Parole non dette...

SOLA SCRIPTURA? - 4


Quando la Bibbia diventa un Idolo!APPROCCIO CATTOLICO- ORTODOSSO La domanda che i protestanti potrebbero porre a questo punto è: chi ci dice che la tradizione cattolica-ortodossa sia quella corretta, o persino che esista una tradizione corretta? In primo luogo, i protestanti hanno bisogno di studiare la storia della Chiesa. Vi troveranno che esiste una sola Chiesa. Questa è sempre stata la posizione della Chiesa dai suoi inizi. Il Credo di Nicea lo puntualizza chiaramente, "Credo in... una Chiesa, santa cattolica e apostolica". Questa dichiarazione, che quasi tutte le denominazioni protestanti tuttora sostengono di accettare come vera, non fu mai interpretata nel senso che con essa si possa fare riferimento ad una qualche confusa, pluralistica "chiesa" invisibile che non riesce ad andare dottrinalmente d'accordo in nulla. I concili che canonizzarono il Credo (così come le Scritture) lanciarono anche anatemi contro coloro che erano al di fuori della Chiesa, sia che fossero eretici, come i montanisti, o scismatici, come i donatisti. A differenza dei protestanti, che trattano come eroi coloro che si staccano da un gruppo per formarne uno proprio, nella Chiesa primitiva questo era considerato un peccato dei più condannabili. Come avvertiva Sant’Ignazio di Antiochia [un discepolo dell’Apostolo Giovanni], "Non ingannatevi, fratelli, nessuno di quanti seguono altri in uno scisma erediterà il Regno di Dio, nessuno di quanti seguono dottrine eretiche è dalla parte della passione" [Lettera agli abitanti di Filadelfia, 5:3]. La ragione stessa della nascita di un movimento protestante era la protesta contro presunti abusi papali, dopo la rottura dell’Occidente romano dall’Oriente ortodosso. Molti teologi protestanti moderni hanno recentemente preso a rivedere questo primo millennio di cristianità indivisa, e stanno iniziando a riscoprire il grande tesoro che l’Occidente e l'Oriente hanno mantenuto. La maggior parte dei protestanti, siccome la loro base teologica della Sola Scriptura può produrre solo disunione e litigi, ha abbandonato da lungo tempo l’idea della vera unità cristiana e ha considerato come ipotesi ridicola l’esistenza di un’unica Fede. Di fronte ad affermazioni tanto forti sull’unità della Chiesa come quella sopra citata, reagiscono spesso con orrore, sostenendo che tali attitudini sono contrarie all’amore cristiano. Trovandosi privi di una vera unità si sono sforzati di crearne una falsa, sviluppando la filosofia relativistica dell’ecumenismo, in cui la sola fede da condannare è quella che avanza pretese esclusive alla Verità. Però questo non è l’amore della Chiesa storica, ma sentimentalismo umanistico. L’amore è l’essenza della Chiesa. Cristo non venne a mettere le basi di una nuova scuola di pensiero, ma piuttosto disse Egli stesso di essere venuto a edificare la sua Chiesa, contro la quale le porte dell’inferno non prevarranno (Matteo 16:17). Questa nuova comunità della Chiesa creava "un’unità organica, piuttosto che un’unificazione meccanica di persone internamente divise." Quest’unità è possibile solo tramite la nuova vita portata dallo Spirito Santo e misticamente sperimentata nella vita della Chiesa. La fede cristiana unisce il fedele a Cristo, componendo così un corpo armonioso da individui separati. Cristo costituisce il corpo comunicandosi a ogni membro e donando loro lo Spirito della Grazia in un modo efficace e tangibile.... Se il legame con il corpo della Chiesa viene reciso, allora la personalità che viene in tal modo isolata e racchiusa nel proprio egoismo sarà privata della benefica e abbondante influenza dello Spirito Santo che dimora nella Chiesa. La Chiesa è una poiché è il Corpo di Cristo. La Chiesa è una, così come Cristo e il Padre sono uno. La nostra fede nell’unità della Chiesa ha due aspetti: è un’unità al tempo stesso storica e presente. Ciò significa che quando gli Apostoli, per esempio, lasciarono questa vita, non lasciarono l’unità della Chiesa. Essi sono parte della Chiesa ora tanto quanto lo erano quando vi erano presenti nella carne. Quando celebriamo l’Eucaristia in qualsiasi Chiesa locale, non la celebriamo da soli, ma con l’intera Chiesa, sia in terra che in cielo. I Santi del cielo ci sono perfino più vicini di coloro che possiamo vedere e toccare. Così, nella Chiesa Cattolica e Ortodossa non abbiamo come insegnanti solo quelle persone che Dio ci ha messo accanto nella carne, ma tutti gli insegnanti della Chiesa in cielo e in terra. Siamo oggi alla scuola di San Giovanni Crisostomo allo stesso modo che a quella del nostro vescovo. Tutto ciò fa sì che il nostro approccio alla Scrittura non sia una interpretazione di tipo soggettivo (II Pietro 1:20). Questo approccio alla Scrittura ebbe la sua definizione classica per mano di San Vincenzo di Lerino: "Qui, forse, qualcuno può chiedere: Poiché il canone della Scrittura è completo e più che sufficiente in sé, perché è necessario aggiungervi l’autorità dell’interpretazione ecclesiastica? Di fatto, [dobbiamo rispondere,] la Sacra Scrittura, a causa della sua profondità, non è universalmente accettata nello stesso senso. Lo stesso testo è interpretato in modo differente da persone differenti, cosicché può quasi venire l’impressione che vi siano tante interpretazioni diverse quanti sono gli uomini.... Così, è a causa delle molte e grandi distorsioni causate da vari errori, che è invero necessario che l’interpretazione degli scritti profetici e apostolici sia diretta in accordo con la regola del significato ecclesiastico e cattolico. Nella stessa Chiesa Ortodossa, bisogna preoccuparsi con ogni cura di mantenere ciò che è stato creduto sempre, ovunque e da tutti. Ciò è veramente e propriamente 'cattolico,' come indicano la forza e l'etimologia del nome stesso, che comprende tutto ciò che è veramente universale. Questa regola generale verrà realmente applicata se seguiamo i principi di universalità, antichità e consenso. Seguiamo il principio di universalità se confessiamo vera solo quella fede che l’intera Chiesa confessa in tutto il mondo. Seguiamo il principio di antichità se non deviamo in alcun modo da quelle interpretazioni che i nostri antenati e padri hanno manifestamente dichiarato inviolabili. Seguiamo il principio di consenso se, in questa stessa antichità, adottiamo le definizioni e proposte di tutti, o quasi tutti, i vescovi." In questo approccio alle Scritture, non è compito dell’individuo sforzarsi di essere originale, ma piuttosto di comprendere quanto è già presente nelle tradizioni della Chiesa. Noi siamo obbligati a non andare al di là dei limiti posti dai Padri della Chiesa, ma a tramandare fedelmente la tradizione che abbiamo ricevuto. Fare ciò richiede molto studio e pensiero, ma ancor più, se vogliamo davvero comprendere le Scritture, dobbiamo entrare profondamente nella vita mistica della Chiesa. Ecco perché, quando Sant’Agostino spiega come si dovrebbero interpretare le Scritture [La Dottrina Cristiana, Libri i-iv], passa più tempo a parlare del tipo di persona che ci vuole per studiare la Scrittura, che sulla conoscenza intellettuale che questa persona dovrebbe possedere. Secondo San'Agostino l'uomo ideale è quello: 1. che ama Dio con tutto il suo cuore, e che è privo di orgoglio; 2. che è motivato alla ricerca della conoscenza della volontà di Dio da fede e riverenza, piuttosto che da orgoglio o avidità; 3. che ha un cuore soggiogato dalla pietà, una mente purificata e morta al mondo,  che non teme gli uomini, né cerca di compiacerli; 4. che non cerca altro che conoscenza e unione con Cristo;5. che ha fame e sete di giustizia, 6. che si adopera con diligenza in opere di misericordia e di amore. Con requisiti così alti, dovremmo tanto più umilmente assumere come guida i santi Padri che hanno evidenziato tali virtù, e non certo ritenerci più capaci di loro in un’acuta interpretazione della Santa Parola di Dio. Ma che fare dell’opera degli studiosi biblici protestanti? Come dice San Gregorio Nazianzeno quando parla di letteratura pagana: "Così come abbiamo preparato medicine salutari dal veleno di certi rettili, così abbiamo ricevuto dalla letteratura secolare i principi di ricerca e di ragionamento, mentre ne abbiamo respinto l’idolatria..." Così, in tutti i casi in cui gli studiosi protestanti fanno speculazioni al di là dei testi canonici, e proiettano idee estranee sulle Scritture, obiettando alla Santa Tradizione, essi si sbagliano. Se i protestanti dovessero ritenere ciò arrogante o ingenuo, che considerino dapprima l’arroganza e l’ingenuità di quegli studiosi che pensano di essere qualificati a trascurare (o più solitamente, a ignorare del tutto) due millenni di insegnamento cristiano. L’arroganza sta nel fatto che, senza imparare che cosa sia davvero la Santa Tradizione, ritengano di saperne di più. CONCLUSIONE Le Sacre Scritture sono forse il vertice della Santa Tradizione della Chiesa. Tolta dal suo contesto che è la Santa Tradizione, la solida roccia della Scrittura diviene una mera palla di creta, che può essere modellata in qualsiasi forma desiderino i suoi manipolatori. Dobbiamo leggere la Bibbia; è la santa Parola di Dio. Ma per comprendere il suo messaggio, sediamoci umilmente ai piedi dei santi che si sono mostrati "facitori della Parola e non uditori soltanto" (Giacomo 1:22). Andiamo da coloro che conobbero gli Apostoli, come i Santi Ignazio di Antiochia e Policarpo. Ascoltiamo dalla Chiesa e non cadiamo nell'arroganza.