PAROLE IN LIBERTA'

Elezioni: voglia di localismo


Il day after elezioni pare surreale. Abbiamo sentito parlare per due settimane di rincorsa, di recupero, di pareggio che alla fine ci stavamo per credere…..Se mi avessero chiesto un pronostico sulle elezioni avrei scommesso per la Camera a Berlusconi, un pareggio al Senato e un affluenza dell’80%. In parte avrei avuto ragione ma un risultato simile certo lascia ampio margine a mille riflessioni. Il dato più sconvolgente è quell’ 8% abbondante raggiunto dalla Lega Nord. Un partito locale e piccolo, ormai da molti considerato agonizzante e vicino all’estinzione. Ricordo molto bene le parole del presidente del MUP, (Movimento Universitario Padano, sezione universitaria della Lega) dell’Università Cattolica di Milano, che giusto 2 anni fa si lamentava di non riuscire ad accalappiare più di un paio di matricole per semestre. Ma le cose sono cambiate, lo si vede per le strade…..lo si sente nei discorsi degli anziani al bar….lo si vede tutte le sere al telegiornale. Molti problemi sentiti come reali dalla gente comune non vengono rappresentati dai partiti cosiddetti “nazionali” e la gente non trova altra soluzione che ripiegare su chi non fa populismo, non fa retorica ma parla alla gente anche se biascicando le parole ed a volte con fare rude. Immigrazione, sicurezza, tasse; la gente è stufa e lo ha dimostrato con un voto limpido e senza possibilità di equivoci, ma ciò conferisce un onere immenso sulle spalle di chi si appresta a governare. La rabbia e la sofferenza della gente deve essere sedata perché la situazione in molte zone è critica ed anche se ad alcuni la situazione non pare sull’orlo del baratro la crisi è vicina. Quando Bossi dice che i padani sono pronti ad imbracciare il fucile tutti ridono….pensano che siano solo i vagheggiamenti di un anziano malato…..ma quel malato ha superato l’8% di voti su base nazionale, il 20% nel nord Italia, ed in certe città del nord ha superato il 60% delle preferenze. Gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, gente che ha paura a fare quattro passi in centro dopo le 21,00 perché sembra di stare a Bagdad, ragazze che non vanno a ballare per evitare di essere palpate ed aggredite da stranieri….(come se i maleducati e gli zoticoni italiani non bastassero…), discoteche che ingaggiano buttafuori albanesi e marocchini perché se fossero italiani verrebbero accoltellati (se non peggio) dopo poche ore di lavoro. Questo è il dipinto del nord Italia, di quel 20% di persone dei ceti sociali più disparati che hanno votato Lega Nord per poter ancora pensare di camminare su una terra che gli appartiene. Un partito dato per spacciato è oggi una forza nazionale e chi invece ha parlato all’Italia intera inneggiando a burocrazia snella e problemi a cui il cittadino comune non da tutto il peso creduto spetterà l’opposizione. La necessità di rivalutare il locale è una realtà e chi riesce a parlare al cittadino carpendone i problemi reali guadagna il suo voto….la sinistra intera dovrebbe riflettere a lungo su questo dato di fatto.A. Clementi