Parole non dette...

Ingresso a Gerusalemme


Le rappresentazioni iconografiche di questa festa sono molto antiche, risalendo le prime testimonianze alla metà del sec. IV. La stabilità dello schema iconografico di questa festa è stata determinata soprattutto dal fatto che l’elemento ispiratore è stato solo il racconto degli Evangelisti ( Mt 21, 1-15; Mc 11, 1-11; Lc 19,29-44; Gv 12, 12-19). I racconti apocrifi su questo episodio sono pochi e, se eccettuiamo i bambini che distendono i loro mantelli per terra, non apportano elementi tali da essere tradotti in immagine arricchendo lo schema iconografico in modo significativo.Simbologia dei colori Gesù indossa una tunica rossa, simbolo dell’umanità assunta con l’Incarnazione, della sua regalità, Egli è il Re dei re, e dell’amore dato con il Suo sacrificio sulla croce.Il mantello blu appoggiato sulla spalla sinistra è il segno della Sua divinità: Gesù è veramente uomo e veramente Dio.La stola gialla che porta sulla spalla indica la missione vittoriosa del Cristo sacerdote, che ha dato se stesso per la salvezza del mondo ed è risorto. Il nimbo color oro è simbolo della Sua santità ed i tre bracci della croce dentro di esso sono il segno della salvezza che Egli ha portato con la Sua morte e Risurrezione.La montagna gialla simboleggia la a luce portata da Cristo all’umanità, mentre la grotta nera indica le tenebre che sono state illuminate dall’Incarnazione di Cristo.Le mura di Gerusalemme simboleggiano la "città celeste" descritta in Apocalisse 21, che si contrappone a Babilonia.Il fondo oro è segno della luce divina in cui ogni icona è immersa, perché illuminata, come la Parola, dalla grazia dello Spirito.Alcuni particolariLa montagna dietro i discepoli rappresenta il monte degli Ulivi ,da cui Gesù scese per entrare a Gerusalemme. E’ la montagna messianica che si ergerà contro quella di Sion. Sta scritto, infatti: "Il monte della casa del Signore sarà stabilito in cima ai monti e si alzerà al di sopra delle colline. Egli alzerà la mano contro il monte della figlia di Sion" (Is 2,2; 10,32). Guardando l’intera rappresentazione, la montagna si contrappone a Gerusalemme, la città chiusa entro le mura. Ai piedi della montagna si apre un antro da cui sembrano uscire al seguito di Cristo gli apostoli.La grotta è una voragine nera, perché raffigura simbolicamente le tenebre e i discepoli incarnano il popolo che camminava nelle tenebre e vide una grande luce: " su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse" (Is 9,1).Essi sono il popolo nuovo, il corteo del Cristo-Re, sacerdote e vittima, che appare in mezzo ai fedeli.L’asina rappresenta l’elemento istintivo dell’uomo, una vita che si svolge tutta sul piano terrestre. Lo Spirito cavalca la materia che gli deve essere sottoposta, come Cristo cavalca l’asina.La palma simboleggia Cristo che colma il vuoto tra il monte di Dio, la Divinità e la città, che rappresenta l’umanità. La città chiusa tra alte mura, simbolo della chiusura spirituale, è la città di Gerusalemme, verso la quale Gesù volge il suo sguardo mesto, perché sa che non sarà accolto, ma condannato per essere crocifisso, ma contemporaneamente, prefigura anche la Chiesa come comunità e complessi di edifici, voluta e redenta da Cristo.PersonaggiGesù è raffigurato al centro dell’icona , seduto sull’asina, con il corpo rivolto verso i suoi discepoli che rappresentano il popolo nuovo, ma ha lo sguardo diretto verso il popolo di Gerusalemme, dove si sta recando.  La mano destra di Gesù mostra due dita, rivolte verso se stesso, per indicare la sua doppia natura: Egli è veramente Dio e veramente uomo. Nella mano sinistra regge il rotolo delle Scritture, perché Egli è il Verbo.Gesù cavalca l’asina di fianco e non a cavalcioni, secondo l’uso regale orientale e dalla sua figura emana una pacata, ma maestosa regalità, piena di autorevolezza.Alla destra di Gesù si vede il gruppo degli adulti, che sono usciti da Gerusalemme per salutare Cristo.I personaggi della folla in primo piano sono proprio i farisei , che fanno finta di accoglierlo, ma provano invidia ed odio per lui, mentre gli altri sono accorsi per aver udito la testimonianza dei suoi miracoli.Significato TeologicoDalla raffigurazione iconografica dell’icona, traspaiono i significati che la liturgia attribuisce all’evento. La celebrazione è dominata da accenni di esultanza e di trionfo. L’entrata di Gesù in Gerusalemme viene comparata all’entrata dello Sposo nella città santa Sion; negli inni della festività ricorrono allusioni a profezie veterotestamentarie che avrebbero preannunciato l’incontro messianico, come lascia intendere lo stesso testo evangelico: "E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come è scritto: Non temere ,figlia di Sion: ecco il tuo re viene, sedendo sopra un puledro d’asina".In questa icona viene messa in risalto la regalità di Cristo. E’ stato osservato come anche gli eventi della vita di Cristo legati alla passione sono interpretati e rappresentati in modo da mettere in evidenza la regalità di Cristo. Tale legame con la passione ha un preciso riscontro nel significato di cui la liturgia investe questa festività, recepita come un segno dell’imminenza della Pasqua: l’entrata trionfale di Gesù è preannuncio del suo trionfo sulla morte e non a caso il Vangelo di Giovanni ricorda in questa occasione la risurrezione di Lazzaro. L’abbinamento al tema di Lazzaro è fortemente sentito nell’iconografia russa, che spesso ama accostare le due immagini .La presenza dei fanciulli trova riscontro anche nella liturgia della festa, che ne fa un motivo dominante, caricandolo di un pregnante significato: nell’incontro di Gesù con il popolo di Gerusalemme si vede la sintesi del mistero della contraddizione d’Israele. Di fronte al Signore, Israele si lacera e si divide: nelle persone dei suoi capi essa rappresenta la sposa infedele, nelle persone dei fanciulli innocenti è la sposa casta che accoglie il suo re e sposo, dunque tutti coloro che conservano la purezza dell’animo.La palma raffigurata dietro a Cristo ricorda molto la quercia di Mamre. D’altronde tutta la scena presenta nello sfondo una marcata analogia con l’icona della Trinità. Ritroviamo la montagna, l’albero e l’elemento architettonico. La palma è, come la quercia di Mamre, l’albero della vita: è questo lo sfondo su cui si staglia la figura di Cristo, al quale viene di norma riservata la sola compagnia dei fanciulli.