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LE TRADIZIONI DEL CAPODANNO PERSIANO


 Noruz       Il No Ruz (nuovo giorno), il primo giorno del nuovo anno e celebrato da almeno tremila anni, risale all’era zoroastriana ed è in assoluto la festa più importante e piu`grande in Iran. È una festa bellissima e colorata. Le scuole e gli uffici chiudono per due settimane. Si scambiano auguri e regali. Una sorta di Natale celebrato in primavera, dove tutto deve essere nuovo, nel segno della rinascita della vita dopo l’inverno. Pulizie di primavera      La tradizione vuole che le celebrazioni del No Ruz si aprano quasi 2 settimane prima del capodanno con una pulizia a fondo della casa. La giornata prevede anche l’acquisto di fiori e la visita ad amici e parenti.  I fuochi del mercoledI      L’ultimo mercoledì dell’anno si celebra la festa del fuoco. Nelle strade si accendono piccoli falò da saltare dopo aver recitato la formula : “ il mio giallo (simbolo della debolezza) a te, il tuo rosso (la forza) a me “. È un rito purificatore che simboleggia il passaggio dall’inverno alla primavera, con la sconfitta delle tenebre e la vittoria della luce. Si crede anche che in questa notte gli spiriti dei morti possano tornare a far visita ai loro cari.  Tutti a tavola con le sette S      Al momento dell’entrata nel nuovo anno tutte le famiglie si riuniscono intorno alla tavola apparecchiata con sette oggetti che cominciano tutti per S:   sabzeh, un dolce di germogli di grano o lenticchie che rappresenta la rinascita; samanu, un budino di germogli di grano e mandorle cotte, che simboleggia la trasformazione; sib, una mela rossa, simbolo della salute; senjed, frutto secco dell'albero di loto, simbolo dell'amore; sir, l'aglio, simbolo della medicina; somaqh, una polvere di bacche usata per condire la carne, che rappresenta l'aurora; serkeh, l'aceto, simbolo della pazienza. È inoltre abitudine mettere in tavola uova colorate (che rappresentano la fertilità), acqua di rose, uno specchio a centrotavola , un pesciolino rosso in una boccia di vetro ed ovviamente il Corano. Sizdah Bedar      Il tredicesimo giorno del nuovo anno si chiama Sizdah Bedar. Alcuni lo chiamano “pasquetta persiana” perché è tradizione trascorrerlo all’aperto e in compagnia. Gli antichi persiani credevano infatti che le dodici costellazioni dello zodiaco controllino i dodici mesi dell’anno e che ognuna governi il mondo per mille anni. Il tredicesimo giorno rappresenta perciò l’era del caos, che verrà alla fine dei tempi. Per questo motivo, è opportuno trascorrere Sizdah Bedar fuori casa, per scongiurare i malefici generati dal numero tredici. Alla fine di questa “pasquetta persiana”, il sabzeh messo a tavolo per Capodanno, viene messo sotto l’acqua corrente per esorcizzare il malocchio. Oltre che in Iran, il No Ruz è attualmente celebrato anche in India, Afghanistan, Tagikistan, Uzbikistan, Azerbaijan, Kazakistan e Kirghizistan e varie parti di Turchia e dell'Irak in cui vivono I curdi . (ringraziando Antonello Sacchetti )