Parole non dette...

San Sebastiano "santo Gay"?


L'associazione fra san Sebastiano e l'omosessualità è recente (non ha più di un secolo). Non esistono (a quanto pare) nell'agiografia di san Sebastiano accenni a un preteso rapporto fra lui e un imperatore (come quello che si vede nel film Sebastiane di Derek Jarman). Almeno, nessuno è mai stato in grado finora di indicarmene uno. Il documento più antico in materia è il Martyre de saint Sébastien [1910, messo in scena nel 1911] di Gabriele D'Annunzio, che dipinge Sebastiano come un "favorito" dell'imperatore. È probabilmente da qui che Jarman ha preso l'idea  per Sebastiane, che a sua volta ha fatto esplodere l'idea nell'immaginario gay. (Il che mostra una volta di più quanto contribuisca il cinema alla creazione dei miti contemporanei). San Sebastiano ha attratto l'attenzione degli artisti del Rinascimento come occasione di "bella anatomia" maschile, del corpo maschile adulto, ma non necessariamente omoerotica.  Va infatti ricordato che Sebastiano era un militare (e come tale patrono degli arcieri e dei balestrieri... e per eredità, oggi, dei... vigili urbani!) e quindi non poteva essere rappresentato come ragazzino: doveva essere un uomo fatto e "virile". Pensiamo solo a quel catalogo di muscoli addominali che è il san Sebastiano del Mantegna (anzi, i tre Sebastiani del Mantegna). Si parla di Rinascimento, perché prima d'allora non era nemmeno un santo nudo: nel bellissimo mosaico in San Pietro in Vincoli a Roma, del VII secolo, il Sebastiano è barbuto e vestito con le ricche vesti del "palatinus", dell'attendente di palazzo.  Era un soldato, ed era nel Palazzo imperiale, e come una guardia del palazzo imperiale (di Bisanzio) del suo tempo venne quindi rappresentato. È il Rinascimento che lo "inventa" come santo nudo, scegliendo il momento in
cui è già stato spogliato e legato a far da bersaglio. Va aggiunto che per via della metafora della Peste come "freccia divina" di punizione, san Sebastiano era (in quanto colpito da frecce ma sopravvissuto ad esse!), assieme a san Rocco e alla Madonna, parte della triade dei santiincielo a cui ci si votava contro la peste.  Se si fà attenzione, in molti dei polittici in cui appare san Sebastiano, al centro sta sempre la Madonna, e da qualche parte c'è anche san Rocco (vestito da pellegrino), magari condito con qualche altro santo locale. Sono ex-voto commissionati dalla comunità per la fine della peste, o per averla scampata.  E' da scartare l'idea che in quel frangente qualcuno volesse giocherellare con l'omoerotismo...
Stupisce però, che questa rielaborazione sia riuscita silenziosamente a filtrare a volte perfino nella cultura di massa eterosessuale (come nel caso dell'Opera da cui siamo partiti), a volte invece si sia rifugiata in realtà più underground e circoscritte  alla realtà gay, quale il film Sebastiane di Jarman.  La cosa stupefacente è che una generazione abbia passato all'altra (inconsapevole) questa lettura, questa cultura estetica. Ogni volta che si parla di cultura omosessuale, e si nega che esista e che possa esistere, bisognerebbe tenere presenti questi casi, che sono molti, che è troppo facile liquidare come "folklore gay", ma che se esaminati da vicino rivelano una tradizione, una trasmissione, un'estetica, un gusto, un impatto sulla cultura di massa del loro periodo, una storia, nonché il coinvolgimento di  figure artistiche di primo piano, e perfino una mitologia (come la favola di Sebastiano "amante" dell'imperatore). Se tutto questo non è una cultura, magari solo in senso antropologico, ci dicano gli avversari del concetto di "cultura gay" cosa sia mai la cultura! (Liberamente tratto dal Sito "la gaya scienza" di Giovanni Dall'Orto)