Parole non dette...

"Perché essi siano una sola cosa..."


18 - 25 GENNAIO Settimana di Preghiera per l'unità dei CristianiLa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nel 2008 celebra il centenario dell’ istituzione dell’“Ottavario per l’unità della Chiesa”. Il testo biblico scelto per la preghiera e la meditazione è tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi (1 Ts 5, 17) e ribadisce il ruolo essenziale della preghiera nella comunità cristiana: “pregate continuamente” fa crescere la spiritualità e la fratellanza tra i cristiani ed, ancora, fa manifestare la loro unità con Dio e fra di loro. “Pregate incessantemente”: uno degli imperativi di San Paolo ai Tessalonicesi sottolinea che la vita della comunità cristiana è realmente esultante e prospera solo attraverso una vita di preghiera.
In questo contesto, si colloca un'importante Documento conosciuto come "Documento di Ravenna" discusso ed approvato all’unanimità dai membri della «Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa» durante la decima sessione plenaria della Commissione a Ravenna, 8-14 ottobre 2007.Il documento si suddivide in 46 paragrafi ed è nella parte finale che si affronta il nodo cruciale del primato del Papa. Al paragrafo 41, si afferma che ortodossi e cattolici “concordano” sul fatto che “Roma, in quanto Chiesa che presiede nella carità”, occupava – nell’epoca della Chiesa indivisa – “il primo posto” nell’ordine canonico. “Il vescovo di Roma è pertanto il protos tra i patriarchi”. Tuttavia – si legge nel documento – cattolici e ortodossi “non sono d’accordo sull’interpretazione delle testimonianze storiche di quest’epoca per ciò che riguarda le prerogative del vescovo di Roma in quanto protos”. Ortodossi e cattolici ricordano nel documento che nei primi secoli il vescovo di Roma non ha mai convocato e presieduto i Concili ecumenici sebbene però “fu strettamente coinvolto nel processo decisionale”. Pertanto “primato e conciliarità sono reciprocamente interdipendenti”. “Resta da studiare in modo più approfondito la questione del ruolo del vescovo di Roma nella comunione di tutte le chiese” e soprattutto la sua “funzione specifica di vescovo della prima sede in una ecclesiologia di koinonia”. “Si tratta di interrogativi cruciali per il nostro dialogo e per le nostre speranze di ristabilire la piena comunione tra di noi”.
Nello stesso Documento si legge che: "Dei partecipanti ortodossi considerano importante sottolineare che l’uso dei termini «Chiesa», «Chiesa universale», «Chiesa indivisa», e «Corpo di Cristo», nel presente documento e negli altri documenti elaborati dalla Commissione Mista, non sminuiscono in alcun modo la comprensione che la Chiesa ortodossa ha di se stessa quale Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, di cui parla il Credo di Nicea. Dal punto di vista cattolico, la stessa consapevolezza di sé implica che: la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica sussiste nella Chiesa cattolica (Lumen gentium, 8); ciò non esclude il riconoscimento che elementi della vera Chiesa siano presenti al di fuori della comunione cattolica" (riferendosi in modo inplicito ad alcune Chiese nate dalla riforma, ma nelle quali la discendenza apostolica è ancora integra. nda).La prossima sessione della Commissione teologica mista si terrà tra due anni. Si tornerà a parlare in quella occasione del ruolo del vescovo di Roma nella Chiesa universale del primo millennio. In seguito, si affronteranno il Concilio Vaticano Primo e Secondo. “E questo – ha detto il card. WALTER KASPER, parlando a Radio Vaticana – non sarà facile”. Pertanto, ha aggiunto il cardinale, “la strada è molto lunga e difficile ma questo documento ci dà speranza, abbiamo raggiunto un primo passo importante”.
In questo confronto Storico e Teologico, l'occidente è chia­mato a ritrovare il suo oriente, e l'oriente il suo occidente. I due insieme sono plasmati senza sosta dal fermento della Riforma evangelica.    L’appello a “pregare continuamente” ci unisce all’orazione di Gesù per l’unità. E la via dell'ecumenismo spirituale ha il privilegio di partire da una comunione per così dire antecedente, già chiaramente speri­mentata, ma della quale restano ancora da esplorare tutte le possibili strade.Thomas Merton (1915 - 1968 scrittore e religioso statunitense dell'ordine dei monaci Trappisti)  ha meravigliosamente intuito questo mistero e probabilmente lo ha vissuto nel segre­to della sua solitudine. E vorrei terminare proprio con le sue parole:"Se io riporto all'unità dentro di me il pensiero e la devozione dei cristiani d'oriente e d'occidente, dei padri greci e di quel­li latini, dei mistici russi e di quelli spagnoli, io preparo nella mia anima la riunificazione dei cristiani separati. Da questa segreta e inespressa unità che è in me può finalmente scaturi­re un' unità visibile e manifesta di tutti i fratelli divisi. Se vogliamo riunire ciò che è diviso, non è imponendo una delle parti divise all'altra, o facendone assorbire l'una dall'altra che riusciremo; in questo modo otterremmo non un'unione cristiana, ma un'unione politica, condannata ad altri conflit­ti. Noi dobbiamo inglobare in noi tutti i mondi separati e trascenderli in Cristo".