Parole non dette...

OMOSESSUALITA' E SANTITA'


(SECONDA PARTE)I SANTI GAY Ancora nessun Santo sembra essersi iscritto all'Arcigay, ma è indubbio, ad esempio, che Sant'Agostino di Ippona avrebbe provato sentimenti omofili per un suo
amico. Una rilettura in chiave omo delle sue Confessioni, che contengono una tra le condanne più feroci all'omosessualità, non lasciarebbe dubbi. "Mi ero fatto un amico, che la comunanza dei gusti mi rendeva assai caro. Mio coetanio, nel fiore dell'adolescenza come me, con me era cresciuto da ragazzo. (...) Con me ormai la mente del giovane errava, e il mio cuore non poteva fare a meno di lui" (Confessioni, Libro 4,6-8). La morte dell'amico purtroppo li separò: "L'angoscia - ricorda S. Agostino - avviluppò di tenebre il mio cuore. Ogni oggetto su cui posavo lo sguardo era morte. Era per me un tormento la mia patria, la casa paterna un'infelicità straordinaria. Tutte le cose che avevo avuto in comune con lui, la sua assenza aveva trasformato in uno strazio immane. I miei occhi se lo aspettavano dovunque senza incontrarlo, odiavo il mondo intero perchè non lo possedeva e non poteva più dirmi: "Ecco, verrà", come durante le sue assenze da vivo. Io stesso ero divenuto, per me un grande enigma. Chiedevo alla mia anima perchè fosse triste e perchè mi conturbasse tanto, ma non sapeva darmi alcuna risposta" (Confessioni, Libro 4,10) Ancora, il giovane Agostino giunto a Cartagine scrive: "Giunsi a Cartagine, e dovunque intorno a me rombava la voragine degli amori peccaminosi (...) inquinavo la polla dell'amicizia con le immondizie della concupiscenza, ne offuscavo il chiarore con il Tartaro della libidine. Sgraziato, volgare, smaniavo tuttavia, nella mia straripante vanità, di essere elegante e raffinato. Quindi mi gettai nelle reti dell'amore, bramoso di esservi preso". (Confessioni 3,1). Ma Agostino sembra ancora troppo velato.Lo è decisamente meno Sant'Aelred di Rievaulx (c. 1110-1167), che fu uno dei più appassionati commentatori dell'amicizia tra uomini. Nei suoi scritti il tema centrale è
l'omoerotismo. In particolare, dopo un soggiorno a Roma, nel 1142, scrisse lo Speculum Caritatis (Lo Specchio della Carità) nel quale celebra l'intima amicizia con un monaco di nome Simone. In alcuni passi è evidente che il Santo teme la possibilità che tale amicizia diventi carnale. Ma il loro rapporto sembra l'esempio perfetto di un amore gay e casto. Simone morì prematuramente. Ecco un brano, non a caso considerato tra i sommi esempi dell'espressione dell'Omoerotismo Medievale, nel quale Aelred lo ricorda: "Tu, mio amato, introdotto alla gioia del tuo Signore, pranzi gioiosamente alla mensa di quel sommo Padre, e in quel regno del Padre ti inebrii del frutto novello della vite assieme al tuo Gesù. Sopporta tuttavia che io ti offra le mia lacrime, che ti apra il mio affetto, che riversi su te, se ciò è possibile, tutto il mio animo. Non proibire queste lacrime che la dolce memoria tua, mio carissimo fratello, fa scorrere. Non ti pesi questo gemito, che non è provocato dalla disperazione, ma dall'amore, e non frenare queste lacrime, causate dalla pietà, non dalla mancanza di fede". Ecco il santo gay che cercavamo.Sant'Anselmo di Canterbury (1033/4-1109) filosofo, teologo, monaco e arcivescovo ci
ha lasciato una nutrita corrispondenza di lettere ai suoi amici che appaiono senza dubbio come corrispondenza fra amanti (Padre Anselmo a Dom Gilbert, fratello, amico, amato amante...dolce con me, dolce amico... la nostra separazione mi ha mostrato quanto ti amo... " v. Jhon Boswell, Christianity, social tolerance and homosexuality, University of Chicago Press, London 1980, p. 218). Anselmo parla di abbracci e baci che raffigurano l'unità spirituale, la fusione di anime e la proiezione divina sui legami umani...Amanti, qualche secolo prima erano anche San Paolino di Nola (353-431) e Ausonio. Paolino, che era sposato, era appassionatamente innamorato del suo maestro, lo scrittore Ausonio. Nei versi che si scambiavano ci sono elementi della poesia classica, con componenti erotiche, che indicano una relazione decisamente distinta da una semplice amicizia.Tra i Santi italiani è annoverato San Giovanni Bosco (1815-1888). "Quello dell'omosessualità di san Giovanni Bosco - dice Giovanni Dall'Orto - è uno dei segreti
che volgarmente vengono detti "di pulcinella". Se ne parla ormai da anni, tanto che già 1983, al congresso internazionale di studi omosessuali Among men, among women, erano ben due gli studi dedicati a Don Bosco e al suo ideale di "amore pedagogico" per l'educazione dei fanciulli (Paul Pennings, Don Bosco breathes his last. The scenario of Catholic social clubs in the Fifties and Sixties, in Among men, among women, Amsterdam 1983, pp. 166-175 e 598-599; Stephan Sanders, A phenomenon's bankrupcy; Don bosco and the question of coeducation. ibidem, pp. 159-165 e 602-603)"Infine è in lista per diventare un Santo gay il Cardinale John Henry Newman
(1801-1890) di cui è in corso il processo di beatificazione. Sembra certo che Newman, la più celebre conversione al cattolicesimo dell'800, si astenne dal sesso ma è certo anche che spese la maggior parte della sua vita con l'amico Fr. Ambrose St. John. Qualcuno ha sostenuto che alla morte dell'amico, Newman utilizzasse il letto di Ambrose e nelle sue volontà il Cardinale ha chiesto di essere seppellito nello stesso loculo dell'amico. Entrambi sono oggi sepolti insieme.I SANTI CHIACCHIERATIInsieme ai santi simbolici e a quelli gay, abbiamo anche santi molto chiacchierati. Tra questi c'è San Giovanni Evangelista il discepolo che Gesù "amava". "Nelle bestemmie e nel folclore dei sodomiti antichi - dice Giovanni Dall'Orto - il santo sodomita era (...) san Giovanni Evangelista (non Giovanni Battista, che lo fu invece nella pittura), perchè è colui che all'Ultima Cena "giaceva sul petto" di Gesù ("qui recubuit super pectus eius")". Tra i santi "non del tutto gay" è annoverato San Giorgio martire, sovente ritratto come un giovane androgino e attraente alle prese con un drago. Un testo (Budge, The martyrdom and Miracles of St. Gorge of Cappadocia: The coptic texts, Nutt, London 1988, p. 282) asserisce che Gesù volesse Giorgio "come un puro e verginale promesso sposo". E' molto dubbia, ancora, l'omosessualità di San Paolo apostolo, uno tra i santi più omofobi della storia. Non era sposato, cosa inusuale per un ebreo del suo tempo, e si accompagnava a tutta una serie di giovani uomini, come San Timoteo. In un suo scritto Paolo accenna ad una non specificata "spina nella carne" (Corinzi 12,7-11). Mah ...SANTI TRAVESTITI E TRANSESSUALISe santità e omosessualità, come abbiamo rilevato, sono compatibili; abbiamo forti dubbi che lo siano, al contrario, santità travestitismo e transessualità. "Il motivo del travestimento - sostiene Lorenzo L. Gallo - compare in numerose vite di Sante orientali: è un espediente per rendersi indipendenti dagli uomini, ma anche per segnare un rifiuto del genere sessuale in toto. La prima Santa travestita è Tecla, discepola di S. Paolo; Santa Eufrosina di Polozk  che è considerata la protettrice
delle donne omosessuali. Infatti, per sfuggire al matrimonio, entro in monastero travestita da uomo. Nel medioevo era prassi combinare matrimoni con largo anticipo ed Eufrosina pur di non piegarsi a tale "usanza", preferì entrare in monastero. Pare che da Santa Eufrosina derivi ilnome "Rosina", spesso associato agli omosessuali. Poi Teodora, Eugenia ed Eufrosina di Alessandria, Marina di Antiochia, Pelagia di Gerusalemme e altre ancora. Le loro biografie furono trascritte nel corso dell'alto Medio Evo e godettero del favore del pubblico al punto che diversi Concili (a partire da quello di Gangra del IV secolo), dovettero interdire alle donne tale travestimento. Nell'Europa occidentale le gesta di queste sante furono tradotte, ma di sante latine "travestite" si conosce un solo esempio, S. Papula di Tours; in altre vite di sante compare il taglio dei capelli (Ermelinda, Bililda, Doda) o il travestimento (Christina di Markyate) come espediente per fuggire le brame maschili, ma non rappresentano una scelta di vita. Giova però ricordare che loro grande ammiratrice fu Caterina da Siena, che - come narra il suo biografo Fra Raimondo da Capua - si faceva chiamare Eufrosina perchè desiderava emulare le gesta, facendosi "monaco" in un monastero maschile, e Christine de Pizan ne citò due (Marina ed Eufrosina) nel suo libro La citè des dames".A questo punto, potremo cercare santi sadici e santi masochisti, con estrema facilità. Ma ci fermiamo quì. Rileggendo l'esperienza di tutti questi "esempi di rettitudine" emerge un dato, nulla impedisce che un omosessuale diventi un "testimone di virtù" attraverso il quale Dio, come dice la Costituzione Apostolica Divinus perfectionis magister, si fa  presente a noi e ci parla.- da Wikipedia: Omosessualità e santità- da gay.it: Santi col "vizietto"