Parole in maschera.

Lettere che ti dimenticano.


Un'altra lancia spezzata. A favore di chi? non certo a favore mio.Odio ricordare quei luoghi dove posso incontrarti come fossi un ideale.Ma mi ritrovo a sfogliare quei tuoi diari così per caso e incurante inizialmente,dall'ultima mia visita, comincio a notare i vuoti lasciati da pagine strappateproprio quelle legate più intimamente al nostro presente ormai divenuto passatoe fa male notare come i nuovi scritti raccontino abilmente di altre avventure.Domani dimenticherò di nuovo e mi dirò: cosa vuoi che sia un ricordo che fa male,il quale risveglia paure indivisibili da me, come un secondo io che non se ne va via;a che serve guardare quelle ultime parole che raccontavano del nostro sentirci;a che serve rileggere per poi riportare alla mente immagini che erano solo menzogne;a che serve rimpiangere qualcuno che ha solo costruito castelli di carta per me.Riporto alla mente, per un attimo ancora, quei giorni di primavera così tiepidiper ricordare quelle bugie costruite per me, quelle promesse non mantenute,quei racconti appena sussurrati e quel tuo modo di parlare così ammaliantetutto, ormai, sbiadito nella mia mente...e tracce visibili prontamente toltenon ti ricorderanno quella persona che avevi magistralmente piegato.Amavo cadere nelle tue braccia incurante dei vuoti che mi donavi senza mai saziarmi,piacevolmente grata del pericolo che correvo col perdermi nei tuoi occhi e nelle tue parole,anche se senza rete non mi crucciavo delle ferite che mi procuravi ed anzi ne ero lusingata.Ma ora mi accorgo come siamo stati solo un segreto per il resto del mondo che non sapeva,una storia da tenere segregata dentro la propria utopia ed intrisa solo di acre e di marciume.Detesto esser mai interamente amata