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Alitalia merita di fallire

Post n°7 pubblicato il 03 Aprile 2008 da cappy1984
 
Foto di cappy1984

Ieri si è consumato, forse, l’ultimo capitolo della vicenda Alitalia-AirFrance. Spinettà è tornato in Francia amareggiato e dispiaciuto ed a nulla sono valsi i consigli di gran parte delle forze politiche ed economisti di una presa di coscienza da parte dei sindacati per non affondare la trattativa. AirFrance avrebbe rilanciato Alitalia e avrebbe riassorbito gli esuberi quando i bilanci sarebbero tornati in positivo, nel frattempo la cassaintegrazione avrebbe “salvato” i lavoratori di troppo. Ma i sindacati non si sono accontentati volevano “la botte piena e la moglie ubriaca”, tutto subito!!! Dopo giorni di spinose discussioni i margini per una trattativa sono stati smorzati da secche prese di posizione e Spinettà senza fare troppe polemiche è tornato in Francia. I sindacati, che teoricamente fanno il bene dei lavoratori, potrebbero questa volta aver combinato un bel pasticcio giacché, se non si dovesse presentare una nuova cordata, ci si avvia verso il commissariamento (legge Marzano) ed al momento è difficile calcolare i disagi per i lavoratori…..Senza dubbio ciò che più fa riflettere è il rifiuto categorico da parte dei piloti Alitalia di porre 507 unità in cassaintegrazione per poi essere riassunti tra un paio di anni. Ma come gli si può dar torto? Per 2 anni guadagnare l’80% dello stipendio…..arrivare a fine mese con solo circa 3200€ non deve essere facile…. E non sarebbe nemmeno giusto credere alle dichiarazioni di Veltroni che colpevolizza le forze politiche ree di intromissioni……diciamoci la verità, la colpa è solo dei sindacati che hanno fatto fallire la trattativa a causa delle loro pretese impossibili fuori da ogni logica aziendale! In conclusione merita ogni ragione Maurizio Prato (ex presidente di Alitalia, incaricato di traghettare l’azienda verso la privatizzazione) che ieri sera, dopo aver dato le proprie dimissioni, ha dichiarato:” Quest’azienda ha una maledizione e solo un esorcista può salvarla…..”.

A. Clementi

 
 
 

Free Tibet

Post n°4 pubblicato il 31 Marzo 2008 da cappy1984
 
Foto di cappy1984

Ben nota a tutti è la situazione tibetana e inutile sarebbe commentare i fatti accaduti giacchè i telegiornali e i quotidiani pullulano di cronaca. La riflessione che voglio proporvi è di carattere molto più generale, perché tutti prendano conoscenza dell’ipocrisia e del menefreghismo della Comunità Internazionale.

Alla fine della prima guerra mondiale l’America introdusse nel diritto internazionale il “Diritto all’Autodeterminazione Dei Popoli”, il quale prevede che ogni popolo sia libero di decidere come meglio crede se essere annesso ad uno stato o crearne uno indipendente. Tale diritto malvisto dall’Europa (gli europei all’epoca avevano colonizzato il mondo) è stato, dopo la seconda guerra mondiale, istituzionalizzato a guida della politica estera europea. La contraddizione (in politica ve ne sono tante) è che quando ad essere in difficoltà è un popolo sottomesso da uno stato potente nessuno alza un dito, nessuno prende posizioni ferme. Quando invece (ad esempio) ad essere in difficoltà è stato il Kuwait l’intera Nato ha mosso guerra all’Iraq…..ma dov’era la Nato quando il Tibet veniva invaso? Dov’era l’Europa? Dov’era l’America? La verità è che del Tibet non importa a NESSUNO perché non possiede risorse economiche importanti….e dei monaci che lottano per i loro diritti e per la LIBERTA’ non importa un bel niente a nessuno…..i politici preferiscono evitare crisi diplomatiche con la Cina perchè hanno paura di perdere un partner economico importante o, peggio, di creare una situazione internazionale critica. L’Europa unita dal canto suo, forte dalla codardaggine che la contraddistingue dalla morte di Napoleone, è stata solo in grado di chiedere alla Cina una pacificazione col Tibet………Secondo voi la Cina lo farà solo perché 27 ministri degli esteri glielo hanno chiesto?? O continueranno a uccidere monaci e civili solo perché vorrebbero poter godere dei diritti che gli spettano?? L’unico politico che ha avuto il coraggio di alzare la voce (per poi abbassarla dopo pochi giorni) è stato Sarkozy che forse ricorda quando la delegazione francese, che presenziò alla cerimonia di inaugurazione delle olimpiadi di Berlino del 1936, fece il “Saluto alla romana” al Fuhrer Adolf Hitler………per poi vederlo marciare su Parigi pochi anni più tardi.

Cari lettori, fomentate il boicottaggio della Cina, non guardate le olimpiadi, premete perché l’Italia faccia la sua parte e ricordate tutti che la lotta alla tirannia è lecita e doverosa e non saranno le sole parole a salvare il Tibet. I Tibetani meritano tutto il nostro rispetto e solidarietà perchè lottano contro un nemico imbattibile, consci che la contropartita non sarà altro che tortura, prigionia ed a volte morte…..ma come Leonida non si tirò in dietro di fronte all’esercito persiano anche quando la sconfitta era certa, io farei lo stesso se in gioco ci fosse la libertà del mio popolo, meglio morire da liberi che vivere da schiavi.

A. Clementi      

Per maggiori informazioni e per firmare la petizione "Tibet Libero": http://www.tibetlibero.org/

 
 
 

La Questione Alitalia

Post n°3 pubblicato il 28 Marzo 2008 da cappy1984
 
Foto di cappy1984

Ormai da giorni la questione Alitalia affolla giornali e telegiornali. Sicuramente molti si saranno chiesti perché si è alzato un polverone attorno alla vivenda, perche si è arrivati a scontri e perché i francesi siano visti come nemici nell’acquisto. Rispondere a ogni quesito è impresa ardua ma proverò ad essere il più esauriente possibile.La compagnia di bandiera, Alitalia, versa in una situazione estremamente grave. Il piano industriale per il rilancio approvato qualche anno fa, dopo un prestito ingente da parte delle banche su cui lo stato ha fatto da garante, non è bastato a togliere dalla crisi l’azienda. Il perpetuarsi oltremodo delle perdite d’esercizio ha piegato l’Alitalia e le possibilità di una ripresa sono ad oggi una mera utopia. L’unica soluzione plausibile è la vendita della compagnia che, organizzata come un azienda vera e propria, potrebbe riuscire a sopravvivere. Importante è notare che, essendo la quota maggiore di proprietà dello stato (30%) l’azienda è sempre stata gestita come ente pubblico……con tutti i vantaggi e i difetti del caso….Infatti ad oggi l’Alitalia conta 2250 esuberi frutto di una gestione assistenzialista più che legata al buon senso imprenditoriale. Rotte su cui viaggiano pochi passeggeri ed esuberi hanno presto causato la crisi nera di Alitalia. Da ricordare è che per tutti gli anni in cui il bilancio ha chiuso in perdita, i buchi sono stati coperti dai soldi dello stato…..cioè i soldi delle nostre tasse! Oggi, grazie alle normative europee che non permettono l’ingerenza statale nelle aziende non pubbliche, il governo non può più “tappare i buchi” con i nostri soldi per risanare ancora una volta la compagnia sofferente e non resta altra soluzione che vendere. Ovviamente chi compra sa bene a cosa va incontro e mira ad un ribasso del prezzo dell’azienda per spendere il meno possibile in fase di acquisto…..giacché molti soldi dovranno essere spesi per la ristrutturazione. Le compagnie aeree europee (nello specifico Air France-Klm), essendo mosse da logiche imprenditoriali, produrranno un piano industriale che risanerà Alitalia a discapito di lavoratori e di qualche rotta poco sfruttata. Il problema degli esuberi, motivo degli scontri di questi giorni, è serio e molte sono le richieste dei sindacati. La speranza è che l’accordo non fallisca a causa della mancanza di responsabilità dei sindacati che dovrebbero ora salvare il salvabile. Se la compagnia non fosse venduta, ma fallisse, resterebbero TUTTI senza lavoro.  

Per maggiori informazioni sulla vicenda non esitate a contattarmi o a porre domande.

A. Clementi

 
 
 

Dibattito editoriale

Post n°2 pubblicato il 27 Marzo 2008 da cappy1984
 
Foto di cappy1984

Settimana scorsa (21-03-2008), su “Il Sole 24 ore”, è apparso un editoriale del Dott. Alberto Alesina dal titolo “Le barriere non sono una risposta alla recessione”, in cui venivano decantate le lodi del liberismo economico sfrenato. Incuriosito dal titolo mi misi a leggere il pezzo ma ben presto mi trovai in disaccordo con il Professore in quanto sosteneva che porre dei dazi doganali fosse dannoso per l’economia mondiale e, che secondo la teoria dei vantaggi comparati, è comunque sempre vantaggioso il commercio tra 2 paesi. Alesina proseguiva aggiungendo che l’Italia avrebbe dovuto riassettare la sua struttura produttiva, per adeguarsi al resto del mondo, con l’ausilio degli ammortizzatori sociali (es. cassa integrazione) e concludeva il suo pezzo accusando gli USA di aver causato un grave danno al mondo con la loro politica protezionistica del 1914-1940.

Trovandomi totalmente in disaccordo con Alesina mi armai di buona volontà e gli scrissi questa mail.

“Mi scuso per il disturbo ma, dopo aver letto il Suo editoriale pubblicato sul Sole 24 ore di oggi, non posso esimermi da alcune puntualizzazioni che spero risultino costruttive. Le teorie economiche liberali, da me sostenute, trovano oggi dei dubbi applicativi. I paesi emergenti, che corrono verso lo sviluppo, sono delle indubbie opportunità per i paesi sviluppati ma, i costi della manodopera ed il buon livello tecnologico raggiunto, sfavoriscono gli scambi economici. La teoria dei vantaggi comparati Riccardiana, sulla carta, pone dei vantaggi a tutti i paesi coinvolti nel commercio ma, il paradigma dello studio nasce da un modello non corrispondente alla realtà e che non tiene in considerazione molti parametri indispensabili ad una analisi veritiera del sistema economico. I costi di produzione, ad esempio in Cina, sono molto più bassi dei nostri ed anche qualitativamente il livello dei loro prodotti non è paragonabile ai nostri. Da tenere in considerazione è anche la mancanza di diritti dei lavoratori ed a volte lo sfruttamento di bambini. Orbene, porre dei "paletti" o tasse sulle importazioni servirebbe a tali paesi per compiere il passo finale verso lo sviluppo raggiungendo le economie occidentali (assumendo da esse anche costi di produzione e standard qualitativi). La Sua proposta di utilizzare gli ammortizzatori sociali per consentire il nostro adeguamento pare inappropriata giacché i soldi per gli ammortizzatori arrivano dallo stato.......quindi dalle nostre tasse o da un incremento del debito pubblico e l'Italia ora non se lo può permettere. Qualche manovra protezionistica non getterebbe il sistema mondiale in crisi ma anzi protegerrebbe il mondo occidentale da prodotti di qualità scadente a prezzi stracciati ed a volte creati dal lavoro di mani innocenti. Dopo la crisi del 29' l'isolazionismo americano non gettò nel baratro il mondo ma permise agli Stati Uniti di diventare la più grande potenza economica mai vista, garantendo libertà ai propri cittadini e posti di lavoro. In ultima analisi, ancora vive nella memoria sono le politiche protezionistiche Italiane sulle autovetture Giapponesi che permisero alla Fiat di non fallire e di garantire il posto di lavoro a migliaia di lavoratori”.

La risposta del Dott. Alesina fu la seguente:”Non sono d’accordo ma grazie per aver letto con cura il mio pezzo”. 

Sinceramente mi aspettavo una risposta più esaustiva…….

 A. Clementi

Trovate l’articolo integrale di Alberto Alesina su: http://www.decidere.net/home/2008/3/21/alberto-alesina-le-barriere-non-sono-una-risposta-alla-reces.html

 
 
 

Manifesto del blog liberale

Post n°1 pubblicato il 27 Marzo 2008 da cappy1984
 

In questi anni, in cui l’individualismo Weberiano imperversa, il sogno di liberare il libero pensiero non deve cessare. Questo blog nasce dalla necessità di poter esprimere liberamente il pensiero delle menti illuminate dotate di coscienza critica. Potrete trovare articoli di vari argomenti: economia, politica, cultura; scritti senza condizionamenti, mantenendo integra la capacità di analisi e di critica. La volontà di esulare da logiche di partito sarà qui rispettata e i pensieri antagonisti saranno benvoluti nella speranza che la logica democratica del gioco dei partiti diventi finalmente realtà, perche non importa se rossi o neri, siamo tutti cittadini Italiani, camminiamo sulla stessa terra e parliamo la stessa lingua. 

A. Clementi

 
 
 
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INFO


Un blog di: cappy1984
Data di creazione: 19/03/2008
 

                                                                   

Felice chi, lasciatisi alle spalle gli affanni e i dolori che pesano con il loro carico sulla nebbiosa esistenza, può con ala vigorosa slanciarsi verso i campi luminosi e sereni; colui i cui pensieri, come allodole, saettano liberamente verso il cielo del mattino; colui che vola sulla vita e comprende agevolmente il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

C. Baudelaire

 
 
 

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