Parole non dette...

SOLA SCRIPTURA ?


Quando la Bibbia diventa un Idolo!Alcuni gruppi, soprattutto di matrice Protestante nati dalla Riforma, affermano di credere "soltanto alla Bibbia," ma certi loro comportamenti fanno sorgere non poche domande. Perché i protestanti scrivono tanti libri di dottrina e di vita cristiana in generale, se in verità tutto ciò che è necessario è la sola Bibbia? Se la Bibbia è da sola sufficiente perché i protestanti non si limitano a distribuire Bibbie? E se è "sufficiente a tutto," perché non produce risultati coerenti, vale a dire, perché i protestanti non credono tutti le stesse cose? A che scopo le tante Bibbie di studio annotate dei protestanti, se tutto quanto è necessario è la Bibbia stessa? Perché distribuiscono trattati e altro materiale? Perché, in fin dei conti, insegnano o predicano, e non si limitano a leggere la Bibbia alla gente? La risposta è questa: anche se di solito non sono disposti ad ammetterlo, i protestanti sanno istintivamente che la Bibbia non può essere compresa da sola. E di fatto ogni denominazione protestante ha il suo corpo di tradizioni, anche se di solito non vengono chiamate così. La questione, dunque, non è realmente se crediamo solo alla Bibbia o se usiamo anche la tradizione. La vera questione è: quale tradizione usiamo per interpretare la Bibbia? A quale tradizione possiamo dare fiducia: alla tradizione apostolica della Chiesa Cattolica, o alle tradizioni confuse e moderne del protestantesimo, che non hanno radici al di là dell’avvento della riforma protestante? La Scrittura insegna che essa stessa è "sufficiente in tutto?"L'assunto più ovvio alla base della dottrina della Sola Scrittura è che la Bibbia abbia in sé tutto quanto è necessario per tutto quanto concerne la vita del cristiano, e tutto quanto sarebbe necessario per la vera fede, pratica, pietà e culto. Il passo scritturale più usualmente citato per sostenere questa nozione è:"...sin da bambino hai conosciuto le sacre Scritture, le quali ti possono rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera." (II Timoteo 3:15-17). Coloro che fanno leva su questo passo per suffragare la Sola Scriptura argomentano che esso insegna la "totale sufficienza" della Scrittura - poiché, "se, in verità, le Sacre Scritture sono in grado di rendere perfetto l'uomo pio... allora, invero, per ottenere completezza e perfezione, non c'è bisogno di tradizione." Ma che cosa si può dire  su questo passo? Per iniziare, dovremmo chiederci di che cosa stia parlando Paolo quando parla delle Scritture che Timoteo ha conosciuto sin da bambino. Possiamo essere sicuri che Paolo non si riferisca al Nuovo Testamento, poiché il Nuovo Testamento non era ancora stato scritto quando Timoteo era un bambino - di fatto non era neppure stato completato mentre Paolo scriveva questa epistola a Timoteo, né tanto meno raccolto assieme nel Canone del Nuovo Testamento così come oggi lo conosciamo. Ovviamente qui, e nella maggior parte dei riferimenti alle "Scritture" che troviamo nel Nuovo Testamento, Paolo sta parlando dell'Antico Testamento; così, se il passo deve essere usato per fissare i limiti dell'autorità ispirata, non ne verrebbe esclusa solo la Tradizione, ma questo passo stesso e l'intero Nuovo Testamento. Quando la Chiesa canonizzò ufficialmente i libri della Scrittura, il proposito era quello di proteggere la Chiesa da libri spurii che vantavano un'autorità apostolica, ma che erano di fatto opera di eretici (per esempio, il Vangelo di Tommaso). I gruppi eretici non potevano basare i loro insegnamenti sulla Santa Tradizione, poiché i loro insegnamenti avevano origine dal di fuori della Chiesa, cosicché l'unico modo per attribuire una certa autorità alle loro eresie era di distorcere il significato delle scritture o di predisporre nuovi libri a nome di apostoli o di santi dell'Antico Testamento. La Chiesa si difese contro gli insegnamenti eretici appellandosi alle origini apostoliche della Santa Tradizione (provata dalla Successione Apostolica, ovvero il fatto che per i vescovi e i dottori della Chiesa era possibile  dimostrare storicamente la loro discendenza diretta dagli Apostoli), e appellandosi alla universalità dell'Ortodossia della Fede Cattolica (e cioè che la fede cattolica sia la stessa fede che i cristiani cattolici hanno sempre accettato attraverso tutta la storia e in tutto il mondo). La Chiesa si difese da libri spurii ed eretici, stabilendo una lista autorevole di libri sacri, che furono ricevuti dalla stessa Chiesa come divinamente ispirati e di genuina provenienza dall'Antico Testamento o dagli apostoli.Stabilendo la lista canonica delle Sacre Scritture, la Chiesa non intendeva ritenere  che tutta la Fede cristiana e tutte le informazioni necessarie al culto e al buon ordine nella Chiesa vi fossero contenute. Per quanto riguarda la struttura dell'autorità della Chiesa, la questione del Canone fu risolta da Vescovi, riuniti in vari concili, e ciò fino a oggi è il modo in cui nella Chiesa Cattolica si risolve qualsiasi questione di dottrina o disciplina. (CONTINUA)