Parole non dette...

28 giugno 2007


VEGLIA DI PREGHIERA PER RICORDARE LE VITTIME DELL'OMOFOBIA Purtroppo nel mondo, e anche nelle nostre comunità “cristiane”, sono ancora troppi gli episodi di omofobia sociale, di violenza fisica e morale, di disperazione a cui sono sottoposti molti fratelli omosessuali che, in paesi non europei sono oggetto di condanne alla pena capitale o a numerosi anni di carcere o, come in Italia, sono messi di fronte a discriminazioni sociali che spingono, soprattutto gli adolescenti, a non nutrire più speranze e a togliersi la vita. Una situazione che rappresenta uno scandalo per tutta la cristianità.Per questo abbiamo voluto organizzare una veglia ecumenica di preghiera in ricordo delle vittime dell’omofobia che, speriamo, possa essere soprattutto un momento di comunione tra i credenti italiani, omosessuali e non, e di fratellanza tra cattolici e non cattolici, oltre che un momento di TESTIMONIANZA. La veglia, avrà luogo nella chiesa Valdese di Firenze (Via Micheli) la sera di giovedì 28 giugno 2007 alle ore 21 e vedrà la presenza dei rappresentanti di diverse confessioni religiose e in comunione con vari gruppi e movimenti cristiani da tutta Italia, (Ancona, Avellino, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pescara, Roma, Rimini, Torino, ecc.).Abbiamo scelto il 28 giugno perché è il giorno in cui si ricorda la rivolta di “Stonewall” (New York), quando un gruppo di omosessuali reagì alla violenza degli agenti di polizia, chiedendo di essere trattati con dignità e giustizia. Ci auguriamo che questa veglia possa essere un segno di speranza, di dialogo e un momento di riconciliazione, che vorremmo condividere con Voi e con tutte le comunità cristiane. Il Gruppo Kairòs, cristiani omosessuali di Firenzehttp://www.kairosfirenze.it 
"Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli." (Matteo 5,11)UCCISI DALL'OMOFOBIATORMENTATO A SCUOLA: "Sei Gay". SI UCCIDE
TORINO - "SEI COME JONATHAN. TI PIACCIONO I RAGAZZI, SEI GAY...". E GIU' BATTUTE E PAROLACCE. FORSE I SUOI COMPAGNI NON CAPIVANO FINO IN FONDO QUANTO LO FERIVANO CON QUELLE FRASI, MA PER MATTEO, 16 ANNI, SECONDA SUPERIORE IN UN GRANDE ISTITUTO TECNICO, QUEL TORMENTONE DURATO UN ANNO E MEZZO E' STATO TROPPO. E MARTEDI' HA DECISO DI FARLA FINITA: PRIMA UNA COLTELLATA MIRATA AL PETTO, POI IL VOLO DELLA FINESTRA DI CASA, AL QUARTO PIANO DI UN QUARTIERE RESIDENZIALE. ALL'OSPEDALE, PER QUALCHE ORA, I MEDICI HANNO TENTATO DI RIANIMARLO, MA E' STATO INUTILE. MATTEO E' MORTO E ORA LA PROCURA SI ACCINGE AD ARCHIVIARE IL CASO: NON CI SONO DUBBI, E' STATO UN SUICIDIO. A PROVARLO C'E' ANCHE UNA LETTERA CHE RACCONTA OGNI DETTAGLIO NEL LINGUAGGIO IRONICO E AGRODOLCE DEGLI ADOLESCENTI. E UNA CONCLUSIONE: "NON CE LA FACCIO PIU'".MAHMOUD E AYAZ, IMPICCATI IN IRAN PERCHE' Si AMAVANO 
Il 19 luglio 2005 a Mashad, nel nordest dell'Iran le autorità hanno impiccato in Piazza della Giustizia Mahmud Asgari, 16 anni, e Ayaz Marhoni, 18 anni, colpevoli di essere omosessuali e di amarsi. Prima di essere impiccati avevano già scontato 14 mesi di prigione e avevano ricevuto 228 frustate a testa.Una foto da brivido. Che racconta una realtà raccapricciante. In Iran [...] sono stati pubblicamente impiccati due ragazzini di 16 e 18 anni. Quelli che sono ritratti in questa immagine pochi secondi prima della loro morte. Si chiamavano Mahmoud Asgari e Ayaz Marhoni. La loro colpa? Erano innamorati. L'uno dell'altro. Tutto qui. Già, avevano una relazione omosessuale. ... Ora la foto di Mahmoud e Ayaz sta facendo il giro del mondo attraverso internet e una petizione on-line chiede che le organizzazioni per i diritti umani intervengano per fermare quello che è un vero e proprio sterminio: negli ultimi 25 anni in Iran sono state uccise oltre 4.000 persone tra gay e lesbiche.Per la sola "colpa" di amare una persona dello stesso sesso.MATTHEW SHEPARD, UN RAGAZZO COME NOI
WYOMING - Il 6 ottobre 1998 Matthew Shepard è con alcuni amici gay in un bar. Una volta lasciato solo, Matthew viene avvicinato da due ragazzi che gli chiedono se sia gay. Lui risponde di si. Gli propongono di seguirlo. Una volta in auto, tirano fuori una pistola e lo portano nel deserto. Lo attaccano a uno steccato e lo riempiono di botte, fino a fracassargli il cranio. Lo credono morto, e lo lasciano li, nel deserto. Soffre le pene dell'inferno, invece, perchè è ancora vivo nonostante le percosse. Ma saranno i 40 gradi del deserto alternati allo zero termico di notte a ucciderlo per disidratazione. Sarà ritrovato per caso 18 ore più tardi da un ciclista di passaggio. Matthew morirà 4 giorni dopo in ospedale. Nel '99 i due assassini, di 21 e 22 anni saranno condannati all'ergastolo senza possibilità di libertà per buona condotta.IN MEMORIA DI ALFREDO ORMANDO
Il 13 gennaio del 1998 Alfredo Ormando, un trentanovenne siciliano, nativo di San Cataldo (Caltanissetta), un omosessuale con aspirazioni, velleità di scrittore si brucia vivo in San Pietro a Roma, cospargendosi di benzina e dandosi fuoco con un accendino. SOccorso da un poliziotto, che cercherà con la giacca della sua divisa di spegnergli le fiamme di dosso, Ormando morirà in ospedale dopo 9 giorni di agonia.Il suo non è un gesto di un folle, al contrario è un gesto lucido, consapevole, calcolato, preparato in tutti i suoi minimi dettagli. È un gesto inaudito, mai tentato prima, di protesta estrema contro il Vaticano.da una lettera di alfredo ormando:Palermo, Natale 1997 Caro ( amico),quest’anno non sento più il Natale, mi è indifferente come tutte le cose, non c’è nulla che riesce a richiamarmi alla vita. I miei preparativi per il suicidio procedono inesorabilmente, sento che questo è il mio destino. L’ho sempre saputo e mai accettato, ma questo destino tragico e là ad aspettarmi con una certosina pazienza che ha dell’incredibile. Non sono riuscito a sottrarmi a questa idea di morte, sento che non posso evitarlo, tanto meno far finta di vivere e progredire per un futuro che non avrò : il mio futuro non sarà altro che la prosecuzione del mio presente. Vivo con la consapevolezza di chi sta per lasciare la vita terrena e ciò non mi fa orrore, anzi ! Non vedo l’ora di porre fine ai miei giorni; penseranno che sia un pazzo perché ho deciso Piazza San Pietro per darmi fuoco mentre potevo farlo anche a Palermo. Spero che capiranno il messaggio che voglio dare: è una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l’omosessualità, demonizzando nel contempo la Natura, perché l’omosessualità è sua figlia.