, in un vicolo cieco, faccia a faccia. Un sorriso, un cenno, e abbiamo proseguito. Spero se ne sia andato. Ci denuncerebbe se vedesse la mia mano borghese accarezzare lo zipper del tuo vestito e passare le vertebre, le tue labbra di partito aprirsi contro le mie. Rilassati! Nessuna causa o classe può rubare il piacere da dentro le cosce. Astrea! La statua di Stalin, un Santa Claus di cioccolata, è fatta di tanti pezzi. Scendi! Scendi! Siamo umani, giovani, vogliosi, stufi di guerre. Voglio questa bella rossa per amica. Scendi come una fanciulla di neve dall’aria. Riempi la nicchia vuota di Crisostomo o Basilio, scaccia il rigido Nelson da Trafalgar Square. Senti le masse che gridano: Dea! e i padroni: Cagna! Vi conosciamo, puttane e Mata Hari straniere. Son stanco di corpi di pietra, voglio il tuo. Il suono imbarazzante, noioso, della Sicurezza rimbomba dentro le cupole spaccate: Guardarsi, guardarsi da occhi allegri, da proposte di uomo o donna, guardarsi da caucasico e mongoloide... Soprattutto, ricordare Gerald Brooke. Oh vedo già le bandiere, quella rossa bianca e blu, e quella rossa a mezz’asta per una scopata fra una coppia colta in flagrante come noi due. Il tuo corpo ingrassato dai farinacei preme contro il falso orso mentre sbirci in su grandi santi, il tuo collo di pesca si stira verso un guerriero della chiesa che getta la lancia d’oro contro il turco. Un infedele nascosto è scagliato all’Inferno dall’esercito di Cristo. Sono stanco. Natasha! Olga! Masha! Vieni nel mio letto col microfono cammuffato. Lascia i vestiti - la guerra fredda batte con le fiaccole spente alla nostra porta. Traduzione di Massimo Bacigalupo da V. e altre poesie, Einaudi, 1996