Parole Tremende

Sfotti pure i fanti, ma lascia stare stare i santi


Per questo post inaugurale, ho scelto di trattare un argomento che non sta a cuore a nessuno, ma che tutti sentiamo vicini: il ruolo della Chiesa Cattolica nello stato italiano. Grazie all'inflazionato contenzioso sui DICO, la Chiesa è tornata per l'ennesima volta al centro delle polemiche sulla giurisdizione italiana. E' giusto ascoltare la voce di Benedetto XVI per quanto riguarda la politica italiana? Papa Ratzinger, questo è da dire, non ha ricevuto un compito facile. Sostituire Wojtyla è molto difficile, soprattutto dopo le grandi cose che quest'ultimo aveva fatto durante il suo lungo pontificato, dall'ecumenismo al progressismo di cui si faceva portavoce. Ratzinger è un papa conservatore, e in quanto tale segna un punto di rottura con la politica di Giovanni Paolo II. E' del tutto normale che il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto, anche omosessuali, non sarebbe stato accolto positivamente dalla Chiesa Cattolica. Come da anni ormai accade, il CEI, vicario dal Vaticano, si sente sempre in obbligo di dire la sua sulla politica italiana, tentando inutilmente di ricondurre ogni governo al recupero dei fondamentali valori cristiani che un tempo - più o meno nel Medioevo - erano l'unico tipo di etica esistente nella penisola. Con il progressivo sradicamento dei valori cristiani, la Chiesa sta passando in secondo piano, e di questo il CEI se n'è reso conto già da un pò. Se l'apertura proposta dal papa polacco non portò a grandi progressi in questo senso, allora la coraggiosa scelta di Ratzinger (chiudersi sui valori fondamentali cattolici) potrebbe essere un'alternativa. Ma il problema è che noi italiani siamo da sempre prevenuti nei confronti del clero. Qualsiasi cosa dica il Vaticano, è sempre vista come una balzana ed obsoleta baggianata. Del resto se la maggioranza dei cattolici si dichiarano "non praticanti" ci sarà un motivo: siamo uno stato laico. E in uno stato laico è normale che la Chiesa o chi per essa non venga ascoltata. Clero e politica sono separati, e tali devono restare perchè non siamo più ai tempi di Dante. Ma dall'altro lato è troppo facile attaccare la Chiesa, che continua a svolgere (male) il suo sporco lavoro. Il punto è che le nostre radici culturali partono dal Vaticano, che noi lo vogliamo o no, e per questo motivo non è così semplice liberarsi di un'istituzione culturale come la Chiesa di Roma (che andrebbe comunque conservata, ndr). E' vero che Benedetto XVI non dovrebbe preoccuparsi solo della politica italiana, visto che la Chiesa Cattolica è anche Universale, ma è anche vero che i laici dovrebbero smetterla di attaccare sempre e solo il Vaticano. Quanti sarebbero disposti ad attaccare pubblicamente l'Islam? L'Islamismo è molto più radicale del Cristianesimo eppure nessuno osa criticarlo. Per le vignette su Maometto è scoppiato un caso quasi internazionale mentre per le vignette su Ratzinger e compagnia bella sparse per internet nessuno si azzarda ad offendersi. Forse ci vorrebbe un pò di "par condicio" anche qui. Anzi no, siccome la politica non deve avere a che fare con la religione, meglio usare l'intelligenza invece della par condicio. - Sk33tso -