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IL RATTO DI GANIMEDE


Ganimede è l'unico amore maschile di Zeus. Appena lo vede, il dio del fulmine se ne innamora e, prese le sembianze dell'aquila, cala dal cielo sul monte Ida per rapirlo. Accolto tra gli dei dell'Olimpo, Ganimede ottiene il posto di coppiere, prima riservato a Ebe, scatenando la gelosia di Era. Ma Zeus vuole fare al suo amato un dono ancora più grande e per risparmiargli le tristezze dell'invecchiamento e della morte lo trasforma nella costellazione dell'Acquario. Eternamente sospeso tra le stelle, il figlio bellissimo del re Troo, nel cui nome brillano gioia (ganusthai) e intelligenza (medea), diventa cosi il simbolo celeste dell'amore e dell'eros omosessuale, ritratto dai pittori e cantato dai poeti fin dai tempi più antichi:Vattene, sali al cielo, aquila, porta conte il ragazzostendendo le ali, vattene col delicatoGanimede e non mollarlo, il coppiere dei più soavicalici del padre Zeus; ma stà bene attentaa non insanguinare il ragazzo con gli artigli ricurvi,che Zeus non ne abbia dolore e irritazione.(Stratone, Antolgia Palatina, epigramma 221)Omero ne racconta la storia nell'INNO ad Afrodite:In verità, il saggio Zeus rapì il biondo Ganimedeper la sua bellezza, affinchè vivesse tra gl'immortalie nella dimora di Zeus versasse da bere agli dei- prodigio a vedersi, onorato da tutti gli immortali - attingendo il rosso nettare dal cratere d'oro.Secondo Teognide di Megara, è grazie al mito di Ganimede che gli uomini conoscono la gioia di amare un ragazzo.  Pindaro, nella prima Ode olimpica, paragona l'amore di Zeus per Ganimede a un altro divino amore omosessuale, quello di Poseidone per Pelope, il figlio di Tantalo. Anche Pelope infatti fu amato e rapito da un dio, che fu maestro ed erastes secondo il modello iniziatico delle società arcaiche guerriere. Celebrato da Callisto, Alceo e Meleagro, è però l'amore di Zeus per Ganimede a rappresentare il prototipo arcaico del mito di fondazione dell'omosessualità. Il modello Zeus-Ganimede fa da sfondo a molte storie d'amore celebri, come quella tra
l'imperatore Adriano e il suo eromenos greco Antinoo. L'incontro avvenne in Bitinia, patria del ragazzo, probabilmente attorno al 123 d. C. Adriano lo rapì e lo volle per sempre. Inseparabili affrontarono ogni viaggio e insieme presero parte ai misteri eleusini. Come Ganimede, Antinoo è stato nei secoli il simbolo di un amore vergognoso, ma anche l'ideale platonico dell'amore spirituale e di un'innocenza angelica destinata alla resurrezione. Come Ganimede, è stato trasformato in una stella: Adriano lo volle ricordare per l'eternità dedicandogli una costellazione.Anche nell'immaginario moderno dei comics troviamo una coppia maschile con le caratteristiche dell'unione nel volo: Batman - Bruce Wayne e Robin - Dick Grayson
(Winick, 1992). Nei loro nomi volteggiano creature dell'aria: Batman - il pipistrello, e Robin - il pettirosso. Lo psichiatra Fredric Wertham sottolinea che l'amicizia tra Batman e Robin ricorda troppo "una relazione amorosa del tipo Zeus-Ganimede (...), il sogno di due omosessuali". Queste le "prove" maliziosamente fornite da Wertham: due maschi non sposati che vivono insieme in una casa piena di fiori, hanno un maggiordomo, Alfred, si preoccupano molto l'uno del'altro e spesso vengono ritratti seduti vicini, in maniche di camicia, le mani o le braccia che si sfiorano. "Solo una persona che ignora completamente i fondamenti della psichiatria e della psicopatologia sessuale può non cogliere la sottile atmosfera omoerotica che pervade le avventure del maturo Batman e del giovane amico Robin (Wertham, 1954, p. 190). MITI DI INIZIAZIONEEsaminiamo la componente iniziatica dei miti di fondazione dell'omosessualità maschile. Scopo dell'omosessualità iniziatica è quello di porre un intervallo, nell'evoluzione psichica del ragazzo, tra femminilità e masconilità, tra mondo materno e mondo paterno. L'iniziazione, come momento di passaggio di un giovane alla maturità, è stata per molti secoli, e lo è ancor oggi per molti popoli, ritualizzata. Gli studi etnologici condotti da un secolo a questa parte hanno rivelato la frequenza di un'istituzione iniziatica che si contrappone alle attuali concezioni dominanti della civiltà occidentale: l'esistenza cioè di un rapporto omosessuale, socialmente obbligatorio, fra il maestro, o l'iniziatore, e i candidati all'iniziazione. Un'immagine centrale della cultura occidentale, quella della virilità, viene in questo modo radicalmente modificata: la virilità non coincide più con l'esclusività eterosessuale; vi sono culture in cui la superiorità sociale (del guerriero, del capo, dello sciamano) si definisce attraverso un comportamento omosessuale che coinvolge il giovane che deve raggiungere un analogo status.Nel Purgatorio, Dante utilizza l'immagine dell'aquila che cala su Ganimede come
metafora della discesa della Grazia illuminante e rapimento del divino amore:In sogno mi parea veder sospesaun'aguglia nel ciel con penne d'oro,con l'ali aperte e a calare intesa;ed esser mi parea là dove fuoroabbandonati i suoi da Ganimede,quando fu ratto al sommo consistoro.Fra me pensava: "Forse questa fiedepur qui per uso, e forse d'altro locodisdegna di portarne suso in piede".Poi mi parea che, poi rotata un poco,terribil come folgor discendesse,a me rapisse suso infino al foco.Ivi parea che ella e io ardesse;e sì lo 'ncendio imaginato cosse,che convenne che 'l sonno si rompesse.(Dante, Purgatorio, IX, vv. 19-24.)Nel Medioevo, Ganimede è contemporaneamente sinonimo di omosessuale, portavoce degli omosessuali e prototipo di bellezza maschile. Sembra che il termine latino catamitus (in inglese catamite), col significato di "ragazzo rapito a scopo sessuale", fosse una storpiatura della parola Ganimede. Vicino a Ganimede, come simbolo di attaccamento appassionato tra maschi, compaiono talvolta Davide e Gionata, soggetto biblico ripreso sia dall'ascetismo monastico di Aelredo di Rievaulx sia dall'umanesimo laico di Abelardo.
Sarà però il Rinascimento (nelle opere di Leon Battista Alberti, Michelangelo, Correggio, Parmigianino, Romano, Cellini, Carracci e molti altri) a celebrare il trionfo del mito di Ganimede, interpretato alla luce dela dottrina neoplatonica e ambiguamente sospeso tra amor sacro e amor profano, furor amatorius e furor divinus. Finchè gli anni della Controriforma sanciranno il declico della sua fortuna artistica cercando di spegnere la sua forza simbolica.Già nell'antichità troviamo infatti due concezioni opposte: Platone (Leggi, I, 636c) riteneva che il mito di Ganimede fosse stato inventato dai Cretesi per giustificare le relazioni amorose tra uomoni e ragazzi, mentre Senofonte (Convito, VIII, 30) lo spiegava come allegoria morale relativa alla superiorità della mente sul corpo, da cui l'origine del nome Ganimede, unione di gioia e intelligenza. Le due letture non sembrano in verità inconciliabili: il Ganimede sensuale non è che l'altra faccia di quello spirituale. Lo testimonia Plutarco nel trattato Sull'amore (pp.47-48), dove il paragone con l'aquila sembra tutt'altro che casuale:C'è un solo tipo di aquila che sia di razza pura, l'aquila di monagna, quella che Omero definisce "nera" e "cacciatrice", mentre le altre sono di razza bastarda e catturano i pesci nelle paludi e gli uccelli dal volo lento; spesso poi restano senza cibo ed emettono un suono lamentoso e famelico. Cos' c'è un solo amore di razza pura, quello rivolto ai ragazzi. Tale amore non è "splendente di desiderio" come Anacreonte chiamò l'amore per le fanciulle, nè "stillante d'aromi e coperto di gioielli", ma lo incontrerai, nella sua bellezza semplice e naturale, nelle riunioni filosofiche o anche, a volte, nei ginnasi e nelle palestre; in cerca di giovani, sì, ma per chiamare alla virtù, come voce chiara e  nobile, le persone degne delle sue attenzioni.Il legame tra desiderio omosessuale e ascesi spirituale, sancito nell'antichità dal mito di Ganimede (a ribadire, forse, che ciò che è bello è anche buono), sarà un elemento caratteristico della cultura rinascimentale. Lo troveremo nella tensione che attraversa l'opera di Michelangelo e, in particolare, nel significato biografico e simbolico dei disegni che il maestro dona all'amato Tommaso Cavalieri. Ma è solo nel contesto del movimento neoplatonico che possiamo cogliere questo significato.(liberamente tratto da: "COMPAGNI D'AMORE" di Vittorio Lingiardi - Raffaello Cortina Editore)- CONTINUA-