Parole non dette...

Il ripristino del diaconato femminile


Mentre la Chiesa Anglicana in questi giorni discute animatamente sull'ordinazione o meno di Preti gay e donne Vescovo alla Conferenza di Lambeth rischiando al suo interno uno scisma, si accende nella Chiesa Cattolica nuovamente il dibattito sulla leggittimità delle donne di poter essere ammesse al presbiterato. Già la Chiesa Ortodossa di Grecia ad Atene nell'ottobre del 2004 ha votato per la restaurazione del Diaconato femminile. Mentre le diaconesse erano virtualmente scomparse dal IX secolo, il fatto della loro esistenza era ben noto, e la discussione circa la restaurazione del diaconato femminile nell'ortodossia è iniziato nella seconda metà del XX secolo. Gli studi più significativi sul tema concordano sul fatto che le donne sono state ordinate al diaconato con un sacramento all'interno della iconostasis all'altare dai vescovi, nella Chiesa delle origini. Nel corso della loro ordinazione, le diaconesse ricevevano la stola diaconale e la comunione, condividendo la stessa qualità pentecostale delle ordinazioni episcopali, sacerdotali o diaconati maschili. La ripresa dell’ordine del diaconato femminile nella Chiesa di Grecia fornisce una prova e un sostegno per la restaurazione del diaconato femminile anche nella Chiesa Cattolica, che ha riconosciuto la validità dei sacramenti e degli ordini ortodossi. Nonostante la distinzione nel canone 1024 (“Solo un maschio battezzato riceve validamente l’ordinazione sacra”) si può presumere la possibilità di una deroga dalla legge, come suggerito dalla Canon Law Society of America nel 1995, per consentire l’ordinazione diaconale delle donne (la storia del canone 1024 è chiaramente uno dei tentativi di escludere la donna dal sacerdozio, non dal diaconato).In effetti, la Chiesa Cattolica ha già indirettamente riconosciute come valide le ordinazioni di donne effettuate dalla Chiesa apostolica armena, una delle Chiese orientali che ordina diaconesse. Vi sono due recenti dichiarazioni di unità – accordo di reciproco riconoscimento di sacramenti ed ordini – tra Roma e la Chiesa armena, una firmata da Paolo VI e Catholicos Vasken I nel 1970, l’altra tra Giovanni Paolo II e Catholicos Karekein I nel 1996. In questa luce prende ancor più alto significato il fatto che al tempo di Paolo le donne siano state coinvolte nel ministero della Chiesa. E che subito dopo l'età apostolica la Chiesa ha conosciuto le diaconesse: "Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso." (Romani 16,1-2)Il passo famoso dalla prima lettera a Timoteo lo esprime in maniera chiara: "Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie." (1Timoteo 3,8-12)La parola 'diacono' è usata qui nel suo senso tecnico. Ed appare anche evidente che 'le donne' in questione , distinte chiaramente dalle mogli del diacono, sono descritte in parallelo con i diaconi , e devono essere intese come 'diaconesse'. ” Jean Daniélou, The Ministry of Women in the Early Church, Faith Press, Leighton Buzzard 1974, p. 14.Durante i primi secoli, comunque, la confusione nella terminologia e nelle funzioni rimase. Nel 517 d.c. il Concilio di Epaon parla di ' vedove che chiamano diaconesse'. Il termine diaconesse è assegnato qualche volta a 'vedove e diaconesse'. E' probabile, comunque, che i due ruoli siano stati piuttosto distinti.E' solo nel terzo secolo che la Chiesa ha chiarificato la posizione delle diaconesse con maggiore precisione, probabilmente a causa dei problemi con una minore organizzazione delle vedove. Nella Didascalia (III secolo) e nelle Costituzioni Apostoliche (IV secolo) i distinti ruoli delle 'vedove' e delle 'diaconesse' vengono specificati . I Concili pongono le condizioni per l'ordinazione sacramentale . Vengono stabiliti i rituali della loro ordinazione. Nella Chiesa Bizantina le diaconesse fiorirono fino all'ottavo e nono secolo. Molte diaconesse santificate sono venerate nel calendario della Chiesa Ortodossa..Il declino del diaconato femminile viene attribuito a due cause fondamentali:La paura della 'impurità rituale' dovuta ai periodi mestruali;Il declino del battesimo degli adulti. Ciò determinò un minor bisogno delle diaconesse, come descritto negli antichi rituali Siriani. C'è stata sempre molta opposizione al diaconato femminile nelle Chiese delle regioni di lingua Latina : Italia, Africa del Nord, Gallia e Bretagna. Le ragioni principali risalgono all'influenza della legge Romana secondo la quale nessuna posizione d'autorità può essere assegnata alle donne, ed il tabù dell'impurità rituale. La risposta futura della Chiesa al passato documentato e al presente in cambiamento promette di essere interessante. Il tono del documento della Commissione teologica internazionale rivela un tentativo di escludere le diaconesse, ma la questione è significativamente lasciata aperta: “Spetta al ministero del discernimento che il Signore ha stabilito nella sua Chiesa pronunciarsi con autorità su questa questione”.È sempre più chiaro che nonostante la non volontà della Chiesa Cattolica di dire sì alla restaurazione del diaconato femminile come Ministero ordinato, non può nemmeno dire di no.