parse

"ATTAR", Il grande poeta persiano


Nato nel 1142 a Neyshabur, nel nord-est dell’Iran e figlio di un ricco speziale (la parola attar significa in arabo ed in persiano "speziale", "preparatore di rimedi medici, erbe medicamentose o profumi", "profumiere", ma di fatto equivaleva quasi alla professione del medico), “Attar” ricevette un'eccellente educazione. Studiò l'arabo, la medicina e le scienze religiose. Da giovane aiutò il padre in bottega e alla sua morte la ereditò. Da speziale, i clienti che si rivolgevano a lui gli confidavano tutti i loro problemi ed egli ne era profondamente toccato. Infine decise di abbandonare la sua attività e viaggiò moltissimo. Durante la sua permanenza a Kufa, a Mecca, a Damasco, in Turkestan ed in India, ebbe l'occasione di incontrare numerosi maestri sufi. Al suo ritorno promosse il Sufismo.Attar è uno dei più famosi poeti mistici iraniani. Le sue opere furono d'ispirazione per il grande poeta persiano “Rumi” e per molti altri poeti mistici. Rumi lo cita numerose volte nelle sue opere e con la più alta stima ed ina dedlle sue poesie lodò Attar nel seguente modo: «Attar percorse errante le sette città dell'amore - Siamo ancora nella stessa Via. » Nello stile caratteristico dei poeti sufi, Attar esalta l'amore terreno come metafora e preludio dell'amore divino: sebbene quello umano fosse una forma d'amore lontana dalla perfezione, esso ha comunque un riflesso spirituale, poiché l'"amato" diventa l'Essere supremo. La sua opera più conosciuta è il “Manṭiq al-ṭayr”  (Il verbo degli uccelli) che  è certamente uno dei capolavori dell'intera letteratura persiana. Si tratta di un poema allegorico narrante la vicenda degli uccelli del mondo che, guidati dall'upupa, si sono messi alla ricerca del loro re, Simurgh (la cui reggia sorge oltre la montagna di “Qaf” ai confini del mondo). Tipico poema a cornice di circa 4.500 versi, in cui la storia-cornice del viaggio degli uccelli inquadra una fitta rete di dialoghi e aneddoti, il testo rivela in modo trasparente il suo contenuto mistico e le sue finalità didattico-iniziatiche: dietro l'upupa è facile scorgere il maestro sufi che guida attraverso Sette Valli (le mistiche dimore spirituali) i suoi inquieti discepoli (gli uccelli) verso l'illuminazione finale, ovvero la scoperta di Dio (Simurgh) nel proprio sé profondo.Oltre opere importanti sono l'”Asrar-Name” (Il libro dei segreti), il “Musibat-name” (Libro delle avversità) e la “Tazkerat al-oliya”, (Memoriale degli Intimi di Allah che contiene le biografie di molti maestri sufi e di uomini santi); compose inoltre un ampio Canzoniere (divan) formato da ghazal e quartine. In generale, la maggior parte dei suoi libri è alla portata di tutti e relativamente facile da leggere.In Italia molti artisti si sono ispirati ad Attar e alle sue opere. I Radiodervish si sono ispirati al Mantiq al-tayr nel loro album “In search of Simurgh” del 2004. Sono state fatte anche trasposizioni teatrali come ad esempio quella di "Ali Di Polvere In Search Of Simurgh" di Teresa Ludovico e "II Verbo Degli Uccelli - Anno I: II Viaggio Analogo" di Domenico Castaldo. In altre letterature si trovano citazioni attariane in: W. Beckford (Watek), in Jorge Luis Borges (L'Aleph e nei versi di The unending rose); in varie opere di A. De Mello; in R. Musil (L'uomo senza qualità) e nel messicano A. Ruy Sanchez (Los nombres del aire).Per chi e` intressato a questo poeta, ci sono degli articoli e contributi in italiano su 'Attar e tra loro:AA. VV., Colloquio italo-iraniano sul poeta mistico Fariduddin 'Attar, Ed. Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1978A. Bausani, Il pazzo sacro nell'islam, Luni, Milano-Trento 2000H. Ritter, Il mare dell'anima. Uomo, mondo e Dio in Fariduddin 'Attar, Milano, Ariele, 2004C. Saccone, Viaggi e visioni di re sufi profeti, Luni, Milano-Trento 1999eLaura Pirinoli (a cura), Parole di Sufi (Tadhkirat al-Awliyā’), Milano, Mondadori. ISBN 88-04-49934-6Maria Teresa Granata (a cura), Il Poema celeste, Milano, Rizzoli/Bur. ISBN 88-17-16774-6Carlo Saccone (a cura), Il verbo degli uccelli, Milano, SE, 2007 (prima ed. SE 1986). ISBN 88-7710-673-5Carlo Saccone (a cura), La rosa e l'usignuolo, Roma, Carocci, 2003. ISBN 88-430-2636-4Attar e` morto nel 1221. Alcuni studiosi ritengono che Attar fu ucciso durante la distruzione della città da parte degli invasori Mongoli. Il 13 aprile e` la commemorazione di questo grande poeta persiano nel calendario iraniano.