Parole non dette...

Il Diavolo e il Grande Inquisitore


- L'INQUISITORE: Sei tu? Davvero sei tu?- SATANA: Chi volevi che fosse?- L'INQUISITORE: No! Non rispondere. Taci! So bene quello che mi potresti dire. Non l'ho voluto ascoltare giammai, non lo ascolterò ora.- SATANA: Oh, sì, invece: l'ascolterai. Nessuno mi si nega in questo modo. Nè tu potresti.- L'INQUISITORE: Parla, allora, quando non vuoi tacere. Svelami la tua voce e il tuo mistero, così che possa, io, domani, ardere finalmente te sul rogo, e chiudere il conto, la partita: poichè vissi per bruciare il tuo inferno e le anime dannate che lo traducono, quì, su questa terra!- SATANA: Non arderai nessuno. Siediti. Mettiti calmo. Non hai veduto, oggi, a chi ubbidirono la folla e i soldati? E credi che domani sarà diverso?- L'INQUISITORE: Deve esserlo, diverso... Sempre è stato diverso... Oggi fù solo un abbaglio dovuto al caldo di questa città... La calura confonde, offre miraggi e confonde... è così... certo... il sole meridiano che batte sulle tempie, mescolato al calore del rogo...- SATANA: Pensala come vuoi. Le opinioni non sono il mio genere di cose che mi crea problemi. Hai la tua idea. L'unica cosa inconfutabile, lo ammetterai, è che tu sei in carcere e io sono il tuo guardiano, questa sera. Questa è la verità. Ma puoi seguitare a pensarla come ti pare.- L'INQUISITORE: Guardie! Guardie! A me, guardie!- SATANA: Hai quasi novant'anni...: non fa buon sangue gridare in tal guisa. Te lo ripeto: stà seduto e chiacchiera con me, se lo gradisci. Ma non urlare. Ne ho già abastanza all'inferno, di simili schiamazzi. Inutili, d'altronde. Fammi domande, piuttosto. Sì, interrogami. Non è usuale che un uomo del tuo rango possa sostare una notte con me... quando ancora egli è in vita.- L'INQUISITORE: Domande? Domande a te che sei il re della menzogna?- SATANA: Non ti assicuro che ti risponderò con verità; ma provaci, a interrogarmi. Non è la tua preciqua qualità?- L'INQUISITORE: Io interrogo per giungere al vero...- SATANA: Ah! Questa è bella! La prima menzogna l'hai professata tu. La prima verità la dirò io, dunque, soltanto per il gusto di contraddirti: vedendo da lontano quel tuo capo canuto, ti facevo meno sempliciotto. Se non vuoi domande, rispondi allora: cos'è la verità?- L'INQUISITORE: Come Cristo davanti ai suoi giudici, non ti risponderò.- SATANA: ...ingenuo e ridicolo, sì, ora che posso guardarti da vicino. Suvvia, non essere patetico: quando il tuo Cristo taceva, aveva i suoi motivi, e, mi pesa ammetterlo, erano pure nobili. Tu taci solo perchè non sai rispondere. Lascia perdere Cristo. Io non sono Pilato e, sappilo fin d'ora, non me ne laverò le mani; mi piacciono così: sozze, grondanti sangue.- L'INQUISITORE: Che orrore!- SATANA: Oh! Ecco un'altra parola che non avresti dovuto pronunciare. Vuoi farmi credere che sai cos'è l'orrore? Anzi: vuoi farmi credere che è un sentimento che alberga nel tuo cuore? Di grazia: e quando?- L'INQUISITORE: Quando vedo lo scempio che produci nel mondo.- SATANA: Uhm. Questo è interessante; perlomeno, curioso. Non lasciarmi così sulle spine: qual'è il mio scempio che ti turba tanto?- L'INQUISITORE: Lo scempio delle anime. Che rubi a Dio. Ogni giorno. Ogni giorno di più. Perchè tu sei famelico degli agnelli che popolano le nostre regioni e l'intera nostra terra.- SATANA: Famelico. Mi piace. Ma altri hanno trovato aggettivi migliori per descrivermi. Che ne dici di "insaziabile", "vorace", "ingordo", "smanioso", "dissoluto", "guasto"? Ma di cosa? Manca un complemento, sempre, a queste vostre figurazioni. Famelico di cosa?- L'INQUISITORE: Di anime.- SATANA: Monotono.- L'INQUISITORE: Di giusti.- SATANA: Moralista.- L'INQUISITORE: D'innocenti.- SATANA: Demagogico.- L'INQUISITORE: Di battezzati!- SATANA: Più papista del Papa.- L'INQUISITORE: Di figli dell'Altissimo! Che altro vuoi?- SATANA: Voglio che tu la smetta con questa teologia da quattro soldi, che non convincerebbe neppure una beghina. Non hai altro da dire su di me?- L'INQUISITORE: Si. Che vorrei non fossi mai esistito!- SATANA: Ah, ah! Se io non esistessi, non ci saresti neppure tu, mio caro. Di ciò sei consapevole?- L'INQUISITORE: Se tu non esistessi, noi uomini saremmo ancora tutti nel Giardino di Dio. Poichè tu sei quel serpente...- SATANA: Fermo. Non dire oltre. Non vi smentite mai, razza di umani sempre pronti a dar la colpa a un'altro. Non l'avete capito che la vostra condanna nacque proprio così, col dar la colpa: "non sono io, è la donna"; "non sono io, è il serpente". Perciò foste cacciati: incapaci di prendervi anche una sola responsabilità dei vostri gesti! "E' stato lui, è stata lei, è stato il diavolo!" Ma ditelo, una buona volta: "son stato io". E facciamola finita.- L'INQUISITORE: Domine, in adiutorium meum intende...- SATANA: Cosa fai, preghi?- L'INQUISITORE: Prego, si, affinchè te ne vada.- SATANA: Non me ne andrò. Te lo dico e ti risolvo il grattacapo. Così la smetti di piagnucolare. Quante persone hai mandato al rogo, da quando sei il grande inquisitore?- L'INQUISITORE: Dodici.- SATANA: Pochine. Altri hanno fatto meglio.- L'INQUISITORE: Non è questione di meglio o peggio: erano colpevoli di fronte a Dio e alla Chiesa. E io le ho condannate. Gli innocenti li ho liberati.- SATANA: ...colpevoli... innocenti... e come li distingui?- L'INQUISITORE: Per mezzo del Vangelo.- SATANA: Davvero? Conosci quel libretto? L'hai letto tutto? Più volte? E vi hai trovato il modo per distinguere colpevoli e innocenti? Che strano. Lo lessi anch'io e non vi trovai questa mirabile trasparenza che vanti.- L'INQUISITORE: Tu non conosci il Vangelo, poichè solo lo Spirito di Dio ne rivela il sublime senso nascosto.- SATANA: E tu possiedi questo Spirito?- L'INQUISITORE: Spero di averlo ricevuto col Battesimo.- SATANA: Speri?- L'INQUISITORE: Credo che mi sia stato donato, nel sacramento.- SATANA: Credi! E credi pure che sia infallibile, quel senso interiore, quando si tratta di giudicare gli uomini?- L'INQUISITORE: Sì, lo credo infallibile.- SATANA: E lo credi infallibile anche quando si ripresenta attraverso il tuo giudizio? Credi che, poichè esso è infallibile, lo sarai anche tu, sempre, per una sorta di causa ed affetto?- L'INQUISITORE: Credo che, quando giudico, Dio mi soccorre, affinchè io non sbagli.- SATANA: Come sei triste e confuso. Se io non fossi Satana, a questo punto proverei pietà. Ma sono Satana e provo quel disprezzo che ti fa mio.- L'INQUISITORE: Io non sarò mai tuo.- SATANA: Tu lo sei già. Così incapace di distinguere tra la giustizia di Dio e la tua; tra la verità di Dio e la tua: tu sei già mio. Questo è il secondo peccato che commetteste nel Paradiso, prima della cacciata: volevate diventare come Dio; conoscere il bene, il male. E continuate a volerlo, nonostante tutto. Fu così facile ingannare quell'uomo e quella donna: bastò sollecitarli nell'orgoglio. Ma loro erano i primi, senza esperienza di come va nel mondo. Ma tu! Tu che ne hai viste di cose, nella tua lunga vita: ci caschi ancora! non capisci che la salvezza è lì, vicino a te? Basterebbe che tu dicessi: io non sarò mai giusto come il mio Dio; e, non essendo giusto, non dovrei giudicare i miei fratelli... e invece...confondi il tuo misero sapere con la giustizia del cielo. O diavolacci miseri degli inferi! Ma che creatura è questa che ho davanti?- L'INQUISITORE: Lasciami stare. Vattene!- SATANA: No. Suvvia: recita il Padrenostro.- L'INQUISITORE: Che?- SATANA: Recita il Padrenostro! O l'hai scordato?- L'INQUISITORE: Mai. Non lo reciterò per tuo volere!- SATANA: Lo dirò io; almeno una parte: rimetti i nostri debiti, come li rimettiamo ai nostri debitori. E ora rispondi: a chi rimettesti, durante i tuoi processi, il debito dell'ignoranza? E a chi il debito di quella indecisione della fede che chiamate superstizione? E a chi il debito d'essere nato in altra religione? E a chi quello di avervi combattuto, sfregiandovi, talvolta, in nome del medesimo Cristo? Li perdonasti, quei debiti, alle streghe, agli eretici, ai dissoluti, ai vani, ai miseri, ai sodomiti e alle vedove? Oh, non rispondere, lo dirò io stesso: non perdonasti; non rimettesti; e, peggio, giungesti al punto di chiamare "perdono" l'ultimo gesto prima del massacro.- L'INQUISITORE: Io perdonavo il peccatore, ma non giustificavo il suo peccato; rimettevo al mio Dio l'anima del colpevole, ma condannavo il male. Sei tu che non distingui.- SATANA: Siete una bella razza, voi inquisitori! O dovrei dire: voi uomini? Davvero una razza straordinaria! Capaci di distinguere dove neppure Dio stesso - il vostro, mica un altro!, per sua stessa ammissione - potrebbe. Perdonavate il peccatore, mentre lo mandavate a morte.- L'INQUISITORE: Ma l'anima era salva!- SATANA: La sua. Forse. Ma le vostre? Che strano questo angosciarvi da sempre per l'altrui anima.- L'INQUISITORE: Avrei voluto bruciare io stesso, su quei roghi, se fosse servito a toglierti dal mondo!- SATANA: "Avrei... avrei...". Non lo facesti!- L'INQUISITORE: Per l'intera esistenza mi sono martoriato in penitenze!- SATANA: Rinnovando il tuo orgoglio! Ah, che follia! Avevi in dono i salvare il mondo con le tue stesse lacrime e, invece, condannasti te stesso a causa delle lacrime del mondo: che rinnovavi, in ogni tribunale, nei processi, con le torture...- L'INQUISITORE: Erano necessarie! Erano necessarie perchè la verità venisse a galla! Perchè tu la smettessi di ingannare...- SATANA: Bene. Sei pervicace come ti volevo. Torni a parlare della verità. Potrei ricominciare anch'io daccapo, chiedendoti: cos'è la verità? Ma non lo faccio. Perchè il tuo tempo è giunto. Andiamo.- L'INQUISITORE: Dove?- SATANA: Dov'è pianto e stridore di denti.Ora il vecchio vorrebbe che Satana dicesse ancora qualcosa. Qualsiasi cosa, sia pure di amaro e di terribile. Ma egli, a un tratto, si avvicina al vecchio in silenzio e lo bacia piano sulle esangui labbra novantenni. E le labbra hanno un tremito:- L'INQUISITORE: Mi baci come fece Giuda.- SATANA: T'inganni ancora. Credi d'essere Cristo?- L'INQUISITORE: Che bacio è, dunque?- SATANA: Quello della morte.(Dall'introduzione del LIBRO: "L'INQUISITORE" di Natale Benazzi e Gian Franco Freguglia - Ed. PIEMME)