Parole non dette...

Aggiungi un posto a tavola...


"Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»." (Matteo 9,9-13)Il vangelo di Matteo e i brani paralleli di Marco e di Luca ci offrono un racconto che ha dell'inverosimile. Come avrebbe potuto Matteo o Levi lì su due piedi chiudere l'esattoria e decidersi per la sequela di Gesù?Qui letterariamente il racconto vuole giungere alla conclusione e lo fa un po' troppo velocemente. Ma, dietro questa narrazione ridotta all'osso, c'è un messaggio vero: Matteo, a causa dell'incontro con Gesù, ha cambiato vita.Egli apparteneva a quegli intermediari dell'amministrazione romana, chiamati pubblicani, che erano incaricati della riscossione di tasse e tributi. Pubblicani, gabellieri ed esattori erano malvisti e detestati dalla popolazione perchè quasi sempre aumentavano a proprio vantaggio l'entità del dovuto.La legge giudaica li considerava "pubblici peccatori" e nella vita quotidiana in sostanza erano privati di tutti i diritti civili e politici. Guardati con diffidenza, la loro vita pativa una certa emarginazione anche morale. Erano considerati "impuri", persone dalle quali tenersi alla larga.Dunque, questo "impuro" diventerà uno dei dodici ...Le cattive compagnieMa proviamo ad immaginare la scena ... Ai giorni d'oggi avremmo scattato la fotografia di gruppo, ma l'immaginazione creativa, dopo i brevi cenni storici che ho suggerito, può fare meglio di un esperto fotografo.Eccolo Gesù: è contornato da cattive compagnie, una combriccola poco raccomandabile. Tutta gente "impura", non conforme alle regole. Per giunta ha "contaminato e compromesso" anche i suoi discepoli. Diremmo che Gesù è nel suo ambiente: è questa la gente con cui si trova a suo agio. Si noti: se l'evangelista Matteo (da non confondersi con l'omonimo del brano biblico) dice che i pubblicani e i peccatori erano molti, Marco ripete per ben due volte questo "molti" (2, 15) e Luca parla addirittura di una "gran folla di pubblicani e di altri" (5, 28).Che provocazione profetica! Gesù si mette a tavola con queste persone e non fa l'esame di ammissione per nessuno. La sua accoglienza desta scandalo perchè non seleziona.Un invito non religiosoMa sono i particolari del quadro che conferiscono significato. Gesù non invita queste persone a sentire un bel discorso, a celebrare un culto. Le invita a partecipare ad un pranzo, a fare festa, a stare insieme, a mettersi alla stessa tavola infrangendo le regole e le convenzioni. Semmai, come dice l'ultimo versetto, Gesù dà un severo insegnamento ed ammonimento ai suoi interlocutori puri, osservanti religiosi. Invita e si lascia invitare, secondo i diversi racconti degli evangelisti.Pensate quale "distanza" esiste dai nostri banchetti dei grandi convegni. Tutta gente selezionata, "pura" ... capi di stato, ministri, cardinali, esponenti dell'alta società, titolari di cariche istituzionali ... Riti noiosi, personaggi spesso lestofanti, spese a non finire, coreografie, immagine .... Anche la nostra chiesa non sa più che cosa sia "sedersi a tavola" con gli impuri. Anche la celebrazione eucaristica vede un sacerdote separato dal popolo e registra la "rimozione" degli "impuri" (separati, divorziati, lesbiche, gay, dissenzienti ... ).Su questo punto le parate civili e quelle religiose sono diventate simili: ormai lo spettacolo prevale sulla comunicazione, sulla "comunione tra persone". Per Gesù sedere a tavola significava abbattere barriere ed avvicinare i cuori, prendere sul serio ogni persona mettendo da parte le "classificazioni" razziali e religiose.Voglio invitarvi, cari amici e care amiche che leggete queste righe, a  partecipare a questi momenti di condivisione, di festa, di lotta non violenta per i diritti dei gay, delle lesbiche, dei transessuali, di tutte le persone che si sentono emarginate perchè non entrano nel "modello unico" e classico dell'amore eterosessuale. Se non rompiamo le righe contro il pregiudizio, la lezione della "mensa aperta" di Gesù resterà per noi lettera morta.PreghieraO Dio di Gesù, profeta di convivialità,insegnami a sedere a mensa nella casa di Matteo,ad immergermi nei panni di Matteo, ad ascoltare il cuore di Matteo ...Finchè resterò prigioniero di me,della mia cultura e della mia esperienza,sarò sordo e cieco rispetto alla Tua voce.Finchè penserò che Tu, o Dio, stia tuttoin una storia sola, in una religione sola ...,sarò incapace di vedere che Tu sei ovunque.Finchè penserò che Tu ti sia fatto cristianonon capirò nulla di Te, Dio del mondo,Dio che non conosci nè barriere nè confini.Finchè non ci faremo problemadi banchettare con dittatori e mafiosila tavola sarà chiusa per i mille Matteo.(liberamente tratto da una meditazione di don Franco Barbero)