“Anche a voi accade di vegliare – diceva a interlocutori laici uno dei più grandi padri spirituali dell’Athos, P. Paissio – per esempio quando vi alzate per accudire o consolare il vostro bambino. Noi, monaci, vegliamo per consolare gli uomini stretti dall’angoscia nella notte”.Era ancora notte quando fui svegliato dal suono del sìmandron, un’asse di legno che il Monaco dell’Athos batte con un martello attorno al Katholikòn, la Chiesa che si erge al centro di ogni Monastero della Santa Montagna. E’ il richiamo alla Agripnia, la Veglia notturna che si prolunga per circa dieci ore fino all’alba: “Alzatevi figli della luce, lodiamo il Signore delle Potenze, affinché si degni di concederci la salvezza dell’anima quanto con i nostri corpi compariremo davanti a lui. Togli l’indolenza del sonno dalle nostre palpebre e dacci, Signore, la vigilanza per poter rimanere desti al tuo cospetto nell’alto dei cieli, al tempo della preghiera di mezzanotte e Ti glorifichiamo come conviene, per trovare perdono dei nostri molti peccati” (Orologhion). La Chiesa è illuminata solo dalle candele e da qualche lampada a olio dinanzi alle Sante Icone, il profumo dell’incenso e il canto della Liturgia mi trasportarono come in un’altra dimensione, dove il tempo e lo spazio non sono più importanti, dove con tutti i tuoi sensi puoi fare esperienza del Divino. Ti separa da Lui solo la “Porta Regale” al centro dell’Iconostasi, una parete divisoria decorata con le Sante Icone e dove all’interno di esso è racchiuso il Vìma, il “Santo dei Santi”. Da lì il Monaco attende il sorgere del Cristo-Sole che esce come Sposo dalla stanza nuziale ad Illuminare i Monaci, come i Discepoli sul Monte Tabor nella Trasfigurazione: “Gloria a te che ci hai mostrato la luce … poiché presso di te è la sorgente della vita, nella tua luce vedremo la luce.” (Grande Dossologia).
Pellegrinaggio al Monte Athos
“Anche a voi accade di vegliare – diceva a interlocutori laici uno dei più grandi padri spirituali dell’Athos, P. Paissio – per esempio quando vi alzate per accudire o consolare il vostro bambino. Noi, monaci, vegliamo per consolare gli uomini stretti dall’angoscia nella notte”.Era ancora notte quando fui svegliato dal suono del sìmandron, un’asse di legno che il Monaco dell’Athos batte con un martello attorno al Katholikòn, la Chiesa che si erge al centro di ogni Monastero della Santa Montagna. E’ il richiamo alla Agripnia, la Veglia notturna che si prolunga per circa dieci ore fino all’alba: “Alzatevi figli della luce, lodiamo il Signore delle Potenze, affinché si degni di concederci la salvezza dell’anima quanto con i nostri corpi compariremo davanti a lui. Togli l’indolenza del sonno dalle nostre palpebre e dacci, Signore, la vigilanza per poter rimanere desti al tuo cospetto nell’alto dei cieli, al tempo della preghiera di mezzanotte e Ti glorifichiamo come conviene, per trovare perdono dei nostri molti peccati” (Orologhion). La Chiesa è illuminata solo dalle candele e da qualche lampada a olio dinanzi alle Sante Icone, il profumo dell’incenso e il canto della Liturgia mi trasportarono come in un’altra dimensione, dove il tempo e lo spazio non sono più importanti, dove con tutti i tuoi sensi puoi fare esperienza del Divino. Ti separa da Lui solo la “Porta Regale” al centro dell’Iconostasi, una parete divisoria decorata con le Sante Icone e dove all’interno di esso è racchiuso il Vìma, il “Santo dei Santi”. Da lì il Monaco attende il sorgere del Cristo-Sole che esce come Sposo dalla stanza nuziale ad Illuminare i Monaci, come i Discepoli sul Monte Tabor nella Trasfigurazione: “Gloria a te che ci hai mostrato la luce … poiché presso di te è la sorgente della vita, nella tua luce vedremo la luce.” (Grande Dossologia).