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La Festa della Concezione Immacolata di Maria nell'Oriente Cristiano


La festa della concezione immacolata di Maria è comune all'Occidente e all'Oriente che hanno trovato nel corso dei secoli accenti sublimi per celebrarla, pur con modi e contenuti diversi. La diversità della celebrazione è visibile non solo nella data della festa ma anche nei contenuti, ed è dovuta ad una differente storia delle due Chiese e ad una diversa evoluzione della pietà mariana e del pensiero circa la santissima Madre di Dio.La festa orientale   Come si sa la festa della Concezione di Maria è di origine orientale, il luogo d'origine però non è Gerusalemme, come per le altre due feste mariane della Natività (8 settembre) e della Presentazione al tempio (21 novembre), ma Costantinopoli, alla luce di due specie di considerazioni.    La prima riguarda la stessa sant'Anna, le cui reliquie erano arrivate da Gerusalemme a Costantinopoli nel secolo VII, dando luogo ad un vero culto della madre di Maria; la seconda riguarda invece la stessa Maria: volendo completare il suo ciclo di feste, e notando che esistevano già nel calendario due altre feste di concezione: quella di Gesù (Annunciazione il 25 marzo) e quella di Giovanni Battista (23 settembre), si è pensato che Maria non meritava di meno. Così la festa fu costituita per venerare insieme la madre che concepisce e la figlia concepita.   La sua fissazione al 9 dicembre è con riferimento alla festa della nascita che era già festeggiata l'8 settembre. Ben presto la nuova festa fu considerata non solo come la prima di tutte le feste, ma anche la base e il fondamento delle altre, essendo la venuta all'esistenza di Maria il perno e il cardine della venuta nel mondo del Figlio di Dio.Oggetto della festa   Dall'inizio l'oggetto della festa è composito, come risulta dai testi dei Padri della Chiesa e dai libri liturgici: alcuni si fermano sulla concezione attiva di Anna e parlano di «festa della concezione di sant'Anna»; altri, facendo convergere l'attenzione sulla concezione di Maria, parlano di «festa della concezione della Madre di Dio». In questo secondo contesto i testi parlano indifferentemente di «concezione della Madre di Dio», di «concezione della Vergine immacolata», di «santa concezione della Theotokos», di «venerata concezione della sola pura e immacolata»: così si celebra in modo mirabile la stessa Maria che è concepita.    Gli oratori sacri fanno lo stesso nelle loro omelie pronunciate in occasione della celebrazione: uno di loro, Eutimio Sincello († 917), desistendo di parlare della sterilità di Anna, si ferma solo sulla figura di Maria: per lui la festa mariana di dicembre è la prima di tutte le feste, quella in cui l'umanità ha ricevuto la sostanza e il principio dei benefici divini; un altro, Georgio di Nicomedia (secolo IX), sostiene che la festa non è solo la prima di tutte le feste, ma la base e il fondamento di tutte le altre, e questo per la venuta all'esistenza della Madre di Dio.    Come si vede l'oggetto della festa orientale è ricco e contiene tre diversi oggetti: il primo è l'annuncio fatto da un angelo ad Anna del suo concepimento; il secondo è il miracolo della concezione di Maria nel seno sterile di Anna; il terzo, infine, è la concezione di Maria, vale a dire la venuta all'esistenza della futura Madre di Dio.   Il primo elemento ha contribuito ad introdurre la festa nel ciclo liturgico: il Protevangelo di Giacomo ne ha fornito il quadro più o meno storico, ossia l'annuncio, fatto da un angelo, della concezione miracolosa di Anna sterile. Gli altri due elementi si sono spontaneamente e naturalmente sommati a questo nucleo primitivo, consentendo, di fatto, al terzo di occupare il primo posto.    Così, prestando poca attenzione ai dati più o meno leggendari circa il fatto della concezione di Anna, si celebra la venuta all'esistenza della futura Madre di Dio, vedendo già in questa il mistero di suo Figlio e la sua opera redentrice. Si parla di un intervento speciale della Santissima Trinità per preparare il palazzo del Verbo fatto carne.    La festa fornisce l'occasione di manifestare la fede nella santità assoluta della Panaghia o Tuttasanta, di cantare, lodare e esaltare la Vergine Immacolata, non solo immune da ogni colpa ma ripiena e colma da sempre di ogni santità.Alcuni testi liturgici   I testi mettono in rilievo la grandezza dell'avvenimento non solo per i genitori, ma anche per tutta l'umanità e per noi che ne siamo i beneficiari. Il Tropario della festa così canta:   Oggi si spezzano i vincoli della sterilità: difatti Dio, esaudendo Gioacchino ed Anna, promette loro di generare contro ogni speranza una divina Fanciulla, dalla quale è nato, divenendo uomo, colui che luogo non contiene, ordinando all'angelo di gridarle: Salve, o Piena di grazia, il Signore è con te.   Il fatto stesso della concezione è considerato come un vero prodigio, anzi il prodigio dei prodigi. La situazione anteriore dei genitori è paragonata ad una terra arida e secca che, irrigata dalla grazia del Signore, riesce a produrre frutto; a un tronco secco che può ormai germogliare e fiorire; ad una spiga che può produrre grano. La nuova fecondità di Anna, ricca di tante promesse, rimuove la sterilità del genere umano.    Il frutto di Anna è paragonato al cielo nuovo che fa sorgere il sole, alla scala dalla quale discese Dio sulla terra, alla Nuova Eva destinata alla nascita del Nuovo Adamo. La concezione di Anna è occasione di gioia universale non solo per i genitori, ma anche per Adamo e Eva, per Abramo, per tutti i profeti e tutti i confini della terra, come si canta nell'ufficio di Lodi:   Mettete fine, Adamo ed Eva, ad ogni tristezza: la Madre della gioia, paradossalmente è data come frutto, oggi, ad una sterile.    O avo Abramo, e voi tutti i profeti, giubilate alla vista della Madre di Dio che nasce dalla vostra radice.    Salve, Gioacchino e anche Anna, salve! voi portate quale frutto, oggi, colei che è causa di gioia e di salvezza per il mondo.    Coro dei profeti, siate nella gioia; ecco difatti Anna che dà il frutto per il quale le vostre profezie si sono adempiute.    O tutte voi, tribù, partecipate alla gioia di Anna, la sterile: essa difatti genera, contro ogni speranza un frutto del seno, causa della nostra vita.   O tutti voi, confini della terra, gioite! Ecco difatti che la Madre del Creatore universale è generata, oggi, da un seno sterile.L'iconografia della festa  
La concezione di una creatura in seno alla madre è un tema iconografico alquanto inconsueto e difficile a raffigurare. In Oriente il problema è stato risolto ricorrendo ad una serie di raffigurazioni, volte tutte a suggerire simbolicamente il fatto. Tre qui meritano di essere presentate.    La prima immagine raffigura Gioacchino ed Anna in preghiera e l'angelo che fa loro l'annuncio di una prole, la seconda, che porta l'iscrizione: «Abbraccio di Gioacchino ed Anna», e anche «Incontro alla Porta d'Oro», raffigura Gioacchino ed Anna che s'incontrano alla Porta d'Oro di Gerusalemme mentre scambiano un abbraccio.    In tutte e due le raffigurazioni la concezione si percepisce simbolicamente attraverso l'intervento dell'angelo che porta il lieto annuncio, come nel caso di Maria all'Annunciazione; e attraverso l'abbraccio di Gioacchino ed Anna alla Porta d'oro di Gerusalemme, segno dell'amore fecondo dei due genitori.    La terza, molto suggestiva, raffigura Anna che regge su un braccio la Figlia Maria: in quest'immagine gli iconografi si ispirano al tipo mariano della Madonna con Bambino, in cui Maria regge su un braccio il divin Bambino.Georges Gharib