Espressione Libera

Tre poesie da Tema dell'addio


Milano era asfalto, asfalto liquefatto. Nel deserto di un giardino avvenne la carezza, la penombra addolcita che invase le foglie, ora senza giudizio, spazio assoluto di una lacrima. Un istante in equilibrio tra due nomi avanzò verso di noi, si fece luminoso, si posò respirando sul petto, sulla grande presenza sconosciuta. Morire fu quello sbriciolarsi delle linee, noi lì e il gesto ovunque, noi dispersi nelle supreme tensioni dell’estate, noi tra le ossa e l’essenza della terra. * Non è più dato. Il pianto che si trasformava in un ridere impazzito, le notti passate correndo in Via Crescenzago, inseguendo il neon di un’edicola. Non è più dato. Non è più nostro il batticuore di aspettare mezzanotte, aspettarla finché mezzanotte entra nel suo vero tumulto, nella frenesia di tutte le ore, di tutte le ore. Non è più dato. Uno solo è il tempo, una sola la morte, poche le ossessioni, poche le notti d’amore, pochi i baci, poche le strade che portano fuori di noi, poche le poesie. * Tutto era già in cammino. Da allora a qui. Tutto il tempo, luminoso, sfiorava le labbra. Tutti i respiri si riunivano nella collana. Le ombre di Lambrate chiusero la porta. Tutta la stanza, assorta, diventò il primo battito. Il nero dei tuoi capelli contro il giallo dell’ultimo raggio. Da allora a qui. Era il primo giorno dell’estate. Il silenzio ci riempiva la fronte. Tutto era già in cammino, da allora, tutto era qui, unico e perduto, nostro e remoto, ardente. Tutto chiedeva di essere atteso, di tornare nel suo vero nome. Poeta Metafisico