Parole non dette...

Elogio della follia


"Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo, possono cambiarlo davvero". (Anonimo)
Il Matto cammina spedito con un bastone d'oro nella mano destra e un sacchetto appeso a una verga, tenuto con la sinistra. Figura scandalosa, sbracata, con le vergogne semiscoperte, annuncia il suo arrivo con un tintinnio di campanelli: la gente ride, gli spiriti maligni fuggono, i cani abbaiano e gli corrono dietro per morderlo, il saggio immerso nei suoi libri non si accorge del suo passaggio, mentre i bambini lo seguono festosamente. Questo strano personaggio è l'unico che può permettersi di dire le verità più sgradevoli anche al re, protetti dal segno della pazzia che li assimilava al mondo divino, escludendoli dalle leggi che governano il mondo degli uomini. La follia è una scintilla divina, un ambiguo segno di privilegio da parte di Dio che tutta la comunità riconosceva con le ambivalenze del caso. Il povero viandante, immagine di Cristo o comunque del sant'uomo mendicante, era accolto ma anche scacciato. Tutto ciò che questo strano personaggio possiede è chiuso in un sacchetto: è il bagaglio delle sue passate esperienze che, chiuse nella carne, si trasformano in qualcosa di nuovo permettendogli di iniziare un nuovo viaggio. La veste lacerata sul dietro indica che il Matto mostra le sue vergogne, ciò che tutti gli altri uomini celano accuratamente: del resto egli è anche la verità. Mostra insomma la propria carne, le sue debolezze, la sua follia. Nel Medio Evo la figura del pellegrino era molto comune; c'erano i povei privi di tutto che vagavano chiedendo l'elemosina, c'erano i clerici vagantes, i menestrelli, i giocolieri, gli zingari e i saltimbanchi, gli attori e coloro che andavano in pellegrinaggio a qualche santuario per sciogliere un voto o chiedere una grazia o farsi perdonare un peccato, insomma per comunicare con Dio. San Cristoforo proteggeva i pellegrini e ai nostri giorni capita ancora di trovare sui cruscotti delle macchine medaglie di San Cristoforo. Un altro santo raffigurato come pellegrino, col bastone e il cane, è San Rocco. Questi santi ci fanno venire in mente il grande cammino che l'uomo prima o poi deve affrontare, per approdare alla conoscenza e alla salvezza. Il Matto è l'eterno pellegrino, il viaggiatore che non si accorge nemmeno che si appoggia a un bastone d'oro, cammina con lo sguardo volto verso l'alto senza curare dove mette i piedi. Dio comunica per suo tramite, ma è molto difficile accettare le indicazioni che vengono dalla follia e seguirle senza perdersi nel labirinto."Che la tua volontà, Signore, sia fatta in tutto.Che essi mi trattino come un pazzo o che mi lascino la ragione,tutto è bello sotto il cielo.Io accetto tutto ciò che Dio mi manda,lo accetto come un bambino accetta ciò che gli dona la mano di un padre.Accetto la dolcezza e l'amarezza, la follia e la ragione,la luce delle tenebre, tutto il male che mi viene fatto.Amen.(Preghiera di un credente russo internato all'ospedale psichiatrico per la sua fede)